Davide Rebellin travolto ed ucciso da un camion

RamboGuerrazzi

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corsa+gravel
Non cambierà nulla perchè il popolo è abituato ( non addito nessuno in particolare, solo una riflessioe ). Se dall'alto non si interviene in modo pesante e costante sull'educazione stradale e civica . Il continuo perbenismo che il governo continua a mantenere ha contribuito a raggiungere questa situazione.

In brasile, dove guidano molto peggio che in italia, intervengono con rimedi estremi: ho viaggiato su strade con autovelox ogni km, per centinaia di km. Il pulmino in cui viaggiavo passava dai 120 ai 60 all'ora ogni km. Hanno messo dissuasori per la velocità anche su strade ad alto scorrimento. Stesso comportamento del bus in cui viaggiavo.

Da noi gli interventi estremi sono limitati ai monopattini: quando entrano nelle zone pedonali il gps le riconosce e limita la velocità a6 km/h. Le auto, però, non si possono limitare. GUAI.
 
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opino1

Gregario
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francesco moser anni 80, specialized aethos
Come detto da qualcuno possiamo solo prendere più precauzioni possibili , scegliendo strade ,ora , condizioni meteorologiche, abbigliamento andare in fila indiana ( soprattutto) e poi avere tanto ma tanto culo....
 

garbino289

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bellissime
Un'altro ragazzo del '70 che se ne va; iniziai a seguire il ciclismo pro nei primi anni '90, proprio quando i "terribili" ragazzi del '70 facevano fuoco e fiamme...(Rebellin, Bartoli, Casagrande, Pantani, Simoni, Gotti e qualche altro che sicuramente dimentico...).
Grazie per le emozioni che ci avete fatto vivere e per avermi fatto innamorare di questo sport.
 

leandro_loi

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Come detto da qualcuno possiamo solo prendere più precauzioni possibili , scegliendo strade ,ora , condizioni meteorologiche, abbigliamento andare in fila indiana ( soprattutto) e poi avere tanto ma tanto culo....
Questo se la bici non la usi anche come commuting, nel qual caso le località di partenza (casa) e arrivo (lavoro) sono fisse, e puoi semplicemente deviare per percorrere il maggior numero di ciclabili possibili (quando ci sono e quando nessuno ci ha parcheggiato dentro). rimane vero l'avere tanto ma tanto culo.
 

RamboGuerrazzi

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notizia di poco fa...

sempre intorno vicenza stamattina hanno investito una ragazza (17 anni) che attraversava la strada a piedi. Su twitter c'erano una serie di account che archiviavano queste notizie dei vari quotidiani locali con l'hashtag #stragequotidiana. Ogni giorno era un bollettino di guerra. Questo da anni ormai, ma nei fatti non cambia mai niente. Come non cambia niente nelle nostre città, dove si crepa di tumori a causa della merda che si respira, ma di cambiare modalità di trasporti o consumi non se ne parla. Piuttosto preferiamo crepare di tumore.
 
23 Ottobre 2015
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Cube, Specialized
Come detto da qualcuno possiamo solo prendere più precauzioni possibili , scegliendo strade ,ora , condizioni meteorologiche, abbigliamento andare in fila indiana ( soprattutto) e poi avere tanto ma tanto culo....
Mi sto convincendo che in fila indiana si rischia di più.
Certo se si é in 2 o 4 ok, ma un gruppo più numeroso no, si crea una fila lunghissima e le macchine tentano di superare in posti impensabili e rientrano a metà chiudendo il ciclista di turno a destra.
A questo punto meglio un gruppo di "pecore" più corto ma che occupa tutta la carreggiata come un trattore, che costringe chi segue a superare solo dove le condizioni lo consentono.
 

paulstorm

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Da noi gli interventi estremi sono limitati ai monopattini: quando entrano nelle zone pedonali il gps le riconosce e limita la velocità a6 km/h. Le auto, però, non si possono limitare. GUAI.

tutte le auto immatricolate dal 2024 in poi saranno dotate di limitatore di velocità
 
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sempre intorno vicenza stamattina hanno investito una ragazza (17 anni) che attraversava la strada a piedi. Su twitter c'erano una serie di account che archiviavano queste notizie dei vari quotidiani locali con l'hashtag #stragequotidiana. Ogni giorno era un bollettino di guerra. Questo da anni ormai, ma nei fatti non cambia mai niente. Come non cambia niente nelle nostre città, dove si crepa di tumori a causa della merda che si respira, ma di cambiare modalità di trasporti o consumi non se ne parla. Piuttosto preferiamo crepare di tumore.
Leggevo più di 100 ciclisti usccisi in 8 mesi, circa 1 ogni 2 giorni.
 

