Semplice, che le zone su base % di parametro X sono una semplificazione (non sempre utile e funzionale, poiché non rispecchiano un modello realistico, rimando a quanto sopra emerso/scritto da altri) per identificare delle intensità con un significato "fisiologicamente" rilevante (Es gli adattamenti Z2 sono diversi da Z4 per xyz motivi).
Il problema di questo approccio, estremizzando la semplificazione, è
1) considerare le intensità come compartimenti stagni e non un continuum sullo spettro di adattamento (adattamenti diversi sì ma non vincolati a una determinata %, a maggior ragione se la % e calcolata da un parametro errato...d'oh!)
2) interpretare in maniera incorretta (rimando ancora a sopra) le correlazioni intensità/durata (dicasi MMP).
Farsi una domanda e darsi una risposta "Quindi tu senza effetippì&zone,...impossibile/oddio!...come fai?"
Semplice-> LT1 (con suo test), LT2/CP (con suo test), MMP significativi <TTE CP (sul campo+calcolati giù da test CP, quindi sul campo è solo un'ulteriore verifica).
Se mi servissero (ma, n=1 non mi servono per la tipologia di gare che faccio), analizzerei MMP post xyz kJ (ripetibilità nel rapporto tra MMP "freschi" e non/in deplezione).