Il Tour 2020 si aprí con molte incertezze. Il calendario spostato, il Covid. Le temperature autunnali e la pianificazione degli atleti erano un'incognita, alcuni si erano fatti settimane di febbre. Ma quando chiesero a E.Bernal, campione in carica, come mai quest'anno non riuscisse a tenere il passo dei migliori, lui ammise candidamente di avere piu' watt del 2019, erano gli altri che semplicemente andavano piú forte. E neanche a dirlo, le danze si aprirono in verità dopo il ritiro di Bernal: Wout Van Art e Dumoulin tirarono il gruppo per il collo per altre due settimane a ritmi mai visti, fino all'autoincoronazione di Pogacar alla planche des belles filles. In tre settimane, si era alzata l'asticella, era cambiato il ciclismo e si disse che gli Ineos (vincitori di 6 delle ultime sette edizioni con quattro atleti diversi) erano fuori dai giochi per il futuro. E così fu.
Nel 2021, ci si aspettava che il giovanissimo Pogacar fosse cresciuto ancora, ed infatti da subito volano i minuti. E nella terza settimana, proprio quando i prossimi dieci anni di GT sembrano decisi, arriva pero' qualche ammaccatura sulla carrozzeria. Vingegaard, timido e semisconosciuto, prima se lo toglie di ruota sul Ventoux, poi lo precede a crono. Niente che possa mettere a rischio la maglia, ma il guanto e' gettato. Come Bernal, pure il fenomeno Roglic viene scalzato dalla lista dei favoriti futuri, semplicemente perché l'asticella si e' alzata ancora.
Nel 2022 c'è di nuovo una Visma stratosferica. Medie mai viste, salite spianate, carboidrati contati al grammo, e tanto spettacolo. Alla fine vince Vingegaard, strategia e tanti tanti watt. Se non fosse un fenomeno 365 giorni l'anno, anche Pogacar rischierebbe di raggiungere Froome, Geraint, Bernal e Roglic nella lista di quelli che vincevano quando si andava più piano. Invece no, Pogacar e' giovanissimo, e si aspetta la sua vendetta.
Siamo al 2023, e si sale ancora di livello. Per i primi dieci giorni sono in due ad andare forte. Ma poi Vingegaard tira fuori dal cilindro due prestazioni che non si vedevano dagli anni delle ricecake all'epo. Wout non e' il solito fenomeno, ma non importa. I watt vanno su ancora.
Ed arriviamo al 2024. Per la CG ci sono tutti. Ma veramente tutti, per trovare un ex-vincitore che non sia tra i partenti, si deve risalire a Froome, che pure voleva partecipare ma va troppo piano, ora. Richie Porte e Kruijswijk (terzi nel 2020 e 2019), i piu' recenti podi del TDF che non sono al via. Ma i favoriti, hanno tutti un asterisco con nota a pie' di pagina. Pogacar esce dal Giro, sono 25 anni che chi corre al Giro, delude al Tour. Remco e Roglic sono ammaccati, e Vingegaard oltre ad essere ammaccato ha una squadra altrettanto malconcia. Difficile immaginare come si metta la corsa, ma sembra che questa volta l'asticella non possa che scendere un po'. Neanche per idea. Medie record, watt record, volano in pianura, volano in salita. Ieri Evenepoel, Vingegaard e Pogacar hanno dichiarato di aver fatto i migliori numeri della loro carriera. Jorgenson anche e' stato fenomenale. I numeri non sono noti, ma sembrerebbe la tappa piu' competitiva della storia. Pogacar ne parla qui
(dice pure che non fara' la Vuelta quest'anno, ma probabilmente l'anno prossimo).
Nel 2025, i freni a disco serviranno in salita?