Rientro nella discussione, evitando accuratamente ogni polemica a favore di una o dell'altra tesi.
Meglio, diciamo che non ci sono tesi, ma scelte. Scelte operate rispetto a valori differenti ed estremamente validi rispetto alle proprie esigenze, percezioni, esperienza e, perché no, gusti personali.
Rientro sul tema 'delocalizzazione' in Oriente. Purtroppo, per varie ragioni, spesso la scelta 'orientale', in particolare per tecnologie non tradizionali, è determinata non solo da ragioni di costi, ma anche di qualità. E' un problema di scuole, ma anche di inclinazione mentale.
Faccio qualche esempio.
Sono un collezionista di modelli di auto in scala. Anni fa compravo i kit di montaggio, verniciavo con le vernici originali, preparavo le fotoincisioni. Con un numero molto alto di ore usciva fuori un discreto modello, ma non perfetto. C'erano anche modelli assemblati in Italia che, o costavano poco, e facevano schifo, o costavano un occhio della testa, perché per avere un buon risultato occorrevano veri e propri artisti, Ce n'erano (guarda caso...) fatti su misura in USA, alle condizioni dei migliori italiani, ma meno perfetti. Mi feci fare la versione IMSA della mia e la pagai (1/43) 300$ nel 2004.
Ora un modello prodotto in Oriente di qualità eccelsa, perfetto nelle proporzioni, nelle verniciature, negli incollaggi, costa intorno ai 70 euro e, credetemi, se osservate le fotografie del processo produttivo, non vedrete le leggende metropolitane dei bambini incatenati, ma fior di adulti dalla manualità incredibile. Pazienza, divisione del lavoro e precisione nelle iperminuterie è nella loro tradizione.
Da non trascurare (qualcuno lo faceva notare per lo stabilimento della Look in Francia) che sono lavorazioni anche abbastanza dannose per la salute e che, affrontate con le dovute contromisure all'europea, fanno salire ulteriormente i costi o fanno rischiare grosse sanzioni,, cosa che forse in Cina (non vorrei cadere nella trappola dei topi mangiati vivi...).
Prendiamo, invece, una saldatura di precisione o qualunque altra lavorazione metallurgica o metalmeccanica. La tradizione italiana, in questo campo è superconsolidata. E' vero che sia sempre più difficile formare giovani saldatori, ma non di meno, la scuola italiana è ancora ai vertici , guarda caso, siamo anche tra i migliori produttori di macchine automatiche per le lavorazioni metalmeccaniche, saldature comprese, che esportiamo addirittura in Cina. Perché per automatizzare un processo, devi conoscere quasi artisticamente quel processo.
Se invece devo immaginare delle saldature capolavoro per la nautica, penso agli americani, che delle unghiette in MIG e in TIG, a vista, non livellate e spuntigliate, hanno fatto un arte espressiva, come in una Tuna Tower di un Hatteras o nel tienti bene di un Tiara.
Questo non vuol dire che in Italia o in Francia non sia possibile produrre un monoscocca in composito (basti pensare a ATR o a Dallara) ma la loro progettazione e produzione è più adatta all'automotive o all'aerospazio, perché lavorano su dimensioni maggiori e numeri minori, con un plusvalore impensabile per un oggetto modesto, in termini assoluti, come un telaio di bici che, pure nella fascia altissima, sono prodotti in grandi numeri e con costi a tre zeri.
Un ultimo appunto.
Che continuino a essere prodotte bici in compositi, in alluminio, in acciaio e in titanio, per offrire il giusto prodotto per ogni desiderio, ma apprezzo molto meno le costruzioni miste (non parlo di componenti non rigidamente accoppiati, come una forcella o un manubrio, ma di componenti strutturalmente assortiti). Le deformate elastiche dei differenti materiali sono profondamente differenti o, nel caso dei metalli, proni in molti casi alle correnti galvaniche. Tubi in carbonio e giunti in acciaio o titanio sono molto belli a vedersi, a condizione di non immaginare come stiano lavorando in maniera differente e potenzialmente distruttiva.
La pratica, come in molti casi, magari mi smentisce e gli eventuali proprietari ne saranno felicissimi, perché il problema è minimo e circoscritto, ma è una soluzione che non ha ragion d'essere, tanto più se è pubblicizzata proprio per la diversità di riposta alle sollecitazioni.