RamboGuerrazzi

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Mi sto convincendo che in fila indiana si rischia di più.
Certo se si é in 2 o 4 ok, ma un gruppo più numeroso no, si crea una fila lunghissima e le macchine tentano di superare in posti impensabili e rientrano a metà chiudendo il ciclista di turno a destra.

sulle stradine secondarie una lunga fila indiana è deleteria. Non c'è mai spazio per superare, a meno che l'auto non ti sbatta fuori dalla strada, come in effetti succede.
 

Ser pecora

Diretur
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tutte le auto immatricolate dal 2024 in poi saranno dotate di limitatore di velocità

Sinceramente non credo sia una questione di velocità. Ho raramente letto di ciclisti investiti a velocità elevate.

La questione per me si riassume in 2 punti:

-veicoli a motore e bici non possono stare sulle stesse strade. Troppa la differenza di velocità e di "regole", nel senso che le dinamiche della guida di una bici sono sconosciute alla maggior parte di chi guida un veicolo a motore (evitare tombini, etc.). Quindi l'unica soluzione sarebbe avere piste ciclabili separate fisicamente dalle strade, quindi non divise da una striscia pitturata per terra. Cosa che ovviamente comporta investimenti enormi e non sempre è materialmente fattibile.

E pertanto, di fondo, per me si risolve tutto nel punto 2:

-Serve una massiccia campagna di educazione stradale per gli automobilisti. E' inconcepibile che nelle scuole guida non si insegni a stare ad almeno 1,5mt da un ciclista quando lo si supera. Vanno insegnate le conseguenze di un passaggio ravvicinato ad un ciclista (in alcuni paesi lo fanno con i guidatori di autobus:
).
Va insegnato che superato un ciclista questo non si smaterializza e quindi se poi si rallenta per svoltare a dx quello prende in pieno l'auto (il 90% degli incidenti auto-bici), Va insegnato che in una rotonda la precedenza va data comunque al ciclista, perché le possibilità di "manovre evasive" per un ciclista dentro una rotonda sono limitate rispetto un mezzo a motore.

Ovvero va insegnato che il ciclista è sicuramente una rottura di palle per l'automobilista, vista l'enorme differenza di velocità a cui transitano, ma, appunto, un automobilista puo' recuperare i 10-15" persi per rallentare e dare spazio ad un ciclista accelerando dopo...
Va insegnato che perdere 30" (realmente non di piu') per aspettare a superare un ciclista o dargli la precedenza in una rotonda, o farlo stare davanti prima di svoltare a dx invece che superarlo fa la differenza tra potenzialmente ammazzarlo e no. O comunque evitargli una gita in ospedale e magari mesi di ortopedia.
Vanno insegnate le conseguenze di un impatto tra ciclista e auto, in cui è sempre il primo a rimetterci.

Il punto è che questa educazione non si fa, anzi, si calca sempre la mano sui soliti argomenti che i ciclisti non rispettano i semafori rossi, vanno in giro in fila per 3 col resto di 2 come i trentini, non usano le luci, etc... tutte cose spesso vere, ma che non giustificano la mancanza di consapevolezza di quello che accade in caso di contatto auto-bici.

E tutto questo non è fantascienza, è solo educazione, perché basta uscire dall'Italia, almeno nei paesi confinanti, per rendersi conto che l'atteggiamento degli automobilisti non è lo stesso che in Italia rispetto i ciclisti. Almeno almeno raramente qualcuno ti supera facendoti un pelo a 30cm. In Italia questo non è nemmeno concepito.

E poi, per vedere "l'educazione" diffusa rispetto i ciclisti in Italia basta farsi un giro per i vari gruppi Facebook e compagnia, dove si incita platealmente all'odio per i ciclisti tra insulti e deliri vari.
Ma non solo, basti vedere cosa riportava in uno squallido articolo il Corriere della Sera (lo stesso che oggi mette in prima pagina Rebellin):

FizM5x_XkAA2KtK


Non credo servano commenti (se servono siamo messi ancora peggio). Ecco, questa è una "cultura" che andrebbe cambiata, non cominciare con la solita delirante passione italica per regole e regoline da tutte le parti, che poi servono a zero.
 

batstone79

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Comunque sembra che il camionista (che guidava un camion rosso con targa tedesca come accertato dai Carabinieri che hanno visionato le immagini delle telecamere di sicurezza) si sia fermato qualche metro e, dopo aver capito cosa era successo, abbia fatto il giro del ristorante e sia scappato via. Quindi omissione di soccorso, omicidio stradale, etc....
Attualmente ricercato, speriamo che lo becchino e buttino via la chiave
 

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Sinceramente non credo sia una questione di velocità. Ho raramente letto di ciclisti investiti a velocità elevate.

