Come sta cambiando il ciclismo?

Mini4wdking

via col vento
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Esatto, ma in quel contesto cosa fai con le indicazioni del Pm? Ti metti a fare i conti su quanto W' ti resta per andare a prenderlo o fai anche delle considerazioni su come saranno le eventuali tappe successive, il tuo posizionamento in classifica, quello dei tuoi diretti avversari, gli eventuali gregari che ti restano, etc.... le variabili sono mille e le indicazioni del Pm sono solo una tra queste. Alla fine si tratta di fare delle scelte comunque.

Per la cronaca Nibali mi ha detto che lui in corsa nemmeno visualizza il dato potenza proprio per non farsi influenzare. Molto più importante nel caso di dubbio proprio il consiglio del DS via radio. Ovviamente questo varrà per lui e non per altri. Ma Nibali nonostante questo non mi pare uno che nei GT va all'arma bianca a casaccio....

Una cosa che sicuramente i pm hanno cambiato nel ciclismo sono l'assenza di cotte da fame. Tutti oggi guardano i KJ/Tss per alimentarsi con precisione, questo si.
Nibali è assolutamente uno di quei corridori dell'epoca moderna che ci prova più di tutti e attacca di più. Non lo si può negare.
 

Mardot

Velocista
25 Febbraio 2008
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I corridori della generazione di Contador e precedente sono tutti molto critici.
Bisognerebbe ricordargli che, senza Pm, dal 1999 al 2009 il Tour de France è stato vinto da ben 4 corridori diversi. Tanto per dire quanta "incertezza" ci fosse senza...
I corridori sono figli del loro tempo come tutti noi.
Quelli della vecchia guardia sono sempre più critici dei giovani venuti dopo.
Poi i giovani invecchiano e diventano anche loro critici a loro volta.

Alle fine per affermare che una cosa introdotta per allenarsi e per correre non ha cambiato nulla ci vuole a mio avviso coraggio, è più facile credere che l'introduzione di questi strumenti qualcosa lo abbia cambiato. Se non altro andando per logica, le cose cambiano anche non facendo nulla, figuriamoci con le novità.....
 
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samuelgol

Flughafenwächter
24 Settembre 2007
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Per guarire ci vuole la medicina.
Grazie allo strumento di misura decidi quale medicina e se prenderla.
Oppure puoi anche fregartene, con le logiche conseguenze del caso.
E durante una gara che medicina prendi? Se il termometro lo usi sempre (allenamento), quando non lo usi lo sai lo stesso quanta febbre hai e non è che se hai 38.1 prendi una medicina se hai 37.9 ne prendi un'altra. La differenza di medicina la stabilisci fra 37 e 38 o più e se una volta non hai il termometro, per una volta, lo sai se hai 37 o 38 o più anche senza termometro.
Bisognerebbe ricordargli che, senza Pm, dal 1999 al 2009 il Tour de France è stato vinto da ben 4 corridori diversi. Tanto per dire quanta "incertezza" ci fosse senza...
Così tanta incertezza che dal 1999 al 2005 non lo ha vinto nessuno o comunque non si sa chi lo ha vinto. :mrgreen:
 

Mardot

Velocista
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E durante una gara che medicina prendi? Se il termometro lo usi sempre (allenamento), quando non lo usi lo sai lo stesso quanta febbre hai e non è che se hai 38.1 prendi una medicina se hai 37.9 ne prendi un'altra. La differenza di medicina la stabilisci fra 37 e 38 o più e se una volta non hai il termometro, per una volta, lo sai se hai 37 o 38.5.
I paragoni si fanno per assimilare le logiche, non le unità di grandezza e le linee di febbre.

