News Fine di un'era: Campagnolo fuori dal World Tour

Lumi

Scalatore
8 Novembre 2020
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Colnago V3Rs
Per dire che c’e’ stato un errore non serve conoscere intenzioni e situazioni, basta vedere gli effetti a posteriori, se l’azienda cresce ci hai preso, se l’azienda perde quote di mercato (o margini o altro indice che si preferisce) sono stati fatti errori. Semplice.

Piu’ difficile è dire cosa avrebbero dovuto fare al posto di quello che hanno fatto.
 

Skardy

Siòr
14 Marzo 2022
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Cube/Cannondale
Per dire che c’e’ stato un errore non serve conoscere intenzioni e situazioni, basta vedere gli effetti a posteriori, se l’azienda cresce ci hai preso, se l’azienda perde quote di mercato (o margini o altro indice che si preferisce) sono stati fatti errori. Semplice.
Ma infatti non capisco che capitani di azienda serva essere per evidenziare che se una ditta in un momento ha il 99% di un mercato e in un altro momento successivo ha il 5% di quel mercato evidentemente o ha scelto di autosegregarsi perchè non aveva più voglia di starci dietro o ha commesso degli errori. Ovvio che parlare a posteriori è facile prendere delle scelte giuste prima molto più difficile ma a frittata fatta che le uova sono rotte lo vede chiunque. E invece no: se non sei un allevatore di galline con esperienza almeno trentennale non puoi evidenziare che le uova sono rotte.
Piu’ difficile è dire cosa avrebbero dovuto fare al posto di quello che hanno fatto.
Anche cosa avrebbero dovuto fare detto a posteriori è abbastanza facile. Quello che hanno fatto altri che sono passati dallo 0% all'egemonia (insieme a Sram). Quantomeno nei limiti di ciò che era possibile nella realtà europea che non mi pare quella del centroafrica in ogni caso. A priori invece tutto è più difficile e questo non è in discussione. Lì ci vogliono capacità imprenditoriali intuizione lungimiranza e una sicura dose di culo perchè quello serve comunque sempre.
 

golias

Factotum :-)
28 Marzo 2018
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Ma infatti non capisco che capitani di azienda serva essere per evidenziare che se una ditta in un momento ha il 99% di un mercato e in un altro momento successivo ha il 5% di quel mercato evidentemente o ha scelto di autosegregarsi perchè non aveva più voglia di starci dietro o ha commesso degli errori. Ovvio che parlare a posteriori è facile prendere delle scelte giuste prima molto più difficile ma a frittata fatta che le uova sono rotte lo vede chiunque. E invece no: se non sei un allevatore di galline con esperienza almeno trentennale non puoi evidenziare che le uova sono rotte.

Anche cosa avrebbero dovuto fare detto a posteriori è abbastanza facile. Quello che hanno fatto altri che sono passati dallo 0% all'egemonia (insieme a Sram). Quantomeno nei limiti di ciò che era possibile nella realtà europea che non mi pare quella del centroafrica in ogni caso. A priori invece tutto è più difficile e questo non è in discussione. Lì ci vogliono capacità imprenditoriali intuizione lungimiranza e una sicura dose di culo perchè quello serve comunque sempre.
Ma perchè.. voi avete nomi di aziende che sono campate o cresciute in eterno ?
E' la classica altalena a livello mondiale.. e meno male che così è.
 

bach7

Passista
10 Gennaio 2011
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Pinifarina
ho letto le ultime tre pagine ricche di spunti interessanti, tante idee ma forse è il caso di fare un passo indietro...

non avendo alcun bilancio in mano, è studi rigorosi sul settore ciclo e i suoi numeri negli anni, è difficile avere dei dati certi su cui discutere davvero...

tanto per fare un esempio "terra terra", campy magari ha rinunciato a importanti fette di mercato, ha ridotto pure il fatturato, ma la proprietà porta a casa gli stessi utili lavorando metà del tempo... e vivono più felici di prima...

questo per dire che dall'esterno non è semplice avere la "giusta" visione nel suo insieme...

