News Alex Morrice e Luca Vergallito i vincitori della Zwift Academy 2022

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canserbero

Fremen
17 Settembre 2017
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C'è una nuova generazione di ragazzini che si appassiona al ciclismo a 18, 16, 14 anni e non trova una squadra che li tesseri e gli permetta di fare sta maledetta trafila, questi sono tutti potenziali campioni fino a prova contraria e non lo sapremo mai.
Era il 2002, avevo 18 anni e avevo un po’ di background in bici. Mi presentai ad una squadra per tesserarmi (non chiedevo nè bici nè abbigliamento nè altro) e la risposta fu: ormai sei vecchio, corri coi cicloamatori. Non ho un grosso rammarico e la mia vita è andata avanti comunque, era solo per portare la mia miserrima esperienza con un sistema che, evidentemente, non è andato avanti.
 

Jerome 89

Choose life...
31 Luglio 2018
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Roswell, New Mexico.
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Quella dei sogni...
Mi avete citato varie volte in questa discussione e quindi mi permetto di dire la mia sulla questione ZA. Io sono stato un professionista, anche se di quelli che non sono mai riusciti ad emergere. Se avessi potuto scegliere se fare tutta la trafila, cosa che ho fatto da G3 in avanti, o poter trovare un contratto da ventenne tramite l'analisi obiettiva dei miei dati attraverso una piattaforma di allenamento indoor, avrei scelto senza dubbio la seconda.
La trafila giovanile in Italia funzionava male già quando l'ho fatta io tra gli anni 90 e primi 2000 (sono passato pro nel 2010) e da quello che osservo ora non è migliorata. Anzi, con il progredire delle trafile di altre nazioni, è come se la nostra fosse peggiorata anche restando sempre uguale.
La ZA non salverà il ciclismo italiano, ma punta una luce verso il ciclismo giovanile italiano e fa emergere delle criticità palesi anche ai meno attenti osservatori. Ben vengano quindi programmi come questi, non tanto per le possibilità che danno di passare pro, perché i promossi sono davvero pochissimi rispetto al numero totale dei pro in attività, quanto piuttosto per il risalto che danno a tutto quello che non funziona nella ricerca del talento in Italia.
C'è una nuova generazione di ragazzini che si appassiona al ciclismo a 18, 16, 14 anni e non trova una squadra che li tesseri e gli permetta di fare sta maledetta trafila, questi sono tutti potenziali campioni fino a prova contraria e non lo sapremo mai.
Per me quindi viva lo scouting basato sui dati, viva le piattaforme di selezione virtuale, viva strava, viva la competenza, viva il valore aggiunto dei direttori sportivi che sanno essere educatori. Un abbraccio a tutti
Sempre al top @Brambo88 competente in tutto...
 

Ser pecora

Diretur
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16 Aprile 2004
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dove capita
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Allora squadra buona, numeri buoni... Non mi sembra che abbia mai neppure visto la testa del gruppo... Zero nada... Con certi numeri nelle gare dure almeno un piazzamento nei 10-20 lo dovresti fare... anche se la bici non la sai guidare...

Parli di gare under o pro? Perché da pro, come ho scritto su, la testa del gruppo l'ha vista eccome.
 

Jajaroad

Novellino
12 Ottobre 2010
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Canyon
Dati, dati e solo dati, ma il ciclismo non è fatto solo di dati, nemmeno quello moderno. Conosco personalmente allievi che sulla Onno (salita conosciutissima ai più delle province di Lecco/Como e Brianza) fanno tempi pazzeschi, roba che nei primi anni 2000 facevamo forse da Juniores secondo anno, tuttavia in discesa li stacco io a 47 anni suonati da "cicloturista"...

E poi siamo sicuri che tutti questi atleti da ZA riuscirebbero a mantenere le loro strabilianti performance anche dopo i 200 erotti km di gara o in gare di più giorni?

Sulle performance "secche" non ci sono dubbi ma alla lunga, nell'economia di una gara pro di una certa distanza come vanno?

Il ciclismo su strada inganna, sembra che non serva tecnica... Ma sfido qualunque neofita anche fisicamente dotato a tenere una fila indiana o un gruppo a 70all'ora, magari sul bagnato, in doppia fila o ventaglio...
 

Ser pecora

Diretur
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Infatti…ma poi vinge stesso non è stato notato per un kom??

