Precisa, No.Condivido pienamente che l’unica vera divisione tra le zone è LT1 e LT2, ma utilizzare 5 o 7 zone permette di lavorare in maniera più precisa in determinati momenti della preparazione.
E per un semplicissimo motivo: Z1 & 2, come già scritto, nel modello Coggan sono una % su un parametro/valore fisso in ben altro dominio di intensità (FTP). Non prendendo quindi in considerazione alcuna misurazione specifica di questo dominio.
Quindi "sparano" nel mucchio, probabilmente per molti possono anche fungere ma né una né l'altra sono basate su QUEL parametro a cui, teoricamente, fanno riferimento.
Tutto bello, ma non "preciso" considerando che all'atto pratico la differenza prestazionale tra un atleta più performante e uno meno parte ANCHE e soprattutto da qui (con differenze di decine di W) e non solo da FTP/CP/LT2. E questo è uno dei problemi "metodologici" dell'impostazione dell'allenamento negli ultimi decenni: si è guardato solo l'aspetto di demarcazione tra ae/anaerobico sul passaggio di transizione "superiore", impostando FTP (o suoi equivalenti) come il sacro Graal del miglioramento prestazionale per tutti e per tutto (con relativa impostazione che il carico debba essere solo attorno a "quello") e si è perso di vista tutto il resto. Le osservazioni sul polarizzato indicano invece che una buona parte di allenatori - trasversalmente su più sport- si è dato un freno a questo approccio ritornando a strutturazioni per altro già viste in passato (vd Lydiard).
Utile, e "funzionale" -con tutti i limiti di cui sopra- ad altro (prescrivere un carico) forse sì ma si può lavorare benissimo anche come altri riferimenti.
A scanso di equivoci o estreme banalizzazioni, la differenza tra Z1 e 2 è stata (sommariamente) descritta sul loro uso metabolico (vd estensione di intensità più blanda e viceversa). Questo, appunto può essere ampiamente applicato anche senza dividere queste due sottozone nel dominio @/sotto LT1.
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