detto questo, sempre da totale inesperto del settore, è difficile anche poter definire gli eventuali errori, perché sempre per assurdo, campy avrebbe volentieri fatto anche gruppi mtb e ruote per auto, ma magari non ha avuto possibilità di accesso a credito per poterlo fare (mentre i competitors si). non si può quindi colpevolizzare un azienda o una proprietà di non avere soldi nel salvadanaio...

di sicuro, ha perso tutto o quasi il primo equipaggiamento (quanti hanno iniziato con un campy? Io ho cominciato con uno xenon 9v) sulle bdc. onestamente non era semplice competere con qualcuno che faceva le tue stesse cose a un prezzo minore... e proprio per la tipologia di prodotti basati su qualità, ricercatezza e made in Italy... probabilmente avrebbero dovuto realizzare gruppi con un altro marchio nei paesi a minor costo di manodopera come fanno sram e shimano senza troppi problemi da parte degli utenti... oppure avrebbero dovuto trasformare l'immagine del marchio rinunciando appunto a quello che era il loro punto forte.

il resto è stata quindi una conseguenza, che culmina appunto con l'uscita dalla sponsorizzazione di squadre wt.
 
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Lumi

Scalatore
8 Novembre 2020
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Ma perchè.. voi avete nomi di aziende che sono campate o cresciute in eterno ?
E' la classica altalena a livello mondiale.. e meno male che così è.
A parte che ci sono aziende che hanno saputo reinventarsi e rinnovarsi e continuare a crescere (non in eterno ma da quando sono nate ad oggi), qui il confronto è semplicemente con le quote di mercato di sram e shimano, ammesso e non concesso che da qui in poi anche loro non perdano quote verso i nuovi entranti.
 

Lumi

Scalatore
8 Novembre 2020
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Colnago V3Rs
detto questo, sempre da totale inesperto del settore, è difficile anche poter definire gli eventuali errori, perché sempre per assurdo, campy avrebbe volentieri fatto anche gruppi mtb e ruote per auto, ma magari non ha avuto possibilità di accesso a credito per poterlo fare (mentre i competitors si). non si può quindi colpevolizzare un azienda o una proprietà di non avere soldi nel salvadanaio...
Non sono d’accordo, è il lavoro del management definire strategia e ottenere la fiducia e le risorse per realizzarla. Ed è compito degli imprenditori mettere capitale di rischio sulle buone idee e farlo rendere. Un imprenditore che non rischia (ce ne sono tanti in Italia) non è un imprenditore, è un ricco che vive di rendita, una posizione invidiabile ma non ammirabile.
 
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bach7

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10 Gennaio 2011
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Non sono d’accordo, è il lavoro del management definire strategia e ottenere la fiducia e le risorse per realizzarla. Ed è compito degli imprenditori mettere capitale di rischio sulle buone idee e farlo rendere. Un imprenditore che non rischia (ce ne sono tanti in Italia) non è un imprenditore, è un ricco che vive di rendita, una posizione invidiabile ma non ammirabile.
perdonami ma non posso essere d'accordo.

il mercato cambia, io posso essere anche bravissimo a capirlo e a prevederlo, ma l'accesso al credito per esempio non è uguale per tutti (e non lo è ugualmente in altre parti del mondo).

ci sono innumerevoli esempi di aziende "aiutate" e sostenute da nazioni per i più disparati motivi che quindi godono di un vantaggio concreto rispetto ai competitors...

è come chiedere alla piccola bottega di competere con la grande distribuzione con gli stessi prodotti... la signora Maria non sarà mai in grado di andare in banca e ottenere un prestito per aprirsi la sua catena di negozi, per poter arrivare agli stessi numeri di vendita della grossa distribuzione (che è il motivo per cui sugli stessi prodotti la grande azienda riesce a offrire un prezzo ben minore...)
 

leandro_loi

Velocista
20 Luglio 2019
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dovunque si possa pedalare
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Un imprenditore che non rischia (ce ne sono tanti in Italia) non è un imprenditore, è un ricco che vive di rendita, una posizione invidiabile ma non ammirabile.
Che ne sai se c'erano in quel periodo da parte di Tullio prima e di Valentino poi i presupposti per rischiare o meno? Oggi, da dietro una tastiera, è tutto facile, ma bisognava esserci allora, su quella scrivania, a firmare i documenti giusti.
 