Notato dalla Jumbo, ma era già pro da 2 anni e 1/2 ed aveva diversi piazzamenti.
Nel Tour de l'Avenir che ha corso, nel 2018, è arrivato però 67°, a 40' e passa da Pogačar (che ha vinto).
Quanti avrebbero scommesso su uno cosi in base ai risultati?
 

Skardy

Siòr
14 Marzo 2022
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Venezia
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Cube/Cannondale
Ma la strada é sempre stata tracciata anche in maniere differenti, basti pensare che "lo sceriffo" Moser, il corridore italiano con più vittorie da pro ha iniziato a 18 anni. Io intendevo dire che non va pontificato ZA, é solo un modo alternativo per emergere.
Veramente hai detto "non aspettiamoci nuovi Nibali da lì". Ebbene siccome è una via alternativa come altre possono tranquillamente nascere da lì nuovi Nibali. Non è per nulla facile come non lo è che nascano dalle vie canoniche ossia correndo fin da 6 anni. Anzi. Se iniziare a 6 anni ha il vantaggio che certe cose (la guida soprattutto) è più facile apprenderle e migliorarle da piccoli ha anche lo svantaggio che chissà quanti con predisposizioni importanti si rompono la palle e mollano. Iniziare a 20 quando scopri che hai il Vo2Max di Vingegaard (estremizzo) ti dà la possibilità di esserti goduto l'infanzia e la gioventù un minimo e di avere quella testa un pò più predisposta al "sacrificio". Oltre che di aver studiato. Tanto la carriera media di un atleta ad alti livelli dura 10 anni a parte Valverde. Se cominci presto finisci presto (Sagan) se cominci più avanti finisci dopo (l'ultima di Roglic a 34 anni è stata la stagione con più vittorie).
 

leandro_loi

Velocista
20 Luglio 2019
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dovunque si possa pedalare
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mia
Dati, dati e solo dati, ma il ciclismo non è fatto solo di dati, nemmeno quello moderno. Conosco personalmente allievi che sulla Onno (salita conosciutissima ai più delle province di Lecco/Como e Brianza) fanno tempi pazzeschi, roba che nei primi anni 2000 facevamo forse da Juniores secondo anno, tuttavia in discesa li stacco io a 47 anni suonati da "cicloturista"...

E poi siamo sicuri che tutti questi atleti da ZA riuscirebbero a mantenere le loro strabilianti performance anche dopo i 200 erotti km di gara o in gare di più giorni?

Sulle performance "secche" non ci sono dubbi ma alla lunga, nell'economia di una gara pro di una certa distanza come vanno?

Il ciclismo su strada inganna, sembra che non serva tecnica... Ma sfido qualunque neofita anche fisicamente dotato a tenere una fila indiana o un gruppo a 70all'ora, magari sul bagnato, in doppia fila o ventaglio...
Jay Vine ha vinto il Tour down under, Luca Vergallito non ha ancora corso fra i pro, mentre ha vinto la classifica generale del
Oberösterreich Rundfahrt
 

Jerome 89

Choose life...
31 Luglio 2018
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Quella dei sogni...
Dati, dati e solo dati, ma il ciclismo non è fatto solo di dati, nemmeno quello moderno. Conosco personalmente allievi che sulla Onno (salita conosciutissima ai più delle province di Lecco/Como e Brianza) fanno tempi pazzeschi, roba che nei primi anni 2000 facevamo forse da Juniores secondo anno, tuttavia in discesa li stacco io a 47 anni suonati da "cicloturista"...

E poi siamo sicuri che tutti questi atleti da ZA riuscirebbero a mantenere le loro strabilianti performance anche dopo i 200 erotti km di gara o in gare di più giorni?

Sulle performance "secche" non ci sono dubbi ma alla lunga, nell'economia di una gara pro di una certa distanza come vanno?

Il ciclismo su strada inganna, sembra che non serva tecnica... Ma sfido qualunque neofita anche fisicamente dotato a tenere una fila indiana o un gruppo a 70all'ora, magari sul bagnato, in doppia fila o ventaglio...
Non mi ricordo che allenamento era per le selezioni, comunque uno (per non dire due) tagliava i tempi di recupero in maniera drastica, appunto per selezionare, se poi vogliamo parlare del saper stare in bici cambia tutto...
Poi come già detto non capisco tutto questo astio nei confronti di un ragazzo che prova a passare con altri "canali", magari a qualcuno da fastidio il fatto che in Italia si continui a sbagliare con i ragazzi...
 

