Sinceramente io non capisco tutta questa resistenza di tanti al cambio elettronico. Se ne fate una questione di costi posso capire: il meccanico fa tutto quello che può fare un elettroattuato spendendo una cifra inferiore.
Se ne fate una questione di affidabilità però non vi seguo più... Leggo di persone che per fare randonnee si affiderebbero al solo meccanico. L'elettronico si regola con molta più facilità del meccanico, e senza
attrezzi. E se si rompe? Statisticamente non so cosa sia più probabile tra la rottura di una fune magari usurata dalla frizione o la rottura di un cavetto elettrico alloggiato all'interno del telaio. Poi non so in quanti durante un'uscita o una rando si portano appresso cavi e guaine...
Il cambio elettroattuato è il futuro, che lo si voglia o no. Mi piacerebbe poter leggere o sentire i commenti dei ciclisti nel 35 quando venne introdotto per la prima volta il cambio a bacchetta. Probabilmente ci sarà stato qualcuno che preferiva o riteneva più affidabile smontare e girare la ruota...
Non arriveremo mai ad una conclusione comune.
Tuttavia osservo:
- se succede qualche mal funzionamento ad un cambio elettroattuato (sul corpo o sulla centralina) occorre rivolgersi ad un meccanico preparato. Che può risolvere (difficile) o cambiare il pezzo. Con relativi costi e prevedibili tempi di attesa. Se succede con un cambio meccanico, scendo in garage ed intervengo. Un mese fa ho cambiato guaine e cavi in men che non si dica e regolato il cambio. Un orologio. Costi praticamente zero e nemmeno un chilometro fatto in meno. Se il problema succede mentre sono in montagna alcuni giorni, dei cavi e delle guaine sono di più facile reperimento rispetto ad dei componenti elettronici;
- il cambio elettroattuato è una vera figata, lo ammetto. Ma se (come è stato detto per ovvio paradosso) ci tolgono la corrente non andiamo più nemmeno in bici. E' successo alcune volte che amici di uscite tornassero a casa perchè si era staccato un connettore all'interno del telaio, pensavano di aver ricaricato la batteria ed invece si erano sbagliati o semplicemente il cambio posteriore aveva deciso di non funzionare più. Tutte cose che con un cambio meccanico + più difficile che accadono.
- riuscire a mettere mano alla propria bici e capirne il funzionamento meccanico, rappresenta per alcuni (tra i quali il sottoscritto) un valore aggiunto alla passione. Che diversamente si ridurrebbe al semplice pedalare (come le scimmie, come diceva un vecchio ciclista mio amico);
- il farsi imporre dal mercato scelte che non ci convincono pienamente, rappresenta un innegabile elemento di fastidio;
- la tradizione nel mondo del ciclismo su strada ha un certo valore. E freni a disco e cambio elettroattuato sono sicuramente un miglioramento in termini di sicurezza e prestazioni, ma la bici da corsa non è solo questo. E' molto altro.
Io credo che quello che viene rappresentato come innovazione lo sia effettivamente ma allo stesso tempo che questo non sia necessariamente progresso. Sicuramente muovono il mercato (che sappiamo bene come funziona con riferimento ai bisogni indotti su beni voluttuari come la bici) e comportano costi di acquisto e gestione sempre maggiori.
Per me basta essere consapevole di questo ed avere la possibilità che il mercato offra le opzioni per tutti, e la cosa va bene.
Se invece le scelte commerciali limitano la mia scelta, la cosa comincia a darmi fastidio.
Ho una bici al top di 11 anni fa che uso ancora con estremo gusto e piacere e che non ho minimamente intenzione di cambiare.
E per i miei canoni la uso molto (dai 13 ai 15k all'anno).
Quando lo farò sarà perchè sono "costretto a farlo" ed a quel punto valuterò BENE il da farsi.
Per chi si chiedesse le ragioni per le quali non cambio con qualcosa di moderno, rispondo che mi trovo molto bene oltre al fatto che il consumismo (specialmente se applicato alla bici) non mi piace molto, Anzi lo detesto.
Ed aggiungo anche che quando sarà il momento di cambiarla non guarderò al prezzo (sì, ho questo lusso) ma alle mie esigenze, preferenze e valutazioni generali.
Spero che in quel giorno lontano io abbia ancora un'ampia possibilità di scelta.
A chi si chiede invece perchè scrivo così tanto, rispondo che ho un dito del piede rotto e sono a casa dal lavoro e non posso uscire in bici.