Pinarello ha la antipatica abitudine di ignorare qualunque richiesta. E qui, chiudendo per quanto mi riguarda il discorso sul peso, apro un altro argomento.
Ha poco a che fare con le prestazioni, ma molto con il feeling rispetto a una marca, soprattutto quando in discussione non è un semplice oggetto di consumo, o un attrezzo da centro commerciale, ma un oggetto a cui si riconosce un prezzo non solo per il valore materiale, ma per valori sportivi, progettuali, formali che il cliente fedele alla marca è disposto a riconoscere e pagare.
Sono in molti a disconoscere questa possibilità, ma siamo in molti, al contrario, ad accettarla e con grande piacere.
Ora, la scelta di una marca di questo tipo implica un rapporto che va al di là del 'paga e porta a casa'.
Quando Fausto Pinarello parla in una intervista, sembra voler rappresentare l'idea di una marca di grande storia e valore culturale e nessuno può contestarlo, ma quando si tratta di stabilire un rapporto con il cliente, non si trova il riscontro pratico.
Lasciamo perdere il sito, aggiornato ad ogni morte di papa, visto che ormai i social networks stanno progressivamente sostituendo i 'tradizionali siti' (scelta discutibile, secondo me...), ma il problema è il rapporto che non si riesce a stabilire con la casa.
Io sono alla mia quinta Dogma e, a ogni richiesta che ho tentato, non ho mai avuto risposta, anche ripetendo la richiesta.
In visita alla Bottega di Treviso, non dico che non mi abbiano cagato, ma quasi. E' inutile avere una spettacolare e confortevolissima sede se a un cliente da cinque Dogma non offri manco un
caffé e ti ricevono dei ragazzi svogliati e indisposti a dare l'impressione che sei una parte del marchio.
Non credo che con il budget di Pinarello sia impossibile avere un minimale dipartimento che curi questi aspetti importantissimi di rapporto con i clienti.
Non rispondetemi che questo è il risultato di aver trasformato il marchio in un brand per fighetti, perché se è pur vero nei grandi numeri, nessun marchio top può permettersi di ignorare la componente più 'sentimentale' della clientela (e non parlo dell' 'astenersi perditempo', ma di clienti che hanno acquistato più di 50.000 euro di prodotti), quella che, particolarmente nel caso del mondo del ciclismo, conserva valori che funzionano benissimo anche nel marketing rivolto ai 'fighetti'.
Continua ad amare Pinarello e le sue bici, ma devo ammettere che questa scarsa empatia nei confronti della clientela più fedele sia sgradevole.