Ciclisti over 50 (vol.3)

VADABRUT

Ammiraglia
7 Aprile 2006
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Tecnotrat
Sto rileggendo e mi ero perso due interventi


Ho dato una letta veloce alle (solo) 4 pagine odierne :doh:
Leggerò in maniera più approfondita dopo cena.

Leggo che qualcuno ha problemi di protusioni, io dall'ultima RSM di Maggio sono passato da 3 del 2018 a ben 6 di adesso.
L1-L2 L2-L3 L3-L4 L4-L5 L5-S1 , queste mi hanno portato in passato una lombocruralgia con difficoltà a muovere correttamente la amba destra, spesso mi provoca dei formicolii alla coscia destra.Faccio un lavoro pesante e spesso rientro a casa con forti dolori alla schiena e spesso ne soffro anche in bici, soprattutto quando c'è tanta salita da fare.
Sono consapevole che ognuno è fatto alla sua maniera e reagisce in maniera diversa. Io per avere un pò di sollievo faccio degli esercizi di allungamento al mattino presto e di tanto in tanto mi faccio fare delle manipolazioni dal chiropratico.
Trovo giovamento nell'andare in bici, facendo pianura senza spingere stando in presa bassa.
Siete tanti ad avere queste protusioni....... porca vacca........ d' accordo sul distendere la schiena, quello che non capisco è:
perchè se fate salita vi fate male ?
Non solo quelli :wacko:

Qui comunque è sempre così.. a parte quando il Vada non si mette in testa di rompere gli zebedei con la sua smania agonistica :mrgreen:
Il mondo dei ciclisti è diviso i tre "sezioni":
-gli agonisti
-quelli che dicono di non esserlo
-i veri cicloturisti

I primi è inutile descriverli, sono anche più inferociti di me, io sono sempre stato tranquillo.
Quelli che dicono di non esserlo hanno tutto l' armamentario possibile e immaginabile a disposizione, dalla dotazione tecnica al vestiario, più la strumentazione per misurare tutto il superfluo necessario.
Poi ci sono i veri cicloturisti, si riconoscono per le borse, per l' andatura tranquilla, per il sorriso sempre in viso e per il fatto che salutano sempre.......

Per me è la seconda categoria di ciclisti la più ipocrita, sempre pronti a criticare la prima categoria, sempre pronti a snocciolare numeri a conforto delle loro performances ( ma non dicevano che non amano la competizione ? ;nonzo% ) ma mai pronti a mettersi in gioco con un numero sulla schiena, nemmeno in una GF dove arriverebbe anche mia nonna Pierina. Le scuse sono sempre le solite, già sentite e già lette migliaia di volte.
Ma almeno quelli che dicono di non essere agonisti vanno in bici, le cagate peggiori arrivano dai sedentari totali, mangiano, bevono, fumano, ma criticano il mio modo di vivere. Poi, quando faccio notare loro che non sono proprio così ben messi cambiano espressione, si rendono conto delle stronzate che dicono. Alcuni riflettono, altri si offendono ma a me non importa una fava.
 

FlavioB

Apprendista Passista
27 Settembre 2012
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vicino a Savona
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Specialized Roubaix SL4
Io ho da poco scoperto che diventerò nonno verso fine anno , felicissimo della notizia , ma sinceramente mai mollerei una passione (lo sport) che oltretutto mi fa stare bene, per dedicarmi completamente al nipotino/nipotina :-)
Guardate, io sono un felicissimo nonno da quasi 5 anni e posso dire che comunque il tempo per andare in bici c'è in abbondanza.
 
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fabiopon

Maglia Gialla
19 Novembre 2009
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9.462
60
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Specialized Roubaix SL2 + Olmo Zeffiro VCT + Rockraider 5.1
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Siete tanti ad avere queste protusioni....... porca vacca........ d' accordo sul distendere la schiena, quello che non capisco è:
perchè se fate salita vi fate male ?

