ho letto le ultime tre pagine ricche di spunti interessanti, tante idee ma forse è il caso di fare un passo indietro...
non avendo alcun bilancio in mano, è studi rigorosi sul settore ciclo e i suoi numeri negli anni, è difficile avere dei dati certi su cui discutere davvero...
tanto per fare un esempio "terra terra", campy magari ha rinunciato a importanti fette di mercato, ha ridotto pure il fatturato, ma la proprietà porta a casa gli stessi utili lavorando metà del tempo... e vivono più felici di prima...
questo per dire che dall'esterno non è semplice avere la "giusta" visione nel suo insieme...
detto questo, sempre da totale inesperto del settore, è difficile anche poter definire gli eventuali errori, perché sempre per assurdo, campy avrebbe volentieri fatto anche gruppi mtb e
ruote per auto, ma magari non ha avuto possibilità di accesso a credito per poterlo fare (mentre i competitors si). non si può quindi colpevolizzare un azienda o una proprietà di non avere soldi nel salvadanaio...
di sicuro, ha perso tutto o quasi il primo equipaggiamento (quanti hanno iniziato con un campy? Io ho cominciato con uno xenon 9v) sulle bdc. onestamente non era semplice competere con qualcuno che faceva le tue stesse cose a un prezzo minore... e proprio per la tipologia di prodotti basati su qualità, ricercatezza e made in Italy... probabilmente avrebbero dovuto realizzare gruppi con un altro marchio nei paesi a minor costo di manodopera come fanno
sram e
shimano senza troppi problemi da parte degli utenti... oppure avrebbero dovuto trasformare l'immagine del marchio rinunciando appunto a quello che era il loro punto forte.
il resto è stata quindi una conseguenza, che culmina appunto con l'uscita dalla sponsorizzazione di squadre wt.