Training and Racing with a Power Meter - allenamento con paradigma FTP

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22 Marzo 2007
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in effetti finchè rimango in ambito aerobico (da z4 in giù) riesco a fare lavori di forza ma se voglio farli per esempio in z5 o z6 faccio veramente fatica, per esempio posso fare una salita di 8 10 minuti in z5 ma non riesco a fare 2 minuti a 50 rpm
In quegli ambiti di intensità una cadenza (abbastanza) più bassa o (abbastanza) più alta, a pari potenza, aumenta certamente il carico neuromuscolare (solitamente di più una cadenza più bassa) e quindi la difficoltà a creare/fornire lo stimolo nervoso necessario a effettuare il movimento. Una cadenza più bassa aumenta anche l'intensità della risposta "meccanica" vascolare (cicli di compressione e rilascio dei vasi), cosa che va contro la vasodilatazione indotta per supportare le intensità elevate e potrebbe quindi interferire con il flusso (sanguigno) necessario a fornire l'ossigeno richiesto.
Probabile che restare in queste condizioni anticipi l'intervento dei sistemi di compensazione e riduca la sostenibilità dello sforzo.
Ovviamente non ci sono riferimenti assoluti, dipendendo da caratteristiche individuali e capacità acquisite, quindi anche volendo enfatizzare un certo aspetto sarebbe meglio partire dalla risposta individuale attuale.

A intensità più bassa hai tendenzialmente più margine rispetto a situazioni "critiche" e quindi è più agevole fare cose.
cmq la bassa cadenza è "strana" nel senso che magari si attribuisce una carenza di forza, ma poi i processi sono più complicati, nel senso che, probabilmente, interviene prima la fatica, perchè si lavora con un efficienza differente...
@all_i_need_is_bike è il più quotato per spiegare certe cose..
Non lo so, sono sempre nella fase "non sono certo di aver capito abbastanza bene la questione" :)
Per lavori di torque avevo trovato alcune indicazioni che indicavano per gli uomini valori di 0.7-1 Nm/Kg. Insomma, solo per dire che se si lavora sulla torque allora conviene iniziare a pensare nell’unità di misura che ne consegue
Oppure tradurli in potenza e cadenza.
Più che usare riferimenti generali potrebbe essere meglio basarsi sul profilo coppia torcente vs durata, un po' come per la potenza.
 

axl

Squattarone
29 Maggio 2013
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ce l'ho
In quegli ambiti di intensità una cadenza (abbastanza) più bassa o (abbastanza) più alta, a pari potenza, aumenta certamente il carico neuromuscolare (solitamente di più una cadenza più bassa) e quindi la difficoltà a creare/fornire lo stimolo nervoso necessario a effettuare il movimento. Una cadenza più bassa aumenta anche l'intensità della risposta "meccanica" vascolare (cicli di compressione e rilascio dei vasi), cosa che va contro la vasodilatazione indotta per supportare le intensità elevate e potrebbe quindi interferire con il flusso (sanguigno) necessario a fornire l'ossigeno richiesto.
Probabile che restare in queste condizioni anticipi l'intervento dei sistemi di compensazione e riduca la sostenibilità dello sforzo.
Ovviamente non ci sono riferimenti assoluti, dipendendo da caratteristiche individuali e capacità acquisite, quindi anche volendo enfatizzare un certo aspetto sarebbe meglio partire dalla risposta individuale attuale.

A intensità più bassa hai tendenzialmente più margine rispetto a situazioni "critiche" e quindi è più agevole fare cose.
images.jpg
L'ho letto 3 volte ma fatico a capire tutto il discorso.....limite mio.;pirlùn^
Certo checc'azz...se parlaste facile è più semplice capire....:friends:
 
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LIUL

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In quegli ambiti di intensità una cadenza (abbastanza) più bassa o (abbastanza) più alta, a pari potenza, aumenta certamente il carico neuromuscolare (solitamente di più una cadenza più bassa) e quindi la difficoltà a creare/fornire lo stimolo nervoso necessario a effettuare il movimento. Una cadenza più bassa aumenta anche l'intensità della risposta "meccanica" vascolare (cicli di compressione e rilascio dei vasi), cosa che va contro la vasodilatazione indotta per supportare le intensità elevate e potrebbe quindi interferire con il flusso (sanguigno) necessario a fornire l'ossigeno richiesto.
Probabile che restare in queste condizioni anticipi l'intervento dei sistemi di compensazione e riduca la sostenibilità dello sforzo.
Ovviamente non ci sono riferimenti assoluti, dipendendo da caratteristiche individuali e capacità acquisite, quindi anche volendo enfatizzare un certo aspetto sarebbe meglio partire dalla risposta individuale attuale.

