Da come lo avevo capito io ai tempi, era già perfettibile se si fossero utilizzati altri dati che si possono ricavare dal sangue del prelevato (ormoni/steroidi). Per quanto imperfetto il sistema però ha un senso, non è semplicemente il controllo dell'ematocrito, perchè quello può anche aumentare semplicemente perchè hai fatto un mese di ritiro in altura ed il passaporto biologico in quel caso non trova anomalie, se l'atleta si ammala di un virus bastardo come la mononucleosi e successivamente deve prendere un sacco di medicinali, se in buona fede e realmente malato lo comunica prima di ricevere controlli del passaporto, perchè li potrebbe avere dei valori molto alterati.Se uno fa doping per tenere i valori costanti che doping è?
Sarebbe come avere l'ematocrito a 45, e fare EPO per tenerlo a 45.
Oppure si ritiene che ci siano "valori" non tracciati dal passaporto biologico, o valori "mascherati" in modo che l'antidoping non rilevi variazioni?
Se un atleta di è sempre dopato prima dell'entrata in vigore del passaporto e continua a doparsi dopo la sua entrata in vigore e dopo un certo numero di prelievi esaminati ed entrati in banca dati, deve continuare a doparsi per mantenere tale linearità e continuare ad eludere i controlli anti-doping che cercano le sostanze, perchè se smette o cambia metodo/dosaggi allora questo innescherebbe delle variazioni nei dati che farebbe scattare il meccanismo del passaporto.
Riassumendo, l'antidoping classico cerca le sostanze in sangue e urine, il passaporto biologico non le cerca affatto ma cerca variazioni nei dati ematici che non sono compatibili con le "naturali" variazioni biologiche.
questa è la "filosofia" che avevo capito anni fa, spero di essermi spiegato.
ovviamente non è un'opinione sull'efficacia dei metodi, perchè di fatto non ho abbastanza conoscenza per farmene una.