Skardy

Siòr
14 Marzo 2022
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è come chiedere alla piccola bottega di competere con la grande distribuzione con gli stessi prodotti... la signora Maria non sarà mai in grado di andare in banca e ottenere un prestito per aprirsi la sua catena di negozi, per poter arrivare agli stessi numeri di vendita della grossa distribuzione (che è il motivo per cui sugli stessi prodotti la grande azienda riesce a offrire un prezzo ben minore...)
Ti sei perso il particolare che qui la grossa distribuzione aka il leader mondiale era Campagnolo non la signora Maria. Era già una azienda avviata leader del settore. Se non aveva chance lei di avere credito chi doveva averla? Suoi competitor che al tempo non erano competitor?
 

bach7

Passista
10 Gennaio 2011
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Pinifarina
Ti sei perso il particolare che qui la grossa distribuzione aka il leader mondiale era Campagnolo non la signora Maria. Era già una azienda avviata leader del settore. Se non aveva chance lei di avere credito chi doveva averla? Suoi competitor che al tempo non erano competitor?
e torniamo al punto iniziale: non abbiamo (o almeno io non li ho) i dati per dirlo o comunque per poterlo dire con circospezione.

shimano nasce nel 1921... ma per crescere avrà avuto bisogno di investimenti nel tempo... investimenti che possono essere arrivati sia dalla proprietà che da soggetti esterni...

non è un mistero che il Giappone nel dopoguerra abbia goduto di aiuti internazionali per la sua ricostruzione e che l'economia giapponese sia esplosa subito dopo diventando leader mondiale in diversi settori.

shimano già negli anni 60 era una realtà internazionale, con siti produttivi fuori dai confini nazionali. campagnolo, per quanto "famosa" era legata al destino "produttivo" italiano...

pensiamo a cosa era l'Italia 30 anni fa e cosa è oggi... se non siamo competitivi in termine di produzione i dustriale non è colpa solo degli imprenditori...
 

Skardy

Siòr
14 Marzo 2022
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shimano nasce nel 1921... ma per crescere avrà avuto bisogno di investimenti nel tempo... investimenti che possono essere arrivati sia dalla proprietà che da soggetti esterni...

non è un mistero che il Giappone nel dopoguerra abbia goduto di aiuti internazionali per la sua ricostruzione e che l'economia giapponese sia esplosa subito dopo diventando leader mondiale in diversi settori.

shimano già negli anni 60 era una realtà internazionale, con siti produttivi fuori dai confini nazionali. campagnolo, per quanto "famosa" era legata al destino "produttivo" italiano...
Tutto quel che vuoi ma almeno fino agli anni 80 Campagnolo era leader mondiale. E la guerra era finita da quel dì. E Shimano era nicchia. E anche le nostre aziende hanno ben bene beneficiato di situazioni "di favore". E Sram nemmeno era stata fondata(1987). Quindi gli aiuti post bellici non c'entrano molto il mancato credito alla siura Maria nemmeno visto che al limite la siura Maria era Sram.
Senza cercare fantasiose scuse esterne forse qualche scelta interna è stata sbagliata?
pensiamo a cosa era l'Italia 30 anni fa e cosa è oggi... se non siamo competitivi in termine di produzione i dustriale non è colpa solo degli imprenditori...
Se l'Italia di 30 anni fa non è quella di oggi sarà forse forse colpa di certe scelte fatte a livello imprenditoriale e politico e in generale della popolazione? Si può capire e giustificare con questo un cambio di equilibri ma passare da tutto a zero non va attribuito all'Italia ma alle singole scelte. Ci sono tante aziende e tante eccellenze italiane che hanno tutto sommato tenuto botta pur perdendo in taluni casi quote di mercato. In campo ciclistico automobilistico motoristico alimentare dell'abbigliamento. Qui parliamo di un tracollo in termini di numeri. Le aziende sparite o proprio chiuse lo hanno fatto per loro scelte errate. Campagnolo non ha chiuso magari è anche in utile i bilanci saranno pubblici ma non ho voglia di cercarli ora ma non è questo il punto. Il punto è che ora non viene montata di serie quasi più su nessuna bici da quelle da supermercato a quelle top. E di conseguenza non le usano più nemmeno le squadre professionistiche che poi è il titolo della discussione.
 