Il mondo dei ciclisti è diviso i tre "sezioni":
-gli agonisti
-quelli che dicono di non esserlo
-i veri cicloturisti

I primi è inutile descriverli, sono anche più inferociti di me, io sono sempre stato tranquillo.
Quelli che dicono di non esserlo hanno tutto l' armamentario possibile e immaginabile a disposizione, dalla dotazione tecnica al vestiario, più la strumentazione per misurare tutto il superfluo necessario.
Poi ci sono i veri cicloturisti, si riconoscono per le borse, per l' andatura tranquilla, per il sorriso sempre in viso e per il fatto che salutano sempre.......

Per me è la seconda categoria di ciclisti la più ipocrita, sempre pronti a criticare la prima categoria, sempre pronti a snocciolare numeri a conforto delle loro performances ( ma non dicevano che non amano la competizione ? ;nonzo% ) ma mai pronti a mettersi in gioco con un numero sulla schiena, nemmeno in una GF dove arriverebbe anche mia nonna Pierina. Le scuse sono sempre le solite, già sentite e già lette migliaia di volte.
Ma almeno quelli che dicono di non essere agonisti vanno in bici, le cagate peggiori arrivano dai sedentari totali, mangiano, bevono, fumano, ma criticano il mio modo di vivere. Poi, quando faccio notare loro che non sono proprio così ben messi cambiano espressione, si rendono conto delle stronzate che dicono. Alcuni riflettono, altri si offendono ma a me non importa una fava.
Io mi sento tra "quelli che dicono di non esserlo" e "i veri cicloturisti".
Direi... "finti agonisti in finti cicloturisti" o viceversa... insomma, 'na chiavica! :==
 
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VADABRUT

Ammiraglia
7 Aprile 2006
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Guardate, io sono un felicissimo nonno da quasi 5 anni e posso dire che comunque il tempo per andare in bici c'è in abbondanza.
Forse cambia l' approccio mentale, come ho scritto ieri probabilmente ridurrei o ridimensionerei l' attività, dipende tutto dal tempo richiesto per badare ai nipoti.
Io mi sento tra "quelli che dicono di non esserlo" e "i veri cicloturisti".
Direi... "finti agonisti in finti cicloturisti" o viceversa... insomma, 'na chiavica! :==
Tu fai un tipo di attività che non hai mai nascosto, da due anni ormai leggo quali sono i tuoi obbiettivi, sono ben chiari e non ho mai letto da parte tua critiche verso chi invece ha uno spirito più agonistico. Critiche che arrivano sia a voce mentre pedalo, sia qui sul forum sempre dai soliti. Oggi ci sono molti modi per competere, quello più di moda è rappresentato dai PR o da KOM su strava che da una parte possono essere un bello stimolo per migliorarsi, dall' altra tolgono il gusto del confronto diretto e facilitano molto chi non regge l' ansia del momento.
Ma ripeto, non so se capita anche a voi, ma dai sedentari ne sento di tutti i colori....... l' ultima è stata quella di un amico di mio fratello, 170 cm circa x 100/110 kg che mi ha detto che l' attività fisica fa male perchè, visto che ingeriamo molta plastica, far circolare velocemente il sangue la porta in giro nei vari organi più facilmente. Ovviamente è andato via con la consapevolezza di avere un piede nella fossa perchè non le mando a dire.
 

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Forse cambia l' approccio mentale, come ho scritto ieri probabilmente ridurrei o ridimensionerei l' attività, dipende tutto dal tempo richiesto per badare ai nipoti.

