SDG 71 da Roma scrive: "quindi?" Giusto! Ma ieri per questioni di tempo ho dovuto tralasciare le conclusioni del mio intervento con il quale oltre a dare un personale ricordo del rapporto umano che ho avuto con Luca Passoni, tendevo a far capire la differenza che c'è tra l'acquisto di un telaio in negozio, magari realizzato in decine di migliaia di repliche in oriente, e la possibilità di farselo fare da un costruttore. Un telaio non può essere giudicato solo dal colore, dal materiale con il quale è fabbricato, dalla forma e dal peso: 1.000, 1200 o 1300 gr! In Italia abbiamo ancora degli "artigiani" con i quali è possibile entrare in contatto. Nello stabilire come costruire il mio telaio, con Passoni aprii un cartone di tubi trafilati in titanio Reynolds; ne scegliemmo il diametro più adatto al mio peso, quindi le geometrie, la forma, la lunghezza del tubo di sterzo e del tubo piantone dopo aver pedalato oltre un'ora avanti e indietro al suo telaista. Ed ancora scelsi i forcellini, le minuterie della chiusura del reggisella e quelle per il passaggio delle corde del cambio. Disegnato in Cad, vidi l'anteprima del mio telaio. E poi l'attesa di 60 giorni, di qualcosa che sta per nascere. Ricordo l'entusiasmo, l'emozione nel vederlo per la prima volta, controllai la satinatura, la limatura delle saldature, la bellezza nell'insieme dei componenti; poi salirci su e trovare tutto comodo, ergonomico: come mettere il piede in una scarpa già adattata. Il sogno di tutti i ciclisti! sensazioni, queste, che si rinnovano ogni volta che si inforca la bici. La TUA bici, diversa da tutte le altre. Tutto questo un telaio industriale non lo darà mai. Questa volta spero di essere stato chiaro.