bach7

Passista
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Pinifarina
Tutto quel che vuoi ma almeno fino agli anni 80 Campagnolo era leader mondiale. E la guerra era finita da quel dì. E Shimano era nicchia. E anche le nostre aziende hanno ben bene beneficiato di situazioni "di favore". E Sram nemmeno era stata fondata(1987). Quindi gli aiuti post bellici non c'entrano molto il mancato credito alla siura Maria nemmeno visto che al limite la siura Maria era Sram.
Senza cercare fantasiose scuse esterne forse qualche scelta interna è stata sbagliata?

Se l'Italia di 30 anni fa non è quella di oggi sarà forse forse colpa di certe scelte fatte a livello imprenditoriale e politico e in generale della popolazione? Si può capire e giustificare con questo un cambio di equilibri ma passare da tutto a zero non va attribuito all'Italia ma alle singole scelte. Ci sono tante aziende e tante eccellenze italiane che hanno tutto sommato tenuto botta pur perdendo in taluni casi quote di mercato. In campo ciclistico automobilistico motoristico alimentare dell'abbigliamento. Qui parliamo di un tracollo in termini di numeri. Le aziende sparite o proprio chiuse lo hanno fatto per loro scelte errate. Campagnolo non ha chiuso magari è anche in utile i bilanci saranno pubblici ma non ho voglia di cercarli ora ma non è questo il punto. Il punto è che ora non viene montata di serie quasi più su nessuna bici da quelle da supermercato a quelle top. E di conseguenza non le usano più nemmeno le squadre professionistiche che poi è il titolo della discussione.
ma eri lì per poter giudicare i motivi delle scelte attuate?

l'ho scritto nel primo intervento : magari hanno semplicemente deciso di "limitarsi" perché volevano più giorni di vacanza...

magari la proprietà è felicissima per le scelte fatte...

essere più grande non vuol dire portare più soldi a casa...

e magari di avere più soldi alla proprietà non importava...

per un'azienda "familiare" magari più che una "crescita" rischiosa è importante fare scelte meno renumerative ma che garantiscono la sopravvivenza.

io non so cosa abbiano deciso i "campagnolo", né i motivi che li hanno spinti a fare queste scelte, ma andrei cauto nel giudicarle.

qui non si tratta di un compito di matematica... parliamo di 50 anni in cui il mondo è cambiato.

pensiamo a un'azienda che produce impianti sciistici, che si distingue perché realizza i migliori per funzionamento a basse temperature. in un mondo che si sta riscaldando è destinata a scomparire in virtù della propria natura, o a cambiare totalmente se stessa (si mette a costruire condizionatori).

campy era un'azienda che faceva del made in Italy e della ricercatezza tecnica e dei materiali i suoi punti di forza.

i brevetti sono scaduti, i materiali li hanno tutti e il made in Italy ormai non esiste più...

in pratica sono venuti meno tutti i motivi della grandezza di campy.

campy sarebbe stata la stessa se avesse prodotto negli anno 80' nel far east???
 
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ma eri lì per poter giudicare i motivi delle scelte attuate?

l'ho scritto nel primo intervento : magari hanno semplicemente deciso di "limitarsi" perché volevano più giorni di vacanza...

magari la proprietà è felicissima per le scelte fatte...

essere più grande non vuol dire portare più soldi a casa...

e magari di avere più soldi alla proprietà non importava...

per un'azienda "familiare" magari più che una "crescita" rischiosa è importante fare scelte meno renumerative ma che garantiscono la sopravvivenza.

io non so cosa abbiano deciso i "campagnolo", né i motivi che li hanno spinti a fare queste scelte, ma andrei cauto nel giudicarle.

qui non si tratta di un compito di matematica... parliamo di 50 anni in cui il mondo è cambiato.

