come ho gia' detto settimane fa' per me Cassani dopo i mondiali lascia,i motivi possono essere diversi ma per me lascia o comunque viene lasciato.
Che possa essere Bugno il sostituto potrebbe essere veramente fallimentare,serve uno alla Cassani,che crea gruppo,anche un Martinelli non sarebbe male,anche se ha vinto con corridori top,vediamo se sara' lui il dopo o meno.
Concordo al 100% su quanto sostieni. Ma faccio un'aggiunta /variante: Silvio Martinello
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E faccio la seguente riflessione.
Suggerirei i nome di S. Martinello, anche se presumo abbia altre ambizioni, al momento.
Anche se immagino che non lo entusiasmi minimamente ricoprire questo incarico, in questo particolare momento storico che vede la nostra nazione molto povera di talenti.
Cassani, Bugno e Martinello hanno in comune una profonda esperienza professionale, competenze tecniche costruite nel corso delle esperienze degli ultimi 40 anni vissuti nell'ambiente del ciclismo. Ma se pensiamo alle caratteristiche necessarie alla leadership, penso che Martinello sopravanza gli altri 2, soprattutto Gianni Bugno.
Ho avuto la fortuna di conoscere Silvio personalmente, mi ha immediatamente colpito per la disinvoltura, e nello stesso tempo per l'incisività con cui si esprime. Successivamente mi ha dato conferma in merito alla sua serietà e motivazione emerse nelle più disparate attività lavorative (ad esempio nella gestione di una palestra a Padova, dove curava gli aspetti amministrativi, la gestione del personale e della clientela, ma dove non disdegnava l'umile manovalanza: un manager che non si tirava indietro quando doveva ad esempio riordinare i locali).
Il carisma è una conseguenza delle sue doti citate, qualità di cui evidentemente non difetta e che metto in relazione alla facilità e immediatezza con cui ha ottenuto la mia stima, quella considerazione che nutrivano nei suoi confronti non solo i suoi dipendenti, ma anche tutta la sua clientela.
All'epoca non conoscevo ancora i suoi pregressi agonistici, che lui - intelligentemente - è stato attento a non menzionare mai, facendo emergere un'altra sua caratteristica, la modestia, l'umiltà.
Probabilmente è stato citato anche da qualche altro utente in questa o altre discussioni, che avrà individuato in Martinello una naturale predisposizione a comunicare in maniera molto efficace (non mi riferisco ovviamente alla "parlantina", o "lingua sciolta", che comunque non gli mancano). Dote che senza dubbio lo avvantaggia nel ricoprire il ruolo di leader quale è un CT, e lo agevola nel difficile compito di "fare spogliatoio", e di conseguenza a rendere coesa la propria squadra. E' un talento che Bugno, al contrario, non sembra possedere, o raggiunge con notevole sforzo. E non oso pensare alle conseguenze, qualora assumesse questa carica dopo il licenziamento di Cassani.
Sono convinto che alla decisione di licenziare Cassani abbia contribuito la sua gaffe (=eufemismo) per aver convocato, nella selezione nazionale, Vincenzino Nibali. O meglio per aver permesso che Vincenzo si auto-convocasse.
Posso capire l'ottimo feeling esistente fra i 2, ma come ho sempre considerato a fatica Vincenzo Nibali un vice-CT utile a Cassani, come non sono più riuscito a considerarlo un capitano dopo il verificarsi del suo declino competitivo, un leader carismatico sui gregari e sottoposti (l'episodio Nibali-Ciccone al recente campionato nazionale mi ha illuminato), nello stesso tempo vedo in Cassani una certa insicurezza ad esporsi assumendo certe posizioni, mancanza di coraggio a sostenere le proprie - sicuramente complesse - decisioni, fattore che rappresenta un serio limite per un leader.
Non potrei neanche azzardare, né immaginare il livello di "coraggio" che Martinello sarebbe in grado di esprimere in una circostanza così delicata come quella che ha travolto Cassani, soprattutto perché l'attuale livello atletico-agonistico dei corridori italiani non mette certamente nell'imbarazzo della scelta quando occorre selezionarli per competizioni internazionali. Però ho avuto prova della sua saggezza e intelligenza, tali da metterlo nelle migliori condizioni per operare delle scelte, trarre decisioni e fornire le relative obbiettive motivazioni. Tali, inoltre, da metterlo in guardia e dissuaderlo a scendere a rischiosi compromessi con gli atleti, che possano poi condizionare ogni decisioni successive.