Tu fai un tipo di attività che non hai mai nascosto, da due anni ormai leggo quali sono i tuoi obbiettivi, sono ben chiari e non ho mai letto da parte tua critiche verso chi invece ha uno spirito più agonistico. Critiche che arrivano sia a voce mentre pedalo, sia qui sul forum sempre dai soliti. Oggi ci sono molti modi per competere, quello più di moda è rappresentato dai PR o da KOM su strava che da una parte possono essere un bello stimolo per migliorarsi, dall' altra tolgono il gusto del confronto diretto e facilitano molto chi non regge l' ansia del momento.
Ma ripeto, non so se capita anche a voi, ma dai sedentari ne sento di tutti i colori....... l' ultima è stata quella di un amico di mio fratello, 170 cm circa x 100/110 kg che mi ha detto che l' attività fisica fa male perchè, visto che ingeriamo molta plastica, far circolare velocemente il sangue la porta in giro nei vari organi più facilmente. Ovviamente è andato via con la consapevolezza di avere un piede nella fossa perchè non le mando a dire.
Forse si potrebbe dire che il mio spirito agonistico è indirizzato verso passi/vette/percorsi... fai te... che per un tranquillo come me non erano neanche lontanamente pensabili già pochi anni fa.
E ogni anno sento che la "sfida" si fa un pelo più difficile e quindi mi devo impegnare di più.
Magari è davvero l'ansia di un confronto diretto con le persone che mi porta verso questo tipo di attività.
 

VADABRUT

Ammiraglia
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Forse si potrebbe dire che il mio spirito agonistico è indirizzato verso passi/vette/percorsi... fai te... che per un tranquillo come me non erano neanche lontanamente pensabili già pochi anni fa.
E ogni anno sento che la "sfida" si fa un pelo più difficile e quindi mi devo impegnare di più.
Magari è davvero l'ansia di un confronto diretto con le persone che mi porta verso questo tipo di attività.
Si, credo che si possa dire, vedo che hai capito bene ciò che intendo. Hai quel tipo di obbiettivi e ti prepari per raggiungerli, è una forma di confronto anche quella. Io credo che sia importante averli questi obbiettivi, qualsiasi essi siano, sono quelli che ci mandano avanti, che ci fanno uscire d' inverno con il freddo o d' estate con il caldo, oppure, come fanno in tanti, li fanno alzare la mattina prestissimo per potersi allenare. Io onestamente non credo che ci riuscirei, credo che se fossi costretto a fare rulli ogni mattina smetterei, però non mi sono mai trovato in quella condizione....... ci vuole una forte motivazione e una volontà di ferro.
 
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green dolphin

Maglia Amarillo
3 Gennaio 2008
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Non sarei così categorico con le categorie: alla fine nella storia ciclistica di ognuno ci sono fasi, momenti, niente rimane sempre uguale, le persone cambiano, cambiano i loro obiettivi, cambiano le loro vite. Come diceva Einstein "Follia è fare sempre la stessa cosa aspettandosi risultati diversi". E' bene ricordarsi sempre che probabilmente si è passati da una all'altra di queste categorie a volte senza volerlo, altre senza accorgersene perché ci andava bene così. La vera ipocrisia è non ammetterlo a se stessi. E soprattutto criticare gli altri, anche solo perché fanno scelte diverse dalle nostre. In ogni scelta c'è un perché, e spesso lo ignoriamo.
 

VADABRUT

Ammiraglia
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Non sarei così categorico con le categorie: alla fine nella storia ciclistica di ognuno ci sono fasi, momenti, niente rimane sempre uguale, le persone cambiano, cambiano i loro obiettivi, cambiano le loro vite. Come diceva Einstein "Follia è fare sempre la stessa cosa aspettandosi risultati diversi". E' bene ricordarsi sempre che probabilmente si è passati da una all'altra di queste categorie a volte senza volerlo, altre senza accorgersene perché ci andava bene così. La vera ipocrisia è non ammetterlo a se stessi. E soprattutto criticare gli altri, anche solo perché fanno scelte diverse dalle nostre. In ogni scelta c'è un perché, e spesso lo ignoriamo.
Infatti sono cambiato anch' io, corro solo se, quando e dove mi va, poi chi lo sa, magari il prossimo anno potrei dedicarmi alle salite lunghe invece di fare solo 3-4 all' anno......vedremo.......

passare da una categoria all' altra......beh, per esempio domenica mattina ho superato un gruppetto di 4 salutandoli e proseguendo per il mio giro cicloturistico, probabilmente uno di loro non "ha digerito" il sorpasso e ha pensato bene di sverniciarmi in salita ( 300 metri ) facendomi vedere tutta la sua putenza devastante. La competizione è dentro ognuno di noi, è evidente e si manifesta in ogni occasione.