A intensità più bassa hai tendenzialmente più margine rispetto a situazioni "critiche" e quindi è più agevole fare cose.

Non lo so, sono sempre nella fase "non sono certo di aver capito abbastanza bene la questione" :)

Oppure tradurli in potenza e cadenza.
Più che usare riferimenti generali potrebbe essere meglio basarsi sul profilo coppia torcente vs durata, un po' come per la potenza.
quindi mi consigli di guardare la torque più che la zona di potenza, mantenendo gli stessi intervalli di tempo?
 
22 Marzo 2007
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quindi mi consigli di guardare la torque più che la zona di potenza, mantenendo gli stessi intervalli di tempo?
In generale direi di no, perché lo stimolo prevalente è comunque legato all'intensità. Ma dipende da cosa vuoi ottenere :)
Però se vuoi provare a cambiare un po' lo stimolo dal punto di vista della coppia controlla anche quella, magari partendo da ciò che fai con la cadenza che ti trovi a utilizzare.
Che poi equivale banalmente a modificare la cadenza, ma se ragioni sui valori di coppia puoi pensare di essere più preciso (esempio: se per l'intensità la cui durata è X minuti la coppia è Y, applico più volte una frazione della durata X a un valore di coppia 1.20·Y - ma potrebbe bastare anche meno se "rispondi").
Ammesso e non concesso che poi questa maggior precisione produca effettivamente dei vantaggi
 
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In generale direi di no, perché lo stimolo prevalente è comunque legato all'intensità. Ma dipende da cosa vuoi ottenere :)
Però se vuoi provare a cambiare un po' lo stimolo dal punto di vista della coppia controlla anche quella, magari partendo da ciò che fai con la cadenza che ti trovi a utilizzare.
Che poi equivale banalmente a modificare la cadenza, ma se ragioni sui valori di coppia puoi pensare di essere più preciso (esempio: se per l'intensità la cui durata è X minuti la coppia è Y, applico più volte una frazione della durata X a un valore di coppia 1.20·Y - ma potrebbe bastare anche meno se "rispondi").
Ammesso e non concesso che poi questa maggior precisione produca effettivamente dei vantaggi
in che senso lo stimolo è legato all'intensità? il mio fine è allenare la forza resistente quindi faccio intervalli di 2 3' a un intensità di ftp o poco sotto. Cosa ne pensi?
 
22 Marzo 2007
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in che senso lo stimolo è legato all'intensità?
La forza che produci a quelle intensità è comunque legata principalmente agli aspetti legati alla produzione "ossidativa" dell'energia per la contrazione, e quindi agli aspetti di resistenza, che ovviamente dipendono dalla e rispondono alla intensità (e alla durata).
Applicare certe intensità dello sforzo (tipo quelle citi o superiori) crea già situazioni (ad esempio carico neuromuscolare) parzialmente simili allo stimolo che cerchi, oltre a fornire altri stimoli.
Con una cadenza più bassa puoi eventualmente ulteriormente enfatizzare qualche aspetto (cambiando ulteriormente un po' il modo in cui recluti le fibre, cambiando ulteriormente un po' il modo in cui contribuiscono alla potenza le diverse articolazioni, modificando ulteriormente un po' il modo in cui apporti ossigeno).
il mio fine è allenare la forza resistente quindi faccio intervalli di 2 3' a un intensità di ftp o poco sotto. Cosa ne pensi?
Non sapendo quanti ne fai e quanti ne farai, e quale è la coppia resistente tramite cui produci lo sforzo a quella intensità, diventa difficile dire qualcosa di certo :) Resta comunque valido quanto scritto prima (senza pretese di aver esaurito l'argomento di discussione).
 