Tutti siamo concordi nel dire che lo strumento elettronico serve in allenamento per collezionare dati e successivamente analizzarli.
Lo stesso strumento viene usato in corsa innanzitutto per lo stesso motivo, visto che a prescindere dal tipo di allenamento, non riuscirai mai a simulare una corsa vera.
Dopodiché, lo stesso strumento lo puoi usare, in base a quanto ci credi, a quanto lo sai usare, a quanto ti viene detto, anche per gestirti durante la corsa, specialmente per sforzi prolungati tipo una tappa all'interno di un GT, molto meno per una corsa in linea che il giorno dopo non ha seguito.

Lo fanno tutti?
Non credo.
Qualcuno lo fa meglio di altri?
Certo che sì.
Non serve a nulla?
Non credo.
Ti fa vincere le corse?
Ammesso che tu abbia i numeri, se lo sai usare può aiutarti.

Del resto è un po' come in auto con il carburante.
Supponi che due auto facciano una corsa a tappe e, durante una tappa, ad un'auto restino 5 litri di benzina per fare 100km
L'altra auto, con benzina a volontà, può andare forte quanto vuole e arrivare prima di tappa.
Ma l'auto con 5 litri, se prova ad andargli dietro magari consuma 25km/litro, quindi non arriva alla fine (e il giorno dopo non riparte).
Invece se va più piano consuma meno, arriva alla fine della tappa con un po' di ritardo, ma il giorno dopo ha la possibilità di ripartire e recuperare.
Tutto questo lo puoi fare anche a occhio, oppure con lo strumento sul cruscotto che ti dice a quale velocità massima puoi viaggiare per arrivare al termine dei 100km con una sola goccia di benzina nel serbatoio, e quindi ottimizzare la tua gestione di corsa.
 
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Lo fanno tutti?
Non credo.
Qualcuno lo fa meglio di altri?
Certo che sì.
Non serve a nulla?
Non credo.
Ti fa vincere le corse?
Ammesso che tu abbia i numeri, se lo sai usare può aiutarti.
E infatti il numero può essere una delle varie informazioni (interne o esterne) a disposizione per prendere decisioni, ma sarà quasi sempre secondaria alle dinamiche di corsa (percezione condizionata dall'azione, aspetto fondamentale nella gestione del ritmo in presenza di avversari).
Quando ho citato l'intervista a Dan Martin era solo per evidenziare come viene eventualmente usato in gara: sono a un certo ritmo che percepisco come impegnativo -> leggo il numero -> delle due l'una: è coerente con lo sforzo, ok / sto facendo più fatica del solito, probabilmente bisognerà difendersi. Se già fai "troppa" fatica improbabile un attacco, attacco che ci sarebbe comunque se la percezione dello sforzo e l'occasione lo consentono (ammesso che il personale approccio alla gara lo consigli). Ma non è automatico che l'informazione sia di aiuto, dipende da come viene interpretata e gestita: la recente uscita di Scinto contro i PM in gara per la sua squadra era proprio per non farsi condizionare negativamente dai numeri nelle fasi in cui c'è già la percezione dello sforzo che opera da "dissuasore". Sotto questo punto di vista, l'effetto può essere addirittura contrario a quello che temi.
Tutto questo lo puoi fare anche a occhio, oppure con lo strumento sul cruscotto che ti dice a quale velocità massima puoi viaggiare per arrivare al termine dei 100km con una sola goccia di benzina nel serbatoio, e quindi ottimizzare la tua gestione di corsa.
Se la capacità attuale del serbatoio e la velocità di consumo fossero perfettamente note, se si fosse sempre nelle condizioni di poter svuotare il serbatoio, in assenza di avversari :) Può servire ad ottimizzare, nei limiti delle incertezze del caso, ma in gara la finestra di ottimizzazione è abbastanza limitata (o almeno non al livello di precisione che sembra derivare dalla tua considerazione).
 
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Mardot

Velocista
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E infatti il numero può essere una delle varie informazioni (interne o esterne) a disposizione per prendere decisioni, ma sarà quasi sempre secondaria alle dinamiche di corsa (percezione condizionata dall'azione, aspetto fondamentale nella gestione del ritmo in presenza di avversari).