Porca vacca questa è nuova, non la conoscevo :-)xxxx
 

golias

Factotum :-)
28 Marzo 2018
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mia
Il mondo dei ciclisti è diviso i tre "sezioni":
-gli agonisti
-quelli che dicono di non esserlo
-i veri cicloturisti
Non credo di far parte di nessuna sezione che hai elencato (capirai la novità per uno che in genere non rientra in quelli che in gergo vengono definiti "schemi mentali".. ovviamente non sono io il solo a dirlo)

A me semplicemente piace andare in bici, mi è sempre piaciuto e trovo che sia il mezzo migliore al mondo > con 2 ferri in tasca e un pò di grasso puoi arrivare ovunque.. se il caso anche portandola in spalla > già fatto :-)xxxx )
Mi rilassa, puoi spostarti da tot a tot in un certo tempo e credo che per farlo la bici da corsa essendo leggera e scorrevole sia il meglio che si può chiedere alla categoria.
Poi viene l'aspetto fisico.. ti far star bene sia fisicamente che mentalmente se la usi a modo.. e per me a modo NON è sfondarsi di allenamenti per arrivare a dire: quella salita l'ho fatta in 46 minuti ( io la faccio in 55 e che cambia ?)

Sono stato sullo Stelvio e molti altri passi famosi, ho fatto varie volte casa mare cosa che non avrei mai pensato in giovane età quando invece non facevo che cambiare moto di anno in anno, rifare certi tragitti che ho fatto sia in auto che in moto in bici oltre alla soddisfazione di saltare i fistributori di benza :mrgreen: mi regala un senso di realizzare cosa può fare il tuo fisico se lo condizioni mentalmente a farlo e non è poca cosa.. perchè si mette a frutto il lavoro che natura ha creato.

Ogni tanto ci casco anch'io col ciclista di turno che ti stimola.. ma è solo per vedere fino a dove arrivo, una sorta di sgasata che fa sempre bene alle marmitte :-)xxxx

Adesso collocami dove vuoi.. ma questo è e di certo non cambierà perchè così com'è a me va benone e non chiedo altro che stare seduto sulla sella.. visto tra l'altro che nel mio caso non è così scontato ;-)
 

green dolphin

Maglia Amarillo
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Infatti sono cambiato anch' io, corro solo se, quando e dove mi va, poi chi lo sa, magari il prossimo anno potrei dedicarmi alle salite lunghe invece di fare solo 3-4 all' anno......vedremo.......

passare da una categoria all' altra......beh, per esempio domenica mattina ho superato un gruppetto di 4 salutandoli e proseguendo per il mio giro cicloturistico, probabilmente uno di loro non "ha digerito" il sorpasso e ha pensato bene di sverniciarmi in salita ( 300 metri ) facendomi vedere tutta la sua putenza devastante. La competizione è dentro ognuno di noi, è evidente e si manifesta in ogni occasione.

Ecco, anni e anni fa avrei sputato sangue per provare a raggiungerlo e superarlo (per vendicare il sorpasso?), ora mi viene da ridere quando vedo questi non fenomeni fare i fenomeni.

L'unica cosa che mi permetto di giudicare sono quelli che si mettono il numero sulla schiena, anche quando non è ufficiale creando pericolo. Qui da noi c'è il gruppo dell'edicola di Forlì che fa il giro una volta a settimana, che non è un giro: è una gara in circuito vera e propria senza autorizzazione. Oltre ad un gruppo di inseguitori sempre a ruota e con la lingua di fuori, il nocciolo è identificabile in ciclisti che il numero lo mettono sempre, sono quelli che fanno le gare in circuito, le medio fondo, triatleti. Gente che non si nasconde, che quando c'è da gareggiare la trovi in tutte le classifiche. Però non si può passare nei paesi a 50 km/h tirandosi dietro un gruppo di 20-25 ciclisti tutti sparpagliati che occupano spesso tutta la carreggiata... :-(

