Dico la mia su questo argomento e poi non intervengo più. Sono abbastanza stupito di come praticamente nessuno approfondisca il significato ultimo dei vari decreti, che per come lo leggo io non è 'è pericoloso uscire di casa' ma 'è pericoloso stare a contatto con gli altri'. Naturalmente il legislatore per fare passare questo concetto in maniera chiara e semplice deve fare una sintesi e la sintesi più efficace è 'spostatevi solo se necessario'. E fa un elenco di quali sono le cose necessarie. Poi è stato aggiunto un paragrafo specifico per l'attività fisica e sul perché sia stato aggiunto proprio sull'attività fisica ai miei occhi è talmente evidente che non bisogna nemmeno spiegarlo. Ora io sono abbastanza convinto che tutti, più o meno ovunque, se si affacciano dalla finestra e osservano quello che succede fuori sarebbero in grado di rendersi conto che esistono fasce orarie in cui c'è meno gente in giro o a fare la spesa e che si riesce più o meno tranquillamente a uscire senza entrare in contatto con nessuno o a distanza molto più ampia di un metro, passeggiando o facendo attività fisica, compresa la bici. Naturalmente questo richiede attenzione, osservazione, dedizione e soprattutto capacità di discernimento del fatto che la discriminante è stare da soli, con tutto quello che comporta. La moltitudine di comportamenti, di esigenze personali, casi soggettivi, situazioni di emergenza in base alle varie zone geografiche è ovviamente talmente vasta che non può essere contenuta in un decreto. Ma di base il punto della storia rimane quello di partenza, ovvero che non è pericoloso stare fuori casa, ma a contatto ravvicinato con altri esseri umani perché a quello che sappiamo è l'unico modo per contagiarsi. Quindi la discriminante non è - almeno non dovrebbe essere - tra chi sta in casa perché si sente investito di una missione superiore per salvare il paese e chi esce a fare qualcosa che al momento è consentito dalla legge. La discriminante è tra chi esce perché non è capace di rimanere distante dagli altri (gente che corre insieme, gente che gioca a carte sulle panchine, gente che esce in bici insieme, gente che va venti volte al supermercato in una giornata e altri milioni di casistiche) e chi esce evitando accuratamente di stare vicino agli altri. La consapevolezza e il buonsenso non si possono regolamentare oltre un certo livello, se non a costo di scontentare qualcuno o qualcun altro, cosa che probabilmente tra poco avverrà. Ma quello che a me suona strano è che in questo paese passiamo giornate intere a litigare su significati e interpretazioni delle norme senza nemmeno avere capito il senso ultimo di quelle norme. Invece per esempio di studiare una maniera per fare qualcosa che ci fa bene, tipo uscire, senza danneggiare gli altri. Se è possibile farlo, altrimenti non si fa. Ma a posteriori, non a priori.