Jajaroad

Novellino
12 Ottobre 2010
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Canyon
Non mi ricordo che allenamento era per le selezioni, comunque uno (per non dire due) tagliava i tempi di recupero in maniera drastica, appunto per selezionare, se poi vogliamo parlare del saper stare in bici cambia tutto...
Poi come già detto non capisco tutto questo astio nei confronti di un ragazzo che prova a passare con altri "canali", magari a qualcuno da fastidio il fatto che in Italia si continui a sbagliare con i ragazzi...
Nessun astio, ci mancherebbe, anzi tanto di cappello a loro. Voglio solo dire che il ciclismo non è fatto solo di numeri.
 
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sartormassimo

Apprendista Velocista
27 Aprile 2013
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TREVISO
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bella è bella...
Mi avete citato varie volte in questa discussione e quindi mi permetto di dire la mia sulla questione ZA. Io sono stato un professionista, anche se di quelli che non sono mai riusciti ad emergere. Se avessi potuto scegliere se fare tutta la trafila, cosa che ho fatto da G3 in avanti, o poter trovare un contratto da ventenne tramite l'analisi obiettiva dei miei dati attraverso una piattaforma di allenamento indoor, avrei scelto senza dubbio la seconda.
La trafila giovanile in Italia funzionava male già quando l'ho fatta io tra gli anni 90 e primi 2000 (sono passato pro nel 2010) e da quello che osservo ora non è migliorata. Anzi, con il progredire delle trafile di altre nazioni, è come se la nostra fosse peggiorata anche restando sempre uguale.
La ZA non salverà il ciclismo italiano, ma punta una luce verso il ciclismo giovanile italiano e fa emergere delle criticità palesi anche ai meno attenti osservatori. Ben vengano quindi programmi come questi, non tanto per le possibilità che danno di passare pro, perché i promossi sono davvero pochissimi rispetto al numero totale dei pro in attività, quanto piuttosto per il risalto che danno a tutto quello che non funziona nella ricerca del talento in Italia.
C'è una nuova generazione di ragazzini che si appassiona al ciclismo a 18, 16, 14 anni e non trova una squadra che li tesseri e gli permetta di fare sta maledetta trafila, questi sono tutti potenziali campioni fino a prova contraria e non lo sapremo mai.
Per me quindi viva lo scouting basato sui dati, viva le piattaforme di selezione virtuale, viva strava, viva la competenza, viva il valore aggiunto dei direttori sportivi che sanno essere educatori. Un abbraccio a tutti
Spero veramente che qualcuno ti offra l'opportunità di lavorare con i giovani, da quanto scrivi credo sapresti essere un ottimo motivatore!
 

Jajaroad

Novellino
12 Ottobre 2010
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Veramente hai detto "non aspettiamoci nuovi Nibali da lì". Ebbene siccome è una via alternativa come altre possono tranquillamente nascere da lì nuovi Nibali. Non è per nulla facile come non lo è che nascano dalle vie canoniche ossia correndo fin da 6 anni. Anzi. Se iniziare a 6 anni ha il vantaggio che certe cose (la guida soprattutto) è più facile apprenderle e migliorarle da piccoli ha anche lo svantaggio che chissà quanti con predisposizioni importanti si rompono la palle e mollano. Iniziare a 20 quando scopri che hai il Vo2Max di Vingegaard (estremizzo) ti dà la possibilità di esserti goduto l'infanzia e la gioventù un minimo e di avere quella testa un pò più predisposta al "sacrificio". Oltre che di aver studiato. Tanto la carriera media di un atleta ad alti livelli dura 10 anni a parte Valverde. Se cominci presto finisci presto (Sagan) se cominci più avanti finisci dopo (l'ultima di Roglic a 34 anni è stata la stagione con più vittorie).
Non me ne intendo di fisiologia per cui potrei dire l'eresia di inizio 2024, ma dubito che uno a 20anni possa avere la Vo2Max di Vingegaard se fino a 19 anni e mezzo ha passato i suoi pomeriggi a giocare alla PlayStation... Mi sbaglio?

Ma se a un ragazzino piace andare in bici, non è stressato o spinto oltremodo nel praticarlo, non capisco quelli che lo vorrebbero "calciatore" per non "bruciarsi"... Magari poi a 17 anni si scopre grande appassionato di trifola e non farà ne il ciclista né il calciatore...

