Allenamento polarizzato

canserbero

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Il fatto è che a priori non puoi dirlo :) a meno che tu non conosca abbastanza le sue caratteristiche.
Così come a priori non sai esattamente se possa essere adatto il "non farsi troppe seghe mentali" oppure preferibile "essere più specifici" anche nella scelta e gestione delle intensità più basse: dipende dall'impatto di tale aspetto sull'insieme della pratica (dall'idea, approssimata ma utile, di atleti più slow twitch o più fast twitch che tollerano diversamente i volumi e richiedono diverse attenzioni nella scelta delle relative intensità).
"Ciò che alla fine stiamo gestendo è lo stress allenante (o più precisamente il rapporto segnale adattativo / stress allenante), non l'intensità in quanto tale" :)
Scusami, sono d’accordo con te su tutto, tranne sulla parte del “più specifici” perché penso si riferisca a ciò che avevo sollevato qualche messaggio fa; mi rendo conto che ho lasciato intendere che la specificità dovesse riguardare solo la bassa intensità, ma in realtà non intendevo questo. Intendevo proprio quello che poi elabori nel messaggio, ovvero che bisogna essere specifici nella globalità del piano di allenamento in modo tale da tirare fuori il massimo con le risorse disponibili, tenendo conto delle caratteristiche di base dell’atleta, delle carenze, così come degli obiettivi di medio e lungo termine.
 

canserbero

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si assolutamente ogni è sempre un discorso soggettivo. Molto interessante il discorso di differenziare a seconda del tipo di atleta, come organizzeresti in questo caso un piano polarizzato? intensità più alte e intervalli brevi per atleti fast twicth e intenstà un pò piu basse e intervalli più lunghi per atleti slow twitch?o andresti a modificare i giorni "easy"?. So che non è semplice rispondere ma parliamo un pò in generale come concetti....
Supponiamo che un’ipotetico atleta abbia il profilo da sprinter e debba migliorare, per qualsiasi motivo, la potenza sui 45’-60’. Ragioneresti in termini di polarizzato o piramidale per farlo migliorare? Non voglio essere polemico o arrogante, è solo per far vedere nella pratica qual è il punto di “la distribuzione è una conseguenza del piano di allenamento”
 
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Supponiamo che un’ipotetico atleta abbia il profilo da sprinter e debba migliorare, per qualsiasi motivo, la potenza sui 45’-60’. Ragioneresti in termini di polarizzato o piramidale per farlo migliorare? Non voglio essere polemico o arrogante, è solo per far vedere nella pratica qual è il punto di “la distribuzione è una conseguenza del piano di allenamento”
penso che gli farei fare tanta z3 magari cercand di tenere una cadenza leggermente minore a quella autoscelta poi inserirei intervalli in soglia o poco sopra... ma non ho le competenze per dare una risposta. Tu come ragioneresti? nel caso di uno sprinter e mel caso di un atleta poco glicolitico invece
 
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Scusami, sono d’accordo con te su tutto, tranne sulla parte del “più specifici” perché penso si riferisca a ciò che avevo sollevato qualche messaggio fa; mi rendo conto che ho lasciato intendere che la specificità dovesse riguardare solo la bassa intensità, ma in realtà non intendevo questo. Intendevo proprio quello che poi elabori nel messaggio, ovvero che bisogna essere specifici nella globalità del piano di allenamento in modo tale da tirare fuori il massimo con le risorse disponibili, tenendo conto delle caratteristiche di base dell’atleta, delle carenze, così come degli obiettivi di medio e lungo termine.
Sì, era solo un esempio per l'aspetto particolare :)
Il fatto che non ci sia uno schema univoco direi che implica necessariamente che delle scelte generali individuali siano opportune; le impostazioni preliminari a priori sono più o meno importanti a seconda di caratteristiche e situazione particolare, e l'insieme di queste e del monitoraggio della risposta definisce correzioni e scelte più ragionevoli (meglio: riducono le opzioni fra le scelte possibili) per la progressione cercata.
 
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Molto interessante il discorso di differenziare a seconda del tipo di atleta, come organizzeresti in questo caso un piano polarizzato? intensità più alte e intervalli brevi per atleti fast twicth e intenstà un pò piu basse e intervalli più lunghi per atleti slow twitch?o andresti a modificare i giorni "easy"?. So che non è semplice rispondere ma parliamo un pò in generale come concetti....
Necessariamente le differenze contribuiscono a definire gli aspetti da correggere e come+quanto è possibile farlo.
Ci sarà chi, per sue caratteristiche, può rendere produttivo un volume "aerobico" a intensità più alta mentre per altri significa usare troppo certe risorse e limitare la sostenibilità e l'esecuzione di esercizi più intensi. Una possibilità per esercizi intensi è quella che riporti, ma direi che è soprattutto una questione di volume e collocazione di quel tipo di stimolo (dose giusta quando serve nel contesto del resto). Tendenzialmente ST potrebbe beneficiare di esercizi intensi su periodi più lunghi ma in dosi più piccole, o per chi è più FT "recuperi" maggiori tra le ripetizioni. Le implicazioni sono molte e sono valide a prescindere dallo schema particolare (quindi anche fuori da questa discussione); trovi indicazioni - potresti partire ad esempio da ciò che ha pubblicato (anche con indicazioni pratiche) Eline Lievens sui miotipi (ma sono idee note anche da prima).
 