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Quando ero seguito (ma anche ora perché è un tipo di allenamento che mi piace ) il tipo mi prescriveva 45-60 Min di sforzo a 80 %di FTP e cadenza più o meno 60 RPM preceduto e seguito da adeguato riscaldamento e defaticamento
 

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tengo sulle 50 55 rpm, Come cadenza ideale è abbastanza bassa , 70 75 rpm in salita e 80 85 massimo 90 in pianura
ah ok, allenamenti del genere io li faccio proprio a 20/25 rpm in meno del solito e se provo a scendere ancora difficilmente arrivo alla fine dell'esercizio...ma nel tuo caso sarebbe abbastanza coerente con la differenza di rpm, anche se 50 effettivamente sono poche...

in che senso lo stimolo è legato all'intensità? il mio fine è allenare la forza resistente quindi faccio intervalli di 2 3' a un intensità di ftp o poco sotto. Cosa ne pensi?
secondo me per la resistenza gli intervalli devono essere più lunghi (io faccio 5-6') ad una cadenza leggermente più alta di quanto dicevamo prima...

ad esempio io all'inizio del programma per aumentare la forza faccio 5-6 ripetute da 1' con 2' di recupero al 130-135% a 60 rpm (di solito vado ad 80-85)...nella seconda parte per la resistenza 6-8 ripetute da 5-6' con 3-4' di recupero al 90-95% ma a 70 rpm...
 
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ah ok, allenamenti del genere io li faccio proprio a 20/25 rpm in meno del solito e se provo a scendere ancora difficilmente arrivo alla fine dell'esercizio...ma nel tuo caso sarebbe abbastanza coerente con la differenza di rpm, anche se 50 effettivamente sono poche...


secondo me per la resistenza gli intervalli devono essere più lunghi (io faccio 5-6') ad una cadenza leggermente più alta di quanto dicevamo prima...

ad esempio io all'inizio del programma per aumentare la forza faccio 5-6 ripetute da 1' con 2' di recupero al 130-135% a 60 rpm (di solito vado ad 80-85)...nella seconda parte per la resistenza 6-8 ripetute da 5-6' con 3-4' di recupero al 90-95% ma a 70 rpm...
li facevi anche in piedi o solo seduto?
 

LIUL

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In quegli ambiti di intensità una cadenza (abbastanza) più bassa o (abbastanza) più alta, a pari potenza, aumenta certamente il carico neuromuscolare (solitamente di più una cadenza più bassa) e quindi la difficoltà a creare/fornire lo stimolo nervoso necessario a effettuare il movimento. Una cadenza più bassa aumenta anche l'intensità della risposta "meccanica" vascolare (cicli di compressione e rilascio dei vasi), cosa che va contro la vasodilatazione indotta per supportare le intensità elevate e potrebbe quindi interferire con il flusso (sanguigno) necessario a fornire l'ossigeno richiesto.
Probabile che restare in queste condizioni anticipi l'intervento dei sistemi di compensazione e riduca la sostenibilità dello sforzo.
Ovviamente non ci sono riferimenti assoluti, dipendendo da caratteristiche individuali e capacità acquisite, quindi anche volendo enfatizzare un certo aspetto sarebbe meglio partire dalla risposta individuale attuale.

A intensità più bassa hai tendenzialmente più margine rispetto a situazioni "critiche" e quindi è più agevole fare cose.

Non lo so, sono sempre nella fase "non sono certo di aver capito abbastanza bene la questione" :)

Oppure tradurli in potenza e cadenza.
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lavoreresti sempre da seduto o puo avere senso anche farli in fuorisella?
 
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lavoreresti sempre da seduto o puo avere senso anche farli in fuorisella?
Se resti seduto, a basse cadenze sfrutti maggiormente il differente contributo delle articolazioni coinvolte (più anca e meno ginocchio). Non è detto che sia migliorativo di qualcosa, ma potrebbe essere utile considerando che all'aumentare della durata la cadenza tende a scendere (e quindi sei forzato a usare di più anca rispetto a ginocchio). Ma non è necessariamente la cosa migliore da fare se tu rispondessi meglio a un intervento che posticipi il calo di cadenza (tipo aumentare genericamente la sostenibilità dello sforzo: allenarsi con una progressione ragionevole dei carichi, quindi ricadiamo nella considerazione precedente). Non puoi concentrarti su un singolo aspetto ma devi considerare cosa sta succedendo nel complesso.
 

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