La questione per me si riassume in 2 punti:

-veicoli a motore e bici non possono stare sulle stesse strade. Troppa la differenza di velocità e di "regole", nel senso che le dinamiche della guida di una bici sono sconosciute alla maggior parte di chi guida un veicolo a motore (evitare tombini, etc.). Quindi l'unica soluzione sarebbe avere piste ciclabili separate fisicamente dalle strade, quindi non divise da una striscia pitturata per terra. Cosa che ovviamente comporta investimenti enormi e non sempre è materialmente fattibile.

E pertanto, di fondo, per me si risolve tutto nel punto 2:

-Serve una massiccia campagna di educazione stradale per gli automobilisti. E' inconcepibile che nelle scuole guida non si insegni a stare ad almeno 1,5mt da un ciclista quando lo si supera. Vanno insegnate le conseguenze di un passaggio ravvicinato ad un ciclista (in alcuni paesi lo fanno con i guidatori di autobus:
).
Va insegnato che superato un ciclista questo non si smaterializza e quindi se poi si rallenta per svoltare a dx quello prende in pieno l'auto (il 90% degli incidenti auto-bici), Va insegnato che in una rotonda la precedenza va data comunque al ciclista, perché le possibilità di "manovre evasive" per un ciclista dentro una rotonda sono limitate rispetto un mezzo a motore.

Ovvero va insegnato che il ciclista è sicuramente una rottura di palle per l'automobilista, vista l'enorme differenza di velocità a cui transitano, ma, appunto, un automobilista puo' recuperare i 10-15" persi per rallentare e dare spazio ad un ciclista accelerando dopo...
Va insegnato che perdere 30" (realmente non di piu') per aspettare a superare un ciclista o dargli la precedenza in una rotonda, o farlo stare davanti prima di svoltare a dx invece che superarlo fa la differenza tra potenzialmente ammazzarlo e no. O comunque evitargli una gita in ospedale e magari mesi di ortopedia.
Vanno insegnate le conseguenze di un impatto tra ciclista e auto, in cui è sempre il primo a rimetterci.

Il punto è che questa educazione non si fa, anzi, si calca sempre la mano sui soliti argomenti che i ciclisti non rispettano i semafori rossi, vanno in giro in fila per 3 col resto di 2 come i trentini, non usano le luci, etc... tutte cose spesso vere, ma che non giustificano la mancanza di consapevolezza di quello che accade in caso di contatto auto-bici.

E tutto questo non è fantascienza, è solo educazione, perché basta uscire dall'Italia, almeno nei paesi confinanti, per rendersi conto che l'atteggiamento degli automobilisti non è lo stesso che in Italia rispetto i ciclisti. Almeno almeno raramente qualcuno ti supera facendoti un pelo a 30cm. In Italia questo non è nemmeno concepito.

E poi, per vedere "l'educazione" diffusa rispetto i ciclisti in Italia basta farsi un giro per i vari gruppi Facebook e compagnia, dove si incita platealmente all'odio per i ciclisti tra insulti e deliri vari.
Ma non solo, basti vedere cosa riportava in uno squallido articolo il Corriere della Sera (lo stesso che oggi mette in prima pagina Rebellin):

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Non credo servano commenti (se servono siamo messi ancora peggio). Ecco, questa è una "cultura" che andrebbe cambiata, non cominciare con la solita delirante passione italica per regole e regoline da tutte le parti, che poi servono a zero.
Tutto vero, tutto giusto.
Ma se vengono confermate le notizie, qui si tratta di Qualcuno che ha commesso un crimine.
 

alespg

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26 Dicembre 2017
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scapin eos 3
Sinceramente non credo sia una questione di velocità. Ho raramente letto di ciclisti investiti a velocità elevate.

La questione per me si riassume in 2 punti:

-veicoli a motore e bici non possono stare sulle stesse strade. Troppa la differenza di velocità e di "regole", nel senso che le dinamiche della guida di una bici sono sconosciute alla maggior parte di chi guida un veicolo a motore (evitare tombini, etc.). Quindi l'unica soluzione sarebbe avere piste ciclabili separate fisicamente dalle strade, quindi non divise da una striscia pitturata per terra. Cosa che ovviamente comporta investimenti enormi e non sempre è materialmente fattibile.