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penso che gli farei fare tanta z3 magari cercand di tenere una cadenza leggermente minore a quella autoscelta poi inserirei intervalli in soglia o poco sopra... ma non ho le competenze per dare una risposta. Tu come ragioneresti? nel caso di uno sprinter e mel caso di un atleta poco glicolitico invece
Più che dire cosa far fare quello che intendevo dire è che partirei dal capire le necessità e i punti deboli per creare dei mesocicli di lavoro in progressione, piuttosto che voler creare dei mesocicli che, come prima caratteristica, rispondano al paradigma del polarizzato.

Comunque se proprio volessimo abbracciare il polarizzato prima di tutto il resto, bisognerebbe rifarsi a quanto professava Seiler: i giorni di lavoro devono essere davvero impegnativi (indipendentemente da cosa si va ad allenare) per mandare “un segnale forte” e dare senso alle giornate easy, che lo devono essere davvero (per autodisciplina o per necessità). Bisogna considerare che così facendo si sacrifica la frequenza con la quale si può applicare uno stimolo; inoltre, risulta abbastanza difficile incastrare delle sedute, come quelle a LT1, che siano produttive al di fuori dalle sedute hard (non resta che considerare un lungo in zona LT1 come seduta hard). Insomma, anche non partendo dai contenuti, può essere una buona idea periodizzare :)
 
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Più che dire cosa far fare quello che intendevo dire è che partirei dal capire le necessità e i punti deboli per creare dei mesocicli di lavoro in progressione, piuttosto che voler creare dei mesocicli che, come prima caratteristica, rispondano al paradigma del polarizzato.
sarebbe interessante capire se ci possano essere differenze tra tipologia di atleta e tipo di approccio, intendo dire uno scalatore con prevalenza di fibre lente avrebbe migliori benefici da un piramidale o da un polarizzato? e stesso discorso per uno sprinter
 

canserbero

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sarebbe interessante capire se ci possano essere differenze tra tipologia di atleta e tipo di approccio, intendo dire uno scalatore con prevalenza di fibre lente avrebbe migliori benefici da un piramidale o da un polarizzato? e stesso discorso per uno sprinter
Secondo me è estremamente difficile dare una risposta sensata circa il tipo di interventi e strumenti da usare in assenza di informazioni di contorno.
 

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giusto per parlare...
perchè ci dovrebbero essere risposte differenti in base all'approccio utilizzato (in questo caso polarizzato)?
in funzione del tipo di atleta saranno diversi i "lavori" ad alta intensità.
non è che il polarizzato ha dei lavori fissi e codificati e quindi è più adatto ad un tipo di atleta o un altro...
ho l'impressione che la divisione in zone di potenza porti ad equivoci (ad esempio il classico: "nel polarizzato evitare il medio o z3")...
così, tanto per dire, una seduta di 4h in z3 voglio vedere se, alla fine, non è ad alta intensità :wacko:
 
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giusto per parlare...
perchè ci dovrebbero essere risposte differenti in base all'approccio utilizzato (in questo caso polarizzato)?
in funzione del tipo di atleta saranno diversi i "lavori" ad alta intensità.
non è che il polarizzato ha dei lavori fissi e codificati e quindi è più adatto ad un tipo di atleta o un altro...
ho l'impressione che la divisione in zone di potenza porti ad equivoci (ad esempio il classico: "nel polarizzato evitare il medio o z3")...
Potrebbero esserci nel breve termine in base alla dose di stimolo applicato che ci si concede di applicare di volta in volta. Magari per far rientrare il medio nelle sessioni hard strutturi la sessione per avere 90’/120’ di tempo accumulato nella zona, mentre magari con un piramidale magari quella sessione la puoi dividere in due sessioni. Come dicevo qualche post fa, con il polarizzato ai va nella direzione di dare un segnale molto forte e meno frequente. Non sto dicendo che è una pratica da evitare, solo che se si struttura il piano per rispettare il paradigma le sessioni hard del piano vanno in quella direzione; se non si fa così, allora si sta facendo altro

così, tanto per dire, una seduta di 4h in z3 voglio vedere se, alla fine, non è ad alta intensità :wacko:
E infatti, come cercavo di dire qualche messaggio fa, seguendo Seiler questo era contemplato: giocare con durata ed intensità affinché la seduta diventi hard; quindi tutto è contemplato, dalla seduta di medio ad una di lt1 protratta ad libitum
 

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Devo ancora leggere l’articolo però dalla sintesi dei risultati ci sono cose interessanti come “Competitive athletes may have greater improvements to VO2max with POL, while recreational athletes may improve more with a PYR TID.”