Il problema del ciclismo su strada giovanile italiano è un altro... Ovvero che esiste solo la strada, la strada, la strada, la strada... Qualcosa in termini di multidisciplinaritá ciclistica nelle categorie giovanili si sta muovendo, sta cambiando, ma da junior se parli di ciclocross metà delle squadre ti vedono come un'appestato, se poi citi l'XC... "cos' è la versione cross della Panda?"
 

leandro_loi

Velocista
20 Luglio 2019
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dovunque si possa pedalare
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Non me ne intendo di fisiologia per cui potrei dire l'eresia di inizio 2024, ma dubito che uno a 20anni possa avere la Vo2Max di Vingegaard se fino a 19 anni e mezzo ha passato i suoi pomeriggi a giocare alla PlayStation... Mi sbaglio?
ma chi dice che esistono solo la play e la bici? uno può aver fatto anche che ne so... nuoto? sci? calcio? ping pong? sumo?
Ma se a un ragazzino piace andare in bici, non è stressato o spinto oltremodo nel praticarlo, non capisco quelli che lo vorrebbero "calciatore" per non "bruciarsi"... Magari poi a 17 anni si scopre grande appassionato di trifola e non farà ne il ciclista né il calciatore...
se gli piace andare in bici che vada in bici, ma non togliamoci la possibilità di pensare che uno fino ai 16 anni magari voleva correre a piedi e poi si scopre un ciclista della madonna, e vuole provare. con la mentalità attuale oggi gli è preclusa anche la semplice prova di dimostrare il suo valore.
Il problema del ciclismo su strada giovanile italiano è un altro... Ovvero che esiste solo la strada, la strada, la strada, la strada... Qualcosa in termini di multidisciplinaritá ciclistica nelle categorie giovanili si sta muovendo, sta cambiando, ma da junior se parli di ciclocross metà delle squadre ti vedono come un'appestato, se poi citi l'XC... "cos' è la versione cross della Panda?"
questo non mi sembra che sia ancora così, perlomeno non ovunque. spesso i ragazzi vengono fatti allenare con altre discipline del ciclismo, anche la pista ad esempio è da sempre considerata molto formativa per i giovani stradisti.
 
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Apprendista Cronoman
23 Ottobre 2020
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Non mi ricordo che allenamento era per le selezioni, comunque uno (per non dire due) tagliava i tempi di recupero in maniera drastica, appunto per selezionare, se poi vogliamo parlare del saper stare in bici cambia tutto...
Poi come già detto non capisco tutto questo astio nei confronti di un ragazzo che prova a passare con altri "canali", magari a qualcuno da fastidio il fatto che in Italia si continui a sbagliare con i ragazzi...
Possibile che siano i ragazzi ad essere sbagliati.......

Cerco di Spiegarmi..
Un proff come Bettiol i numeri li ha.. Ma ogni 3x2 ha crisi identità...

Prendi invece a caso... Corridori Sloveni..
Prendono Pappina della Vita.. Vedi tegola che ha preso Roglic al Tour... Un Italiano era gia ritirato e a casa a pianger per generazioni... Su un destino Cinico e Baro....
Roglic 3 Birre o forse di piu'.. :mrgreen: 3 Scorese e via....

Smettiamola di fare i Piagnina....

Per stare in Tema..:roll:
Uno come Nibali se ne è partito a 14 anni dalla sua isoletta per andare a vivere a casa di gente che sapeva neppure chi fossero.. in un paesello in buco al culo del mondo.. ( piu' o meno..:clown:) Non credo gli sia stato regalato molto.. e non credo la sua strada sia stata semplice...
Eppure la sua strada l'ha tracciata...

Dai che un Test non si nega a nessuno.....
 

Jajaroad

Novellino
12 Ottobre 2010
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ma chi dice che esistono solo la play e la bici? uno può aver fatto anche che ne so... nuoto? sci? calcio? ping pong? sumo?

se gli piace andare in bici che vada in bici, ma non togliamoci la possibilità di pensare che uno fino ai 16 anni magari voleva correre a piedi e poi si scopre un ciclista della madonna, e vuole provare. con la mentalità attuale oggi gli è preclusa anche la semplice prova di dimostrare il suo valore.

questo non mi sembra che sia ancora così, perlomeno non ovunque. spesso i ragazzi vengono fatti allenare con altre discipline del ciclismo, anche la pista ad esempio è da sempre considerata molto formativa per i giovani stradisti.
E se un praticante ciclista a 16 anni volesse provare il calcio, lo sci, il nuoto o il basket secondo te troverebbe tante squadre a braccia aperte ad offrirgli un posto tanto per provare?