Non è importante che sia primario o secondario, è importante che ci sia, rispetto ad una situazione precedente in cui non c'era questa possibilità.

Quando ho citato l'intervista a Dan Martin era solo per evidenziare come viene eventualmente usato in gara: sono a un certo ritmo che percepisco come impegnativo -> leggo il numero -> delle due l'una: è coerente con lo sforzo, ok / sto facendo più fatica del solito, probabilmente bisognerà difendersi. Se già fai "troppa" fatica improbabile un attacco, attacco che ci sarebbe comunque se la percezione dello sforzo e l'occasione lo consentono (ammesso che il personale approccio alla gara lo consigli).

E ti pare poco rispetto a quando si doveva andare totalmente a sensazione?

A tutti è capitato di arrivare alla fine di un esercizio e avere una certa percezione di fatica, poi guardare il cronometro e scoprire che la prestazione era peggiore rispetto ad altre, oppure molto migliore, il tutto "a parità di percezione".

Ma non è automatico che l'informazione sia di aiuto

Un'informazione è sempre di aiuto, per definizione.

dipende da come viene interpretata e gestita: la recente uscita di Scinto contro i PM in gara per la sua squadra era proprio per non farsi condizionare negativamente dai numeri nelle fasi in cui c'è già la percezione dello sforzo che opera da "dissuasore". Sotto questo punto di vista, l'effetto può essere addirittura contrario a quello che temi.

Possono accadere entrambe le situazioni, puoi avere dei dati che ti fanno rallentare, così come avere dei dati che ti fanno accelerare.
Ma questo fa parte dello skill del corridore. Una nuova tecnologia occorre imparare ad usarla, di sicuro fanno più fatica quelli che non sono abituati ad usarla fin dall'inizio, in tal senso i giovani come sempre hanno un vantaggio.

Se la capacità attuale del serbatoio e la velocità di consumo fossero perfettamente note, se si fosse sempre nelle condizioni di poter svuotare il serbatoio, in assenza di avversari :) Può servire ad ottimizzare, nei limiti delle incertezze del caso, ma in gara la finestra di ottimizzazione è abbastanza limitata (o almeno non al livello di precisione che sembra derivare dalla tua considerazione).
Vabbè se si parla di precisione, solo per gioco, non ci vorrebbe nemmeno poi tanto a tirare fuori un sistema che ti impone pure cadenza e rapporto.
Ma non è questo il punto, almeno per ora............................
Del resto stiamo parlando dell'utilità dei PM nel 2020, ma nel 2000 cosa avevamo a disposizione? Quindi se traguardiamo una previsione a vent'anni possiamo permetterci di sbizzarci abbastanza.
 

cbr70

Scalatore
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Specy
a me capita nel mio piccolo ( non vorrei essere blasfemo) che col mio pm posso sapere se il mio conoscente di turno sta esagerando o no.
senza pm invece o esagererei pure io o magari non darei quello che potrei.
 
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Bertoglio

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colnago E1
...a me sembra che il cambiamento sia fisiologico ed indotto soprattutto dal problema dei team che si mettono davanti a 60 km/h o comunque a tutta su qualsiasi terreno ...chiaro che agli sprinter alla fine resta poca roba....il livello medio si è talmente alzato da rendere la pianura una noiosa corsa di cavalli, e gli organizzatori agiscono di conseguenza....
 