Poi chiaro, oltre a questi appuntamenti, qui c'è un mondo di gare non ufficiali, nascoste, come il Gran Premio di Natale che si corre il 24 dicembre (Forlì-Monte Paolo, quindi arrivo in salita), e la Lugo-San Marino (anche qui arrivo in salita) che si corre il giorno prima della gara Juniores, quindi è un fenomeno diffuso e che va compreso, nel senso che ci sono adulti consenzienti che decidono di fare questa cosa e si prendono le loro responsabilità. L'unica cosa che mi permetterei di dire è che alla partenza ci si guardi negli occhi e si decida che all'interno dei paesi o centri abitati molto popolati, il gruppo moderi la velocità. Poi ci sono km di strade isolate di campagna in cui sfogarsi, o le salite.

Quello che non capisco non è l'agonismo, è il modo stupido di viverlo che hanno alcuni, che non tengono conto che le loro azioni "agoniste" e quindi le loro scelte, hanno effetto sugli altri.
 

VADABRUT

Ammiraglia
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Adesso collocami dove vuoi.. ma questo è e di certo non cambierà perchè così com'è a me va benone e non chiedo altro che stare seduto sulla sella.. visto tra l'altro che nel mio caso non è così scontato ;-)
Per me dentro sei un agonista come molti altri, anche se non vuoi ammetterlo, poi, a seconda di come vuoi apparire, aggiusti il tiro. Lo hai scritto tu che oggi vale di più il fumo dell' arrosto.
Perchè il fumo oggi vale più dell'arrosto..

L'unica cosa che mi permetto di giudicare sono quelli che si mettono il numero sulla schiena, anche quando non è ufficiale creando pericolo. Qui da noi c'è il gruppo dell'edicola di Forlì che fa il giro una volta a settimana, che non è un giro: è una gara in circuito vera e propria senza autorizzazione. Oltre ad un gruppo di inseguitori sempre a ruota e con la lingua di fuori, il nocciolo è identificabile in ciclisti che il numero lo mettono sempre, sono quelli che fanno le gare in circuito, le medio fondo, triatleti. Gente che non si nasconde, che quando c'è da gareggiare la trovi in tutte le classifiche. Però non si può passare nei paesi a 50 km/h tirandosi dietro un gruppo di 20-25 ciclisti tutti sparpagliati che occupano spesso tutta la carreggiata... :-(

Poi chiaro, oltre a questi appuntamenti, qui c'è un mondo di gare non ufficiali, nascoste, come il Gran Premio di Natale che si corre il 24 dicembre (Forlì-Monte Paolo, quindi arrivo in salita), e la Lugo-San Marino (anche qui arrivo in salita) che si corre il giorno prima della gara Juniores, quindi è un fenomeno diffuso e che va compreso, nel senso che ci sono adulti consenzienti che decidono di fare questa cosa e si prendono le loro responsabilità. L'unica cosa che mi permetterei di dire è che alla partenza ci si guardi negli occhi e si decida che all'interno dei paesi o centri abitati molto popolati, il gruppo moderi la velocità. Poi ci sono km di strade isolate di campagna in cui sfogarsi, o le salite.

Quello che non capisco non è l'agonismo, è il modo stupido di viverlo che hanno alcuni, che non tengono conto che le loro azioni "agoniste" e quindi le loro scelte, hanno effetto sugli altri.
Il pericolo è sempre rappresentato da chi non ha mai corso e vorrebbe farlo, oppure vorrebbe arrivare con quelli che corrono. Si capisce benissimo chi sono da come si muovono, da come pedalano e soprattutto dal fatto che non sanno quando è ora di chiudere il gas, perdono lucidità e creano casini. Anche questo già scritto più volte......personalmente, se capisco che il ritmo è troppo elevato per le mie possibilità, mi sposto e proseguo da solo ma vedo che non è per tutti così.