pensiamo a un'azienda che produce impianti sciistici, che si distingue perché realizza i migliori per funzionamento a basse temperature. in un mondo che si sta riscaldando è destinata a scomparire in virtù della propria natura, o a cambiare totalmente se stessa (si mette a costruire condizionatori).

campy era un'azienda che faceva del made in Italy e della ricercatezza tecnica e dei materiali i suoi punti di forza.

i brevetti sono scaduti, i materiali li hanno tutti e il made in Italy ormai non esiste più...

in pratica sono venuti meno tutti i motivi della grandezza di campy.

campy sarebbe stata la stessa se avesse prodotto negli anno 80' nel far east???
Parecchio d'accordo.. ma dire che il made in Italy non esiste più sarebbe come decretare la fine della nazione Italia.
Per nostra fortuna vale ancora oro.. tant'è che parecchi brand hanno riportato le produzioni entro confine.. spesso brand collocati nella parte alta del mercato globale.
 

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Parecchio d'accordo.. ma dire che il made in Italy non esiste più sarebbe come decretare la fine della nazione Italia.
Per nostra fortuna vale ancora oro.. tant'è che parecchi brand hanno riportato le produzioni entro confine.. spesso brand collocati nella parte alta del mercato globale.
certo che il made in Italy vale ancora oro!

l'industria italiana è costituita quasi interamente da piccole e medie imprese,spesso a conduzione familiare, che fanno della "tradizione" e dello stile il loro punto di forza. campy semplicemente non fa eccezione.

probabilmente è quindi questa la "soluzione" più giusta per un'azienda con sede e produzione in Italia (per tutta una serie di motivi).

quindi tutti gli imprenditori italiani che guidano piccole e medie imprese sono "inadeguati" o "scarsi"?

poi si può discutere se il problema non sia anche nelle dinamiche che hanno portato le aziende a rimanere familiari quando nel resto del mondo il management viene scelto con altri criteri
 
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Che ne sai se c'erano in quel periodo da parte di Tullio prima e di Valentino poi i presupposti per rischiare o meno? Oggi, da dietro una tastiera, è tutto facile, ma bisognava esserci allora, su quella scrivania, a firmare i documenti giusti.
Non ci stiamo capendo, non sto giudicando il punto di vista di Tullio e Valentino, che non conosco e che magari sono felicissimi perche’ hanno quanto gli basta e molto di piu’ e non sanno come contare i soldi.

Io dico questo: imprenditori e manager di successo fanno crescere le proprie aziende. Io credo che l’attuale riposizionamento di Campagnolo (da leader di mercato ad azienda di nicchia) non sia frutto di una strategia voluta, ma, nella migliore delle ipotesi, sia frutto di scelte tattiche e miopi, nella peggiore di errori grossolani.
 

golias

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Non ci stiamo capendo, non sto giudicando il punto di vista di Tullio e Valentino, che non conosco e che magari sono felicissimi perche’ hanno quanto gli basta e molto di piu’ e non sanno come contare i soldi.

Io dico questo: imprenditori e manager di successo fanno crescere le proprie aziende. Io credo che l’attuale riposizionamento di Campagnolo (da leader di mercato ad azienda di nicchia) non sia frutto di una strategia voluta, ma, nella migliore delle ipotesi, sia frutto di scelte tattiche e miopi, nella peggiore di errori grossolani.
E questo solo per la diversa collocazione che hanno ora nel mercato.. senza sapere cosa ci sia dietro ad un impresa che a tutti gli effetti è considerata familiare pur essendo stata sulla cresta dell'onda ?
 

Lumi

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E questo solo per la diversa collocazione che hanno ora nel mercato.. senza sapere cosa ci sia dietro ad un impresa che a tutti gli effetti è considerata familiare pur essendo stata sulla cresta dell'onda ?
I fatti sono che prima c’era solo Campagnolo, ora Campagnolo ha una quota di mercato minima rispetto ai concorrenti. Qualunque manager presenti un piano che preveda questo obiettivo verrebbe licenziato immediatamente, poi se volete arrampicarvi sugli specchi e dire che è un bene ed è tutto voluto fate pure, ma la discussione su questo piano è a un livello troppo basso per quanto mi riguarda.
 
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