22 Marzo 2007
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E ti pare poco rispetto a quando si doveva andare totalmente a sensazione?
No, ma è appunto una conferma di una sensazione, in quel frangente.
A tutti è capitato di arrivare alla fine di un esercizio e avere una certa percezione di fatica, poi guardare il cronometro e scoprire che la prestazione era peggiore rispetto ad altre, oppure molto migliore, il tutto "a parità di percezione".
Certo, ovviamente.
Un'informazione è sempre di aiuto, per definizione.
No, dipende dall'effetto che ha sulla successiva scelta in funzione dell'obiettivo.
Possono accadere entrambe le situazioni, puoi avere dei dati che ti fanno rallentare, così come avere dei dati che ti fanno accelerare.
Ma questo fa parte dello skill del corridore. Una nuova tecnologia occorre imparare ad usarla, di sicuro fanno più fatica quelli che non sono abituati ad usarla fin dall'inizio, in tal senso i giovani come sempre hanno un vantaggio.
E sarà una delle tante abilità non direttamente atletiche di cui un corridore dispone, in misura più o meno rilevante, per affrontare le situazioni di gara, così come la capacità di leggere la corsa.
Vabbè se si parla di precisione, solo per gioco, non ci vorrebbe nemmeno poi tanto a tirare fuori un sistema che ti impone pure cadenza e rapporto.
Ma non è questo il punto, almeno per ora............................
Facciamo finta che l'incertezza di una informazione sia fine a se stessa anziché condizionare il modo in cui posso usare l'informazione.
Innanzitutto il sistema svolgerebbe i conti risentendo della variazione non prevedibile di alcuni dati significativi (in assoluto non elevatissima, ma significativa sulla qualità della previsione). Ma soprattutto: come fai a conoscere lo svolgimento e quindi l'effetto che ha sull'esito?
Dove è possibile farlo (crono e cronosquadre) si fanno simulazioni molto evolute (durate dei cambi, velocità e traiettoria di ingresso nei cambi di direzione in riferimento al percorso reale). Ma è una situazione in cui la finestra di ottimizzazione è ampia.
Hai rovesciato il barattolo dei punti :)
Del resto stiamo parlando dell'utilità dei PM nel 2020, ma nel 2000 cosa avevamo a disposizione?
Pensa che alcuni pro li hanno usati in gara prima del 2000 (ad esempio LeMond nel 1994, Riis alla Amstel 1997) :)
 

jan80

Ammiraglia
3 Marzo 2008
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bassano del grappa
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Colnago
per me tra i primi 20 in classifica nei GT su ultima salita i dati del PM,forse lo guardano e dan retta meno della meta'........non scherziamo quando mancano 5 km non lo guarda quasi nessuno invece quando ne mancano 60 non e' che non scattano perche' guardano il PM,ma perche' dietro ci sono ancora 40 corridori che menano come fabbri per i capitani......fare i numeri in questi anni e' veramente complicato....lo puoi fare in finali di GT( come a fatto Froome) ma anche perche' era lui.......Froome e' Froome,un'azione del genere non puo' farla ciunque( stiamo parlando delll'atleta piu' forte in quel momento nei GT).
Guardare i dati serve soprattutto del dopo gara per analizzarli,io stesso i battiti in allenamento ho smesso di usarli.....li guardo direttamente a casa,perche' mi demotivano e non mi fanno stare concentrato,mentre il misuratore di potenza al momento non lo prendo piu' perche' amo allenrmi a sensazioni( ma in allenamento per certi lavori servirebbe) in gara invece lo guarderei solo a casa
 

Sdavide

Novellino
17 Agosto 2017
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basso gap
Negli ultimi trent'anni devo aver visto altre corse rispetto a voi, perché ricordo corse che si risolvevano nell'ultima mezz'ora perché gli sceriffi del gruppo volevano così e la TV si collegava solo per il finale. Ricordo GT che alla prima crono dominata da Indurain erano finiti. Ricordo volate solo per le scorrettezze di Abdujaparov. Mi ricordo, invece, di classiche scoppiettantu, con corridori che facevano numeri incredibili, poi si è scoperto il perché. Io mi son sempre fatto delle gran pennichelle davanti alla TV. Sarà che trent'anni d
fa Bicisport predicava già il ritorno alle origini, nostalgici di Coppi e Bartali, ma il mondo va avanti.
Il mondo va avanti e taglia fuori una serie di ciclisti che prima avevano il loro spazio. Francamente non è entusiasmante, così come non lo era quando Indurain uccideva i Tour. Un po' di equilibrio nel tracciare i grandi giri ci vorrebbe.
 

