Domenica MVDP e Moscon secondo me erano i più forti in corsa. Il primo ha corso male ed il secondo ha corso bene. Hanno perso entrambi ma uno deve recriminare contro la sorte. L'altro solo con se stesso
Colbrelli invece ha corso benissimo: coperto, ma sempre davanti (cosa che ad esempio non ha fatto Van Aert, rimanendo invischiato in una caduta di chi lo precedeva che lo ha fatto perdere contatto coi primi del suo gruppo e passare il resto della gara in affanno fino a perdersi VDP quando è partito).
Colbrelli è stato micidiale, ha vinto una gara da leggenda. Questo ne fa un fuoriclasse o un campione? secondo me no.
Ripeto, la Roubaix l'hanno vinta anche corridori di secondo piano... parlavo di Hayman... e mi è stato obbiettato che la dinamica della sua vittoria non sarà stata sicuramente come la vittoria dell'italiano domenica scorsa (per roster di partenza ed avversari sconfitti)... beh, forse si è dimenticato che uccellò proprio Mr. Paris/Roubaix Tom Boonen...
Qualcuno oggi pensa seriamente che Hayman sia un campione? che sia più forte dell'avversario che sconfisse cinque anni fa?
Questo per dire che una vittoria, due vittorie eclatanti (il campionato italiano non lo conto siccome è una gara che viene decisa quasi a tavolino, ogni anno ) non fanno un campione con la c maiuscola... soprattutto se le vittorie confinate in un periodo molto ravvicinato.
Ciò detto, non ho nessuna difficoltà a convenire sull'impresa straordinaria di Sonny (questa sì che è un'impresa...) che si è conquistato da solo, con le sue forze, con la sua astuzia, con la sua esperienza da corridore consumato.
Quanto all'iniziare a vincere tardi in carriera, bisogna infine precisare che per Colbrelli il tema va ristretto al vincere corse di prima fascia, perché come è stato giustamente osservato il bresciano non è corridore che non abbia mai vinto prima.
Purtuttavia un conto è iniziare a vincere corse top a 26 anni, altro è farlo a 31: per me restano due mondi diversi.
Vincere tardi è indicativo forse di un percorso di maturazione e completamento atletico e mentale finito tardi, che negli sport di endurance non è impossibile, ma nemmeno così frequente (o almeno così mi risulta).
Viceversa è molto frequente "smarrirsi" dopo anni giovanili molto promettenti: i due fenomeni però ancorché uguali e contrari non possono essere accostati a dimostrazione dell'ordinarietà di vittorie senili.
Qui il caso Horner è fuori paragone, è chiaro.
Ma cambi radicali di capacità performanti (e non è ancora il caso del bresciano, anche se non ci andiamo lontano) , in un ciclismo sempre più dominato da valori, non dico matematici, ma di pronta ed agevole consultabilità dagli addetti ai lavori, danno da pensare perché normalmente nessuno avrebbe il benchè minimo interesse a non valorizzare adeguatamente un diamante, ancorché grezzo.
Che Moscon avesse un motore pauroso, in altre parole, era abbondantemente risaputo (pauroso da potersi giocarsi ogni corsa da un giorno ed altro, indipendentemente da roster, altimetria ecc.. ) che non lo abbia adeguatamente sfruttato per limiti caratteriali suoi, altrettanto. Che Colbrelli potesse dare tranquillamente paga ai vari WVA, REV, e MVDP, SAGAN e compagnia cantante, lo impariamo quest'anno. E a me sinceramente il dato ha sorpreso. Per me, fino maggio di quest'anno, era un corridore del livello di Nizzolo per intenderci.