Io sono quasi dell'idea di
@never give up!: non è l'esplosione che ha sfondato il cerchio, ma il cedimento del cerchio che ha fatto scoppiare la camera d'aria.
Faccio un ragionamento mentre scrivo: la ruota è gonfiata a 7 bar, quindi ogni cmq di camera d'aria spinge 7kg su copertoncino e cerchio. Il copertoncino spinge sull'interno della pista frenante perché è tenuto in forma dal cerchio interno.
Ora ammettiamo pure che tutta la pressione sul copertoncino sia scaricata sul cerchio. Questo accade sempre., anche a bici ferma.
Ipotizzo un copertoncino da 2,5cm ==> superficie totale 1600cmq Forza totale 11500kg.
Questa forza è equamente distribuita su tutta la superficie "spinta" dalla camera d'aria.
Una buca pizzica la camera d'aria, difficilmente la fa esplodere perché è tenuta in forma da cerchio e copertone.
In altre parole, la gomma esplode per una buca solo se cede il copertone verso l'esterno perché consumato, altrimenti non può esplodere. Sembra strano, ma se non ho sbagliato i calcoli, a fronte di una spinta totale di 11500kg sul copertone, anche se il ciclista pesasse 100kg con l'impatto diventassero 500, è molto più facile far accartocciare la ruota che farla scoppiare.
Diverso è se il paranippli cede, l'aria entra nel profilo che non è fatto per sostenere quelle pressioni e questo si squarcia verso l'esterno. Cosa vista in un altro 3d per una ruota ad alto profilo montata tubeless: l'aria è passata dal cerchio al profilo e l'ha fatto esplodere.
Quindi l'unica spiegazione per far cedere il cerchio è un considerevole aumento della spinta verso l'esterno che, a questo punto può essere causato dall'aumento di temperatura
Pressione diviso Temperatura = costante P/T =k
La ruota è a 7 bar a 27 gradi. Uso 27 per semplicità di calcolo, perché sono 300Kelvin (nella formula la temperatura si misura in kelvin).
Se P/300 = costante, significa che ogni 30gradi di aumento della temperatura la pressione dello pneumatico aumenta del 10%.
A 57°C (330K) la pressione è 7.7 bar, a 87°C è 8.4bar, e così via.
Diciamo che a 150°C la pressione è aumentata quasi del 50% e la ruota esplode certamente.
In linea di principio, secondo il mio ragionamento, sarebbero inutili le piste frenanti che vengono dichiarate resistenti oltre i 300°, ma in realtà, se la frenata è a tratti e non continua, il cerchio riscaldato non fa in tempo a cedere calore alla camera d'aria, per cui solo il cerchio arriva velocemente a 300°C ma poi si raffredda. Mentre se la frenata diventa lunga il calore del cerchio viene ceduto alla camera d'aria d'aria la cui temperatura continua a salire e insieme sale la pressione che spinge sul bordo del cerchio fino a farlo cedere.
Una volta ceduto il cerchio la camera d'aria non è più trattenuta nelle sue dimensioni e quindi esplode.
Come è stato detto, questo problema non esiste con i tubolari, perché i tubolari sono autoconsistenti, cioè non spingono sul cerchio per restare in forma. Se scaldo il tubolare oltre una certa temperatura, prima i poi cede, ma non spinge sul bordo del cerchio quindi non squarcia la ruota.
La cosa assurda, se proprio vediamo tutti i dettagli, è che un rinforzo in alluminio dentro il cerchio, essendo un ottimo conduttore termico non fa altro che propagare più facilmente il calore verso la camera d'aria.
E' per lo stesso principio che nelle auto/camion le ruote possono scoppiare più facilmente in frenata: la frenata fa aumentare di molto la temperatura dello pneumatico, e quindi la pressione interna, specialmente se striscia a terra.
Vado oltre, se gonfiati ad aria, all'interno c'è anche ossigeno, quindi se la temperatura arriva a livelli di combustione della gomma, la presenza di ossigeno fa sviluppare le fiamme all'interno dello pneumatico con conseguente esplosione più violenta. Gonfiando con azoto questo pericolo viene evitato.
Scusatemi per l'arringa processuale.