Marco1_79

Pedivella
12 Luglio 2013
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:-)
Negli ultimi trent'anni devo aver visto altre corse rispetto a voi, perché ricordo corse che si risolvevano nell'ultima mezz'ora perché gli sceriffi del gruppo volevano così e la TV si collegava solo per il finale. Ricordo GT che alla prima crono dominata da Indurain erano finiti. Ricordo volate solo per le scorrettezze di Abdujaparov. Mi ricordo, invece, di classiche scoppiettantu, con corridori che facevano numeri incredibili, poi si è scoperto il perché. Io mi son sempre fatto delle gran pennichelle davanti alla TV. Sarà che trent'anni d
fa Bicisport predicava già il ritorno alle origini, nostalgici di Coppi e Bartali, ma il mondo va avanti.

Giusto. I tour e i giri dominati da Indurain e Armstrong credo siano stati tra i più noiosi che abbia mai visto.
Le volate sono molto più divertenti oggi che ai tempi di Cipollini quando c'era un unico treno a partire dai -10 Km e fino a 200 metri dall'arrivo.
 

Mardot

Velocista
25 Febbraio 2008
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No, ma è appunto una conferma di una sensazione, in quel frangente.

Non è detto che sia una conferma, lo strumento ti dice i parametri reali del tuo stato fisiologico, e potrebbe confermare o smentire ciò che avverti a livello percettivo.

No, dipende dall'effetto che ha sulla successiva scelta in funzione dell'obiettivo.

Quello fa parte dell'utilizzo non dell'informazione. Se un sistema (umano o automatico non fa differenza) riceve un'informazione e poi la usa male, non significa che l'informazione era inutile, significa che non è stato in grado di usarla bene.

E sarà una delle tante abilità non direttamente atletiche di cui un corridore dispone, in misura più o meno rilevante, per affrontare le situazioni di gara, così come la capacità di leggere la corsa.

Esatto, quindi lo strumento aggiunge utilità, non la toglie e nemmeno la lascia inalterata, rispetto alla condizione di assenza.

Facciamo finta che l'incertezza di una informazione sia fine a se stessa anziché condizionare il modo in cui posso usare l'informazione.
Innanzitutto il sistema svolgerebbe i conti risentendo della variazione non prevedibile di alcuni dati significativi (in assoluto non elevatissima, ma significativa sulla qualità della previsione). Ma soprattutto: come fai a conoscere lo svolgimento e quindi l'effetto che ha sull'esito?
Dove è possibile farlo (crono e cronosquadre) si fanno simulazioni molto evolute (durate dei cambi, velocità e traiettoria di ingresso nei cambi di direzione in riferimento al percorso reale). Ma è una situazione in cui la finestra di ottimizzazione è ampia.
Hai rovesciato il barattolo dei punti :)

Per conoscere lo svolgimento e quindi l'effetto che ha sull'esito il sistema deve lavorare in "closed loop", ma ormai di modelli di regolazione in ciclo chiuso ce ne sono diversi.

Non c'è abbastanza trippa per gatti (alias business) in questo settore, altrimenti implementare un modellino basato su Rete di Petri, schema neurale, retroazionato in ciclo chiuso con possibilità di minimizzare l'errore non sarebbe nemmeno da fantascienza, normale amministrazione in altri settori.

E non si tratta di simulazioni, le simulazioni sono una cosa, le regolazioni sono ben altra cosa. Le regolazioni come ingresso prendono l'errore, calcolato come differenza tra lo stato attuale e quello desiderato.

Pensa che alcuni pro li hanno usati in gara prima del 2000 (ad esempio LeMond nel 1994, Riis alla Amstel 1997) :)

Di sicuro anche loro pensavano che fosse utile ;-)
 

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