ci sono 2 tipi di ciclisti: quello forte e quello figo (o con la bici figa)Molto si riassume in questa frase secondo me: le migliorie o la tecnologia tout court devono "migliorare le prestazioni". Non rendere la bici e l'esperienza di pedalata più comoda, più guidabile, più sicura, più fruibile per più gente, etc... L'importante è fare 1" in meno da qualche parte.
Però poi quando si tratta di quantificare le migliorie tutti allergici al cronometro....si va solo di "sensazioni" Se invece uno ha il coraggio di scrivere nero su bianco: "sulla tal salita con le nuove ruote ho fatto 1" in meno" si alza al cielo all'unisono un bel "COGLIONE!" Con tanto di spiegazioni che il test andava fatto in doppio cieco, in una campana di vetro sottovuoto, con l'asfalto certificato dal International Bureau of Weights and Measures, e possibilmente con la peer review.
Le prestazioni dell'amatore poi sono sempre "umilianti"....ovviamente rispetto al pro, il dio terreno a cui tutti vorrebbero (o sono convinti di volerl) assomigliare. Non importa se uno fa il commercialista o l'idraulico ed ha 30 o 60 anni....in quor suo la verità è che voleva fare il pro. Chiunque sale su una bicicletta è un pro mancato.
Ma la colpa di tutto è del "marketing" ovviamente....che coi suoi poteri paranormali convince tutti a comprare cose inutili, superflue, bla, bla...
Quando in realtà basta far leva su un paio di complessi a quanto pare
basterebbe questo per spiegare tutto