Dai siamo realisti... a 16 anni sei già "indirizzato" su uno sport, certo, poi puoi cambiare idea ma fenomeni a parte difficilmente troverai porte aperte in altre discipline specialmente se diametralmente opposte, così "tanto per provare" - mi spiego?

Il ciclismo è ancora, forse, una delle poche discipline sportive che offre questa opportunità... Sei un appassionato ciclista di 20/21 anni, allenati, fai la vita da atleta, cerca una squadra di under in allenamento con Ds al seguito e se riesci a bastonali tutti in salita vedrai che il giorno dopo ti danno una chance o anche due...

Per le categorie prettamente giovanili sono d'accordo - ma già da allievi è più difficile, da junior le squadre che permettono la multidisciplinaritá in Italia le conti sulle dita di una mano, da under boh...
 

cbr70

Scalatore
6 Giugno 2018
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genova
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Specy
io non ci capisco molto anche se l'impressione e che oggi si sia alla ricerca prima dei motori e poi del resto . e sta cambiando mi sembra anche l'approccio coi giovani che entrano a far parte di team wt del tipo mangia che devi crescere ,devi arrivare a questi watt e poi pensiamo al resto

quello che so e' che solo un genitore pazzo farebbe fare ciclismo su strada ad un figlio in Italia e di conseguenza statisticamente solo un miracolo potrebbe fare emergere un campione in un ambiente tale. viviamo nella speranza che il Vergallito di turno suo malgrado sia il nuovo Pantani.
 

Daniele_84

Apprendista Passista
22 Maggio 2022
838
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Vicenza
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Wilier 110SL
Non me ne intendo di fisiologia per cui potrei dire l'eresia di inizio 2024, ma dubito che uno a 20anni possa avere la Vo2Max di Vingegaard se fino a 19 anni e mezzo ha passato i suoi pomeriggi a giocare alla PlayStation... Mi sbaglio?

Ma se a un ragazzino piace andare in bici, non è stressato o spinto oltremodo nel praticarlo, non capisco quelli che lo vorrebbero "calciatore" per non "bruciarsi"... Magari poi a 17 anni si scopre grande appassionato di trifola e non farà ne il ciclista né il calciatore...

Il problema del ciclismo su strada giovanile italiano è un altro... Ovvero che esiste solo la strada, la strada, la strada, la strada... Qualcosa in termini di multidisciplinaritá ciclistica nelle categorie giovanili si sta muovendo, sta cambiando, ma da junior se parli di ciclocross metà delle squadre ti vedono come un'appestato, se poi citi l'XC... "cos' è la versione cross della Panda?"
non è così, mio figlio G3 fa 3 allenamenti di cui 1 in MTB, fanno gare sia mtb che strada e da G6/esordienti partono con il ciclocross in autunno/inverno.
Lo stesso vale per le società della provincia/regione.
 

TheLordofBike

Passista
4 Ottobre 2007
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non è così, mio figlio G3 fa 3 allenamenti di cui 1 in MTB, fanno gare sia mtb che strada e da G6/esordienti partono con il ciclocross in autunno/inverno.
Lo stesso vale per le società della provincia/regione.

io onestamente da G3 ad esordiente secondo anno facevo due allenamenti a settimana e 3/4gare al mese da aprile a settembre....il resto giocavo e facevo altro (karate....atletica....ecc).
Pure la bici era un gioco e di fatto "allenamento" era un modo come un altro per stare con gli amici e fare le volate al cartello e/o vedere chi arrivava prima in cima al cavalcavia....o su una piccola salita di zona (quando ero esordiente).

Da allievo ha iniziato a diventare qualcosa di leggermente più serio ma comunque principalmente un divertimento (penso sia o meglio dire fosse la categoria più bella).

Juniores si inizia a far sul serio ma trovo impari ed ingiusta l'attuale classificazione e selezione.
Mi spiego meglio, lato pratico Juniores sei ancora giovane e teoricamente dovresti essere ancora impegnato nello studio.
Dico teoricamente, perché invece poi trovi chi fa "all-in" e lascia la scuola a 16 anni per fare il ciclista a tempo pieno....con l'effetto che con ogni probabilità tenderà a sovra-performare rispetto a chi va a scuola e vuole conseguire un titolo di studio "solido" ma questo non significa che abbia più potenzialità. Di fatto la categoria Juniores è la più iniqua, a mio avviso. E far selezione di "talenti" a quel livello lo trovo poco sensato (salvo per ragazzi prodigio che rientrano in un'altra categoria a prescindere).
 
Stato
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