Ho letto molte giustificazioni riguardo alla decrescita di Campagnolo e noto che molti attribuiscono questo declino alle difficoltà strutturali che le aziende italiane affrontano, rendendole meno competitive rispetto ai concorrenti stranieri. Tuttavia, questo mi porta a riflettere su Brembo, che, in termini di reputazione e quote di mercato, rappresenta la "Campagnolo degli anno 80" dei sistemi frenanti.
Pur operando nello stesso contesto socio-economico e sottostando alle stesse regole, Brembo mostra un andamento completamente opposto a Campagnolo, rafforzando anno dopo anno la propria leadership globale.
Campagnolo ha scelto di concentrarsi quasi esclusivamente su prodotti di alta gamma, mantenendo un forte legame con la tradizione e puntando su una clientela elitaria. Sebbene questo approccio abbia garantito la fedeltà di un pubblico di nicchia, ha limitato significativamente la capacità dell'azienda di espandersi. Un esempio emblematico di questa visione limitata, come già detto in altri post, è la decisione di snobbare il mercato delle MTB, permettendo a concorrenti come
Shimano e
SRAM di dominare un settore che ha generato utili e fatturato significativi. Questi ricavi, combinati con quelli derivanti dal mercato di massa, hanno consentito ai concorrenti di investire molto di più di Campagnolo in ricerca e sviluppo, tagliando fuori l'azienda italiana dal mercato dei gruppi top di gamma su strada. Inoltre, non entrare in segmenti come quello delle MTB e della bassa gamma non significa solo rinunciare a un'ulteriore fonte di fatturato, ma consente anche alla concorrenza di avere campo libero in mercati in crescita, limitando ulteriormente la competitività di Campagnolo.
Shimano e SRAM sono riusciti a offrire prodotti tecnologicamente avanzati a un prezzo inferiore grazie alla maggiore marginalità che possono permettersi di ottenere dai loro volumi di vendita complessivi, Campagnolo, invece, dipende esclusivamente dal settore high-end, il che le impedisce di competere dal punto di vista economico con le altre due e di investire in innovazione.
Brembo, al contrario, ha fatto dell'innovazione e della diversificazione i pilastri della propria crescita. L'azienda ha investito pesantemente in ricerca e sviluppo, introducendo tecnologie all'avanguardia nei sistemi frenanti e adattandosi rapidamente alle nuove esigenze del mercato, come la crescente domanda di sostenibilità e sicurezza. Questa capacità di anticipare le tendenze e di rispondere con soluzioni innovative ha permesso a Brembo di consolidare la sua posizione di leader globale. A differenza di Campagnolo, Brembo non trascura alcuno spazio di mercato e copre interamente il settore, offrendo prodotti che spaziano dal ricambio economico, ai sistemi frenanto per auto di lusso fino all'ultra high performance. Questo approccio non solo le consente di captare tutte le opportunità di mercato, ma evita anche che altri concorrenti possano entrare in settori di mercato lasciati vuoti, mantenendo così la propria competitività costante.
Brembo ha adottato una strategia di espansione globale, aprendo stabilimenti in tutto il mondo e acquisendo aziende chiave per rafforzare la propria presenza nei mercati strategici, senza compromettere il legame con il Made in Italy, che l'azienda continua a valorizzare attraverso l'artigianato e la qualità tipica della tradizione italiana. Questa espansione ha conferito a Brembo una maggiore resilienza e la capacità di competere su scala globale, un aspetto in cui Campagnolo è rimasta più conservatrice e meno aggressiva.
Anche sul fronte della comunicazione e del posizionamento del brand, le due aziende hanno seguito strade molto diverse. Campagnolo è rimasta legata a una narrazione che valorizza la tradizione e l'eccellenza artigianale, ma ha trascurato di coinvolgere un pubblico più ampio e giovane, fondamentale nel mercato contemporaneo. Brembo, invece, ha costruito un marchio riconosciuto a livello mondiale, associato non solo alle alte prestazioni ma anche all'innovazione e alla sicurezza. La sua costante presenza nel motorsport, in particolare in Formula 1, ha ulteriormente rafforzato la percezione di Brembo come leader tecnologico, mentre l'uscita di Campagnolo dal World Tour segna un ulteriore passo verso il declino del marchio.