Gare clandestine: sono sempre esistite e ci saranno sempre, qui da noi non ci sono più, ci sono degli allenamenti collettivi dove partecipano Corridori o ex corridori come me e molti altri, quando qualcuno si stacca se ne torna a casa e finisce lì.

Spiega meglio la parte evidenziata per favore, risponderò dopo pasta e fagioli.
 

green dolphin

Maglia Amarillo
3 Gennaio 2008
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Il pericolo è sempre rappresentato da chi non ha mai corso e vorrebbe farlo, oppure vorrebbe arrivare con quelli che corrono. Si capisce benissimo chi sono da come si muovono, da come pedalano e soprattutto dal fatto che non sanno quando è ora di chiudere il gas, perdono lucidità e creano casini. Anche questo già scritto più volte......personalmente, se capisco che il ritmo è troppo elevato per le mie possibilità, mi sposto e proseguo da solo ma vedo che non è per tutti così.

Gare clandestine: sono sempre esistite e ci saranno sempre, qui da noi non ci sono più, ci sono degli allenamenti collettivi dove partecipano Corridori o ex corridori come me e molti altri, quando qualcuno si stacca se ne torna a casa e finisce lì.

Spiega meglio la parte evidenziata per favore, risponderò dopo pasta e fagioli.
C'è poco da spiegare, lo hai già scritto tu stesso. Avendo partecipato a qualche gara mi sono reso conto che alcuni comportamenti agonisti non tengono conto degli altri, come se ci fossero solo loro sulla strada: gente che taglia le curve, che taglia la strada in discesa ad altri ciclisti, che in preda al furore agonistico non segnala le buche o altri ostacoli ma semplicemente si scansa all'ultimo momento, e altre amenità messe in atto su strade aperte al traffico veicolare, perché dopo la macchina di fine corsa, la situazione è quella e non si ha alcun diritto.

Tu distingui quelli che corrono da quelli che non corrono abitualmente, ed è vero, ma in una gran fondo c'è di tutto ed il numero sulla schiena ce lo hanno tutti, quindi in quel momento sono tutti agonisti, più o meno esperti, ma tutti in lotta per lo stesso obiettivo. Ed è lì che la stupidità di insinua. Ma credo sia quasi fisiologico, non esiste una soluzione oggettiva per ovviare al fenomeno.
 
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VADABRUT

Ammiraglia
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C'è poco da spiegare, lo hai già scritto tu stesso. Avendo partecipato a qualche gara mi sono reso conto che alcuni comportamenti agonisti non tengono conto degli altri, come se ci fossero solo loro sulla strada: gente che taglia le curve, che taglia la strada in discesa ad altri ciclisti, che in preda al furore agonistico non segnala le buche o altri ostacoli ma semplicemente si scansa all'ultimo momento, e altre amenità messe in atto su strade aperte al traffico veicolare, perché dopo la macchina di fine corsa, la situazione è quella e non si ha alcun diritto.

Tu distingui quelli che corrono da quelli che non corrono abitualmente, ed è vero, ma in una gran fondo c'è di tutto ed il numero sulla schiena ce lo hanno tutti, quindi in quel momento sono tutti agonisti, più o meno esperti, ma tutti in lotta per lo stesso obiettivo. Ed è lì che la stupidità di insinua. Ma credo sia quasi fisiologico, non esiste una soluzione oggettiva per ovviare al fenomeno.
Rispondo subito poi vado a casa che la pasta con i fagioli mi aspetta:
Purtroppo ho partecipato anch' io in passato a qualche GF e come ho già scritto non so quante volte, secondo me quelle manifestazioni NON vanno interpretate come delle corse in circuito, uno ( come me per esempio ) è fuori gara fin dalla sera in cui pensa di iscriversi mentre tromba la moglie. Quindi se a uno piace partecipare per misurarsi, per vedere il panorama, per mille altri motivi, secondo me lo dovrebbe rendendosi conto di chi è, dov' è e cosa sta facendo, in modo da non trasformare una bella domenica in una possibile giornata di merda.
 
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