In allegato un autoscatto mentre leggevo la sintesi a video :-)xxxx
 

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Devo ancora leggere l’articolo però dalla sintesi dei risultati ci sono cose interessanti come “Competitive athletes may have greater improvements to VO2max with POL, while recreational athletes may improve more with a PYR TID.”

c'è modo di vedere come sono stati svolti gli allenamenti e quante ore sono state fatte dai gruppi?
 

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sarebbe interessante capire se ci possano essere differenze tra tipologia di atleta e tipo di approccio, intendo dire uno scalatore con prevalenza di fibre lente avrebbe migliori benefici da un piramidale o da un polarizzato? e stesso discorso per uno sprinter
e' secondo me, una domanda interessante .
dovessi cosi' dire la mia a naso tanto per parlare , distinguerei se lo scalatore con prevalenza di fibre lente voglia mantenere e lavorare e puntare su questa capacita' aerobica oppure lavorare sui punti deboli e quindi stimolare le fibre veloci con lavori specifici . in quest'ultimo caso vedrei di piu' il polarizzato mentre per massimizzare sul suo punto forte vedrei piu' il piramidale (ovviamente sono solo mie congetture assolutamente gratuite). stesso discoro per lo sprinter
 
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e' secondo me, una domanda interessante .
dovessi cosi' dire la mia a naso tanto per parlare , distinguerei se lo scalatore con prevalenza di fibre lente voglia mantenere e lavorare e puntare su questa capacita' aerobica oppure lavorare sui punti deboli e quindi stimolare le fibre veloci con lavori specifici . in quest'ultimo caso vedrei di piu' il polarizzato mentre per massimizzare sul suo punto forte vedrei piu' il piramidale (ovviamente sono solo mie congetture assolutamente gratuite). stesso discoro per lo sprinter
Ma se lo scalatore ai allenasse 7/7 e, per esempio, per 5 giorni in z2 e i restanti 2 in z3/z4, allora farebbe un piramidale o un polarizzato?
 
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Ma se lo scalatore ai allenasse 7/7 e, per esempio, per 5 giorni in z2 e i restanti 2 in z3/z4, allora farebbe un piramidale o un polarizzato?
sinceramente questi estremismi per sottolineare che anche un lavoro in Z 3 protratto nel tempo può essere considerato una sessione intensa , e quindi blablabla non rispecchiano lo spirito del polarizzato dove si cerca comunque di tirare collo ai due motori ( aerobico, anaerobico) , compatibilmente col recupero, per ottenere quell ulteriore supercompensazioni in soggetti già molto allenati.
in effetti anche quello studio dice che il polarizzato rende molto sugli atleti e non certo immagino, facendo sessioni intense in Z3
 
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sinceramente questi estremismi per sottolineare che anche un lavoro in Z 3 protratto nel tempo può essere considerato una sessione intensa , e quindi blablabla non rispecchiano lo spirito del polarizzato dove si cerca comunque di tirare collo ai due motori ( aerobico, anaerobico) , compatibilmente col recupero, per ottenere quell ulteriore supercompensazioni in soggetti già molto allenati.
in effetti anche quello studio dice che il polarizzato rende molto sugli atleti e non certo immagino, facendo sessioni intense in Z3
Non sono estremismi, è quanto ha sottolineato Seiler a più riprese: sono intensità e durata che creano lo stimolo. Come viene declinato un polarizzato (anche se inorridisco a dire cosi perché pare che prima si sceglie la distribuzione e poi si mettono i contenuti, ma va bene così, facciamo un passo alla volta), per esempio solo “z2+z5” o con uno spettro di intensità più vario, è altra cosa.
 
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c'è modo di vedere come sono stati svolti gli allenamenti e quante ore sono state fatte dai gruppi?
Tabella S11 (per le ore) del materiale supplementare che trovi a fondo pagina qui: https://link.springer.com/article/10.1007/s40279-024-02149-3

Promemoria: l'articolo, per provare a spiegare le cose, ragiona necessariamente su un singolo aspetto (che potrebbe non essere fattore limitante per i miglioramenti più utili nel caso particolare), approccio che un programma di allenamento non segue mai siccome la prestazione di endurance integra una serie di componenti fisiologiche mutuamente correlate, non isolate :)
 
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Non sono estremismi, è quanto ha sottolineato Seiler a più riprese: sono intensità e durata che creano lo stimolo. Come viene declinato un polarizzato (anche se inorridisco a dire cosi perché pare che prima si sceglie la distribuzione e poi si mettono i contenuti, ma va bene così, facciamo un passo alla volta), per esempio solo “z2+z5” o con uno spettro di intensità più vario, è altra cosa.
ok va bene
 

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È una meta analisi, prendono quindi dati/risultati di altri studi e cercano di metterli assieme con una certa coerenza.
Il problema è che ci si trova sempre allo stesso punto, il fatto che gli amatori siano migliorati di più con il piramidale potrebbe essere dovuto al fatto che il loro volume non gli permette di sfruttare il polarizzato come invece fanno i professionisti. Ma è una mia idea...
 


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