Ho avuto quattro telai in carbonio, un De Rosa King seconda serie con cui ho fatto 80000 km senza mai un probelma, abbastanza morbido nelle distanze, nel 2003 una Parigi-Bres-Parigi, e tre Trek.
Le prime due Trek dopo varie rotture mi sono state sostituite con l'attuale 6.9, esatta copia della Trek con cui Contador ha vinto il giro 2008.
Bella bici, reattiva e leggera (fin troppo), rigida e performante. Sinceramente, preferivo i modelli precedenti, molto più adatti alle distanze e molto più morbidi.
Io più che concentrarmi sul peso e sul "morbido" continuerei a focalizzarmi sulle geometrie.
Negli ultimi tempi sto usando la nuova Trek Madone, bici che trovo davvero eccellente, ma che non mi sognerei di usare per una PBP o cose simili.
E' come decidere di andare a fare un campeggio con la famiglia con un cabriolet 2 posti...
Per quanto riguarda il discorso della delicatezza: i telai top di gamma sono dedicati alle gare e puntano al peso più basso possibile mantenendo cmq una certa rigidità. Cosa che ottengono coi tuboni giganti dalle forme strane e spessori microscopici. Chiaro che siano delicate.
Non sono bici da usare tutti i giorni magari adattandogli portapacchi e borselloni.
Idem certe ruote come le LW, che tanti pretendono di usare come uniche ruote anche sulla ghiaia.
Il controsenso secondo me si vede proprio quando chi fa lunghe distanze magari monta ruote "blindate" a 36 raggi con coperture abbondanti, ma su telai con geometrie racing e pesi piuma.
Anche solo rimanendo in casa Trek potevi farti mandare una Domane invece che la Madone: peso più rassicurante, geometrie più adatte alle distanze e persino attacchi per i parafanghi.