E pertanto, di fondo, per me si risolve tutto nel punto 2:

-Serve una massiccia campagna di educazione stradale per gli automobilisti. E' inconcepibile che nelle scuole guida non si insegni a stare ad almeno 1,5mt da un ciclista quando lo si supera. Vanno insegnate le conseguenze di un passaggio ravvicinato ad un ciclista (in alcuni paesi lo fanno con i guidatori di autobus:
).
Va insegnato che superato un ciclista questo non si smaterializza e quindi se poi si rallenta per svoltare a dx quello prende in pieno l'auto (il 90% degli incidenti auto-bici), Va insegnato che in una rotonda la precedenza va data comunque al ciclista, perché le possibilità di "manovre evasive" per un ciclista dentro una rotonda sono limitate rispetto un mezzo a motore.

Ovvero va insegnato che il ciclista è sicuramente una rottura di palle per l'automobilista, vista l'enorme differenza di velocità a cui transitano, ma, appunto, un automobilista puo' recuperare i 10-15" persi per rallentare e dare spazio ad un ciclista accelerando dopo...
Va insegnato che perdere 30" (realmente non di piu') per aspettare a superare un ciclista o dargli la precedenza in una rotonda, o farlo stare davanti prima di svoltare a dx invece che superarlo fa la differenza tra potenzialmente ammazzarlo e no. O comunque evitargli una gita in ospedale e magari mesi di ortopedia.
Vanno insegnate le conseguenze di un impatto tra ciclista e auto, in cui è sempre il primo a rimetterci.

Il punto è che questa educazione non si fa, anzi, si calca sempre la mano sui soliti argomenti che i ciclisti non rispettano i semafori rossi, vanno in giro in fila per 3 col resto di 2 come i trentini, non usano le luci, etc... tutte cose spesso vere, ma che non giustificano la mancanza di consapevolezza di quello che accade in caso di contatto auto-bici.

E tutto questo non è fantascienza, è solo educazione, perché basta uscire dall'Italia, almeno nei paesi confinanti, per rendersi conto che l'atteggiamento degli automobilisti non è lo stesso che in Italia rispetto i ciclisti. Almeno almeno raramente qualcuno ti supera facendoti un pelo a 30cm. In Italia questo non è nemmeno concepito.

E poi, per vedere "l'educazione" diffusa rispetto i ciclisti in Italia basta farsi un giro per i vari gruppi Facebook e compagnia, dove si incita platealmente all'odio per i ciclisti tra insulti e deliri vari.
Ma non solo, basti vedere cosa riportava in uno squallido articolo il Corriere della Sera (lo stesso che oggi mette in prima pagina Rebellin):

FizM5x_XkAA2KtK


Non credo servano commenti (se servono siamo messi ancora peggio). Ecco, questa è una "cultura" che andrebbe cambiata, non cominciare con la solita delirante passione italica per regole e regoline da tutte le parti, che poi servono a zero.
ho letto l'articolo ieri sera, rilanciato dalla FIAB di Milano... la solita accozzaglia di luoghi comuni, indegna del maggiore quotidiano nazionale.
 

ciclettico

Apprendista Scalatore
23 Aprile 2004
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Ravenna
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BMC Team Machine SLR01
Sono appena stato a fare 3 giorni di vacanza in bici a Palma di Maiorca.
Strade non trafficate, ovviamente, è un'isola turistica e siamo fuori stagione.
Ma le auto non ti superano se sei in bici. O meglio, ti superano solo se sono sicuri che dall'altra parte non arrivi nessuno, in quanto lasciano tanto spazio fra auto e ciclista e quindi devono invadere la corsia opposta. In tre giorni, 300 km e 5000 metri di dislivello, su strade collinari per lo più strette, non un solo automobilista che ci abbia suonato il clacson. Tutti passano larghi, a velocità contenuta e senza sgommare. Una cosa da commuoversi, anche se è vero che in totale abbiamo avuto da fare complessivamente con non più di poche decine di auto.
Ho sentito che non è solo una cosa dell'isola, ma anche in Spagna accade la stessa cosa. Non lo so, riporto quello che mi hanno detto.
Perché in Spagna si e in Italia no? gli spagnoli sono mediterranei come noi, sono simili a noi in tutto. Ma in questo noi siamo incivili, e loro no. Perchè? Sigh.
Sono stato via 3 giorni, poi ho pedalato poco al mio ritorno, ma ho provato subito l'ebbrezza dei tanti automobilisti italiani che, in una strada di campagna poco trafficata, di una provincia che non è certo Milano o Roma, ti superano tranquillamente passandoti a 15 cm. Arisigh
 

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