Direi che il collo di bottiglia alla fine sta nel "a livello locale gli amministratori sanno benissimo che si vincono e si perdono le elezioni sulla gestione delle strade".
Il comune fa o non fa le cose sia in base alle risorse e sia in base alle domande, alle richieste degli elettori.
Con risorse limitate bisogna filtrare le richieste per cui avranno la precedenza quelle che coincidono con l'elettorato di riferimento, escludendo ovviamente urgenze ed emergenze.
E fin qui direi che ci siamo tutti...
Diverso è il discorso se "ciò che si fa" (o non si fa o si fa finta di fare) danneggia direttamente e/o indirettamente una larga parte della cittadinanza. In questo caso la salute generale delle persone.
L'articolo cita Genova come fulgido esempio di attuazione di soluzioni pro-ciclistiche con la creazione di numerose corsie ciclabili, strisce rosse dipinte per terra.
Ecco, io a Genova ci vivo e la percorro da sessant'anni a piedi, in auto, in moto, in autobus.
E da vent'anni spesso in bici, e ci vuole tanto pelo sullo stomaco ad attraversarla! Ma tanto eh...!!
Tralasciando la sua conformazione che ciclisticamente la penalizza fortissimamente, le corsie ciclabili sono spesso giocoforza dipinte su strade dove difficilmente può passare un auto e contemporaneamente,
in sicurezza, una bici.
Figuriamoci un mezzo pubblico! Anzi, sono spesso costretti a entrare e uscire sulle corsie ciclabili per effettuare le fermate
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Sul rispetto delle corsie ciclabili a Genova stendo un pietoso velo, non so che film hanno visto quelli dell'articolo, ma d'altronde se non appoggiano la scelta del casco obbligatorio cosa si pretende?
TUTTI noi ciclisti che siamo caduti almeno una volta sappiamo quanto ci è stato utile anche a basse velocità.