Io vivo in un paese e, per scelta, non ho la macchina ormai da 5 anni. Tra il mio paese e la città più vicina ci sono 15 km. Io questo spostamento lo faccio sempre e solo in bici. E sempre e solo da solo (nonostante ci siano dei bei tratti di ciclabile non c'è mai nessuno). In questo mese ho estremamente limitato i miei spostamenti. Ciò nonostante sono dovuto andare in città per lavoro 4 volte (tutte giustificate e autocertificate). La prima volta sono andato in bici. Ho preso insulti e sono stato addirittura fermato dai vigili (che dopo aver comprovato che era giustificato mi hanno lasciato andare però suggerendomi di non usare più la bici). Risultato: le altre tre volte sono andato in bus. Dieci persone in uno spazio ristretto a respirare aria consunta e a toccare sedili sudici...
Secondo me dovremmo fare un gran distinguo tra bici come sport e passione e bici come mezzo di trasporto. Non entro nel merito del primo. Ma il secondo dovrebbe essere non solo concesso, ma addirittura incentivato.
in realtà è proprio in questo momento storico in cui bisognerebbe che passasse l'idea che anche l'attività motoria, fisica, il fare sport contribuisce al mantenimento dell'equilibrio psicofisico dell'individuo.
anziché criminalizzare chi vuole fare sport (in solitaria, ovviamente) bisognerebbe criminalizzare chi vorrebbe negare o peggio proibire l'attività fisica.
siamo alla follia per cui il ministro della sanità, per contenere la diffusione del coronavirus, obbliga alla permanenza domiciliare dove le persone inevitabilmente finiscono per ingozzarsi e caricarsi di negatività dovendo rinunciare coattivamente ai benefici derivanti dal contatto con l'aria aperta (e smettiamola con la bufala che il virus è nell'aria, non è una radiazione nucleare...) per poi trovarsi la proliferazione di patologie ben più gravi come ipertensione e diabete (guardatevi una qualche statistica al riguardo)
invece la nostra ignoranza ci porta a ritenere l'attività sportiva come attività ludica, di divertimento e quindi impossibile da praticare in un momento di lutto nazionale dove tutti gli sforzi debbono essere diretti a fondersi in una battaglia tanto ideale quanto retorica di sacrifici e rinunce personali anche se del tutto inutili o peggio addirittura dannose.
sfasciare interi pezzi di economia come quello della bicicletta e tutto ciò che le gira attorno (cosa vorrete che resterà dopo questo macello...) sull'altare della ragion di stato dello #stateacasa .
Che poi a conti fatti non serva a nulla è uguale.
L'importante è aver messo l'ashtag, essersi fatto una foto sui
rulli da pubblicare sui social ed infine aver tranquillizzato i nostri affetti più cari (moglie, amici ) che noi no, per l'amor di Dio, noi non siamo quegli esaltati là, noi siamo ancora senzienti, e di fronte ad una tragedia così noi non pensiamo ad andare in bici.... anzi sono coglioni quelli che lo fanno indipendentemente dalle ragioni che hanno.