Confermato Thibau Nys per il mondiale. I convocati della nazionale italiana credo dovrebbero arrivare a giorni. Non ci dovrebbero essere grandi sorprese, i dubbi per Pontoni sono solo sulla selezione degli junior dove, per fortuna, c'è più scelta
Correrà tra gli U23 immaginoConfermato Thibau Nys per il mondiale. I convocati della nazionale italiana credo dovrebbero arrivare a giorni. Non ci dovrebbero essere grandi sorprese, i dubbi per Pontoni sono solo sulla selezione degli junior dove, per fortuna, c'è più scelta
Dalla telecronaca di De Luca all'ultima gara di CdM mi pare di aver capito che tra gli elite ci sarà il solo Dorigoni tra i maschi, e tre ragazze (resta a casa la Arzuffi?).Confermato Thibau Nys per il mondiale. I convocati della nazionale italiana credo dovrebbero arrivare a giorni. Non ci dovrebbero essere grandi sorprese, i dubbi per Pontoni sono solo sulla selezione degli junior dove, per fortuna, c'è più scelta
Sì resta a casa la ArzuffiDalla telecronaca di De Luca all'ultima gara di CdM mi pare di aver capito che tra gli elite ci sarà il solo Dorigoni tra i maschi, e tre ragazze (resta a casa la Arzuffi?).
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Concordo in pieno su quanto dici in merito alle gare italiane.
Il problema è capire che gare negli ippodromi o nei prati circostanti antichi edifici e mura d'interesse storico/architettonico non fanno crescere nessuno e sono solo una colossale perdita di tempo e denaro per il movimento....
Sarebbe bello si riuscisse a compiere un ulteriore salto di qualità nelle società che organizzano queste gare, magari facendone qualcuna in meno ma unendo le forze si potrebbe forse ottenere un prodotto migliore. Il campionato italiano è stato un bel esempio in questo senso.
sono d'accordo, ma la qualità dei tracciati non dipende dalla regione geografica. Il "colle" di variano è un rilievo di una decina di metri di dislivello, una banalissima collinetta. Eppure Pontoni è stato bravo a creare un percorso difficilissimo e bello. Si può correre ovunque, ippodromi, rovine, uliveti. Per creare un percorso difficile di ciclocross serve davvero poco in termini di dislivello. Alle Capannelle anni fa il percorso era ridicolo: ma in Belgio corrono negli ippodromi e tra sabbia, ostacoli, piccoli rilievi artificiali i percorsi non sono mai banali. Credo che in Italia negli ultimi dieci anni si sia pagata la gestione poco capace e poco professionale di Scotti.Il problema è capire che gare negli ippodromi o nei prati circostanti antichi edifici e mura d'interesse storico/architettonico non fanno crescere nessuno e sono solo una colossale perdita di tempo e denaro per il movimento.
Quest'anno il percorso di Pontoni era estremo, sì, (e chi l'ha corso da master me l'ha confermato) ma ha sicuramente lasciato qualcosa ai ragazzini che hanno partecipato ai campionati nazionali, cosa che sicuramente non è avvenuta lo scorso anno in Salento, ad esempio.
La tendenza ad indurire sempre di più i percorsi (che in parte non mi trova d'accordo) non può essere ignorata: ci sono state gare del Giro d'Italia di ciclocross semplicemente ridicole sotto il profilo tecnico: qualunque amatoraccio, anche fuori forma, avrebbe potuto tranquillamente prendervi parte e completarle.
Per "aggregare", "pubblicizzare", "diffondere" ed "incentivare" ci sono già gli enti di promozione sportiva (ACSI UISP CSAIN ecc...) La Federazione deve tornare ad occuparsi del suo ruolo naturale che è quello di crescere e affiliare ciclisti e ciclocrossisti.
Il senso di una gara di ciclocross corsa a 20 gradi su terreni polverosi e secchi devo ancora capirlo... e, siccome non siamo in Spagna, ma in Italia dove c'è la possibilità di ricavare percorsi pari o addirittura migliori rispetto ai Paesi bassi, se scegli di correre in Magna Grecia non è che puoi aspettarti di trovare fango e ghiaccio eh... ed allora è inutile piangersi addosso ogni volta che i nostri vanno fuori e prendono mazzate da tutti. O peggio ancora non mettono il becco fuori confine.
Se si vuol, far crescere le giovani generazioni bisogna portarle a misurarsi con passaggi e percorsi che le loro omologhe d'oltralpe praticano abitualmente. Altro che le gimkane o le passerelle intorno a monumenti o rovine storiche
È più una questione di meteo che di dislivello... Se scegli di organizzare gare in zone ove i giorni di pioggia all'anno sono al massimo una trentina è probabile che il giorno della gara tu possa trovare secco.... Il cross per me è essenzialmente fango.sono d'accordo, ma la qualità dei tracciati non dipende dalla regione geografica. Il "colle" di variano è un rilievo di una decina di metri di dislivello, una banalissima collinetta. Eppure Pontoni è stato bravo a creare un percorso difficilissimo e bello. Si può correre ovunque, ippodromi, rovine, uliveti. Per creare un percorso difficile di ciclocross serve davvero poco in termini di dislivello. Alle Capannelle anni fa il percorso era ridicolo: ma in Belgio corrono negli ippodromi e tra sabbia, ostacoli, piccoli rilievi artificiali i percorsi non sono mai banali. Credo che in Italia negli ultimi dieci anni si sia pagata la gestione poco capace e poco professionale di Scotti.
Ad esempio la gara di coppa di domenica scorsa: percorso intorno a un castello, argini e terrapieni a profusione ma il percorso facile. Gli organizzatori potevano fare qualcosina di meglio.
Non per regolamento. c'è sempre la sabbia se si vuole fare un percorso difficileIl cross per me è essenzialmente fango.
Lo so. Ma poi va a finire che i tratti in sabbia li si affronta correndo a piedi. E lì non serve una preparazione specifica particolare (nel senso che la corsa può essere allenata a tutte le latitudini...) quello che bisogna insegnare e praticare bene sono le contropendenze fangose o ghiacciate, i percorsi interi col pongo che lega e che non ti fa andare avanti, il fango viscido e scivoloso che caratterizza TUTTO un percorso, i "ripidoni" con le canaline prima ghiacciate e poi molli... insomma tutte quelle situazioni tecniche che in una gara corsa al sole e con venti gradi non puoi trovare, ma che viceversa sono la regola quando metti il naso al di là delle Alpi.Non per regolamento. c'è sempre la sabbia se si vuole fare un percorso difficile
Da un punto di vista tecnico hai perfettamente ragione.Lo so. Ma poi va a finire che i tratti in sabbia li si affronta correndo a piedi. E lì non serve una preparazione specifica particolare (nel senso che la corsa può essere allenata a tutte le latitudini...) quello che bisogna insegnare e praticare bene sono le contropendenze fangose o ghiacciate, i percorsi interi col pongo che lega e che non ti fa andare avanti, il fango viscido e scivoloso che caratterizza TUTTO un percorso, i "ripidoni" con le canaline prima ghiacciate e poi molli... insomma tutte quelle situazioni tecniche che in una gara corsa al sole e con venti gradi non puoi trovare, ma che viceversa sono la regola quando metti il naso al di là delle Alpi.
Quindi l'idea della cronostaffetta mista ai mondiali ed agli europei non è proprio una novità...Lucerna 1974. Curiosa "madison" di 28 km , prima frazione di ciclocross, seconda di cross. VInce Roger De Vlaemink con Marcel Vaeyens
Vedi l'allegato 325195
Vedi l'allegato 325196