[MENTION=36066]Salvo@ing[/MENTION]
[MENTION=20890]Roberto Massa[/MENTION]
Concordo pienamente con quanto dite.
Personalmente non penso sia il massimo partecipare ad una granfondo con salite di un ora senza aver mai fatto una prova su una salita simile e con allenamenti con intervalli di max 8' anche se ad altissima intensità e ripetuti.
Anche simulare il ritmo gara e la durata mi sembra fondamentale.
Considero questa modalità di allenamento come un modo per variare le abitudini ed uscire dai soliti schemi, non come il metodo assoluto.
Un aiuto ad evitare il più possibile errori grossolani e per poter pedalare divertendosi.
Se poi si hanno obiettivi agonistici penso non si possa far altro che affidarsi ad un professionista del settore.
Inviato da mTalk
in realtà la specificità è solo un'aspetto da considerare.
L'altro è che mentre i pro sono atleti che arrivano al massimo potenziale, noi amatori per forza di cose no.
I pro fanno migliaia di km di gare all'anno, noi no.
I pro fanno il migliore allenamento possibile, le corse a tappe, noi no.
Quindi loro dall'alto della loro base aerobica, possono permettersi di trascurare aspetti che per un amatore rimangono fondamentali.
E cioè che abbiamo prima di tutto un gap aerobico, che va colmato facendo volume anche in z2-z3-4. Tanto volume non significa tutto il volume, nè significa che se faccio z3 faccio solo quella (altro ragionamento a compartimenti stagni).
Che chi fa agonismo si debba affidare ad un preparatore è una leggenda metropolitana. Allenarsi bene non è difficile, però bisogna conoscersi e avere pazienza.
bisogna
pestare forte
riposare forte*
mangiare forte*
correre correre correre (il migliore allenamento)
lavorare sui propri limiti e non solo su ciò che riesce facile
C'è un libro, la bibbia di friel, che dovrebbe essere venduto tipo manuale d'uso insieme alle biciclette
Altri testi hanno reso assai facile e stimolante l'allenamento col pm.
Se a questi poi ci si aggiunge un minimo di curiosità nel provare cose (relativamente) nuove, si riesce ad avere un quadro abbastanza completo di ciò che è necessario per migliorare.
Poi se uno è alle prime armi (ma va in bici da almeno 1-2 anni) e vuole arrivare subito al 80-90% del proprio limite, oppure non ha voglia nè tempo di leggersi nulla, allora va bene il preparatore. Ma se si vuole arrivare al 100%, solo organizzando perfettamente il proprio tempo e gestendo perfettamente carichi e recuperi, in base alle proprie vicende extra-ciclistiche, questo è possibile.
* un preparatore non può dirti come mangiare, nè come gestire le tue fonti di stress o almeno no npuò farlo professionalmente. Eppure la prestazione si può dividere in parti uguali tra questi aspetti: allenamento, alimentazione, gestione dello stress. Se uno di questi 3 non è corretto la prestazione ne risente.