Rileggi cosa ho scritto nel mio post: "E ammettiamo anche che questa strade abbiano le carreggiate separate dalle strisce continue e non tratteggiate...". L'auto in teoria non potrebbe superarti. E bada bene che in strade extraurbane molto larghe non è infrequente trovare la striscia (o la doppia striscia) continua anziché tratteggiata, proprio per evitare sorpassi azzardati.
Come ho già scritto nel topic dedicato, sono quasi due mesi che sono convalescente perché investito da dietro. Certamente, quello che dici tu può essere un'arma di difesa (o più correttamente una scorrettezza) da parte dell'investitore. Ciò solitamente comporta una responsabilità al 50 e 50, che si ripercuote sull'indenizzo dell'investito. Attenzione però, che se ci sono i testimoni, oppure se la ricostruzione dell'investitore fa acqua ed è palesemente inventata, per quest'ultimo non solo si prospetta la falsa testimonianza, ma addirittura la calunnia, reato ben più grave (e differente) della "semplice" diffamazione.
Per esperienze indirette, di solito la responsabilità al 50 e 50 si applica spesso nei casi in cui un ciclista allarghi la traiettoria per effettuare una curva, oppure quando scende dalle strette strade di montagna. Sempre salvo testimoni.
Perdonami, ma hai le idee un po' confuse sulle fattispecie penali di parte speciale... lasciamo perdere.
Quanto alla linea continua su strada extraurbana a due semicarreggiate, beh, cosa succede se un auto incontra sulla propria corsia un ape car che procede ai 20, 25 all'ora e l'ingombro sia tale da non consentire il sorpasso se non previa invasione della semicarreggiata opposta?
Prevedere che i sorpassi di una bicicletta avvengano ad una distanza minima di 1, 5 metri è una regola sacrosanta, che serve a tutelare un utente della strada debole, bisognoso di protezione, viste le conseguenze che potrebbe pagare ogni qualvolta il conducente di un mezzo a quattro
ruote ritenesse - a torto - di poterlo agevolmente superare, appunto, in presenza di linea continua.
La norma non mira a sanzionare i sorpassi in sé (ed è abbastanza evidente, visto che nessuno ha il metro in mano, se non, appunto qualche riferimento spannometrico offerto dalle dimensioni della carreggiata) ma a sanzionare sempre (o quasi) l'automobilista imprudente in caso di incidente con velocipede procedente nella stessa direzione di marcia.
Si chiama rispetto (e tutela) del soggetto debole.
Siccome non c'è scritto né nel codice della strada (se non per principi generali che a quanto pare restano indigesti alla maggior parte degli automobilisti) né su google, avevano pensato bene di formalizzarlo con una regoletta semplice semplice.