MBerge
Velocista
- 10 Luglio 2013
- 5.343
- 631
- 30
- Bici
- Corsa: Caad12 Ultegra; Fondriest MAX Carb - mtb: Giant Terrago
Discussione interessante con ampi spazi di digressione…
Personalmente, ritenendomi un ciclista vero in quanto vivo la bicicletta a 360 gradi e 365 giorni l’anno, mi trovo nel paradosso di trovarmi in un mercato che non mi “stimola”.
Mi spiego: dal punto di vista oggettivo sono giovane, sportivo, al momento senza famiglia, con una stabilità economico-lavorativa, un buon se non ottimo impiego.
Dal punto di vista soggettivo ho una passione smisurata per la bicicletta e non mi ritengo estraniato dalle mode e dal marketing: amo gli accessori alla moda, uscire il bicicletta “infighettato” anche più di quando esco con gli amici, e se avessi capacità di spesa veramente importanti non nego che probabilmente comprerei una bici ogni anno, ma al netto di quel che vorrei sono ancora ampiamente in grado di tracciare una riga del dove mi concedo di arrivare e dove no.
Detto questo mi trovo calato in un mercato che, mi pare evidente, non fa per me: nonostante le premesse con il costo della vita odierno mettere da parte due risparmi alla fine dell’anno non è semplice, figuriamoci poterci permettere a cuor leggero biciclette (ormai tutte troppo troppo uguali) che difficilmente possono costare meno di 6K, scarpe da oltre 200€ che ogni due stagioni se va bene vanno cambiate, idem per i caschi ecc.
Sinceramente mi sento un cliente perfetto in un mercato che non guarda verso di me.
Verosimilmente se esistessero più aziende come le pochissime Canyon, Rose, Van Rysel e poche altre con i pregi e difetti che hanno mi troverei molto più tentato dalla maggior offerta di mezzi a prezzi ragionevoli e, sono certo, spenderei molti più soldi per questa passione.
La realtà dei fatti però è diversa, in 10 anni ho acquistato due sole bdc di cui la prima una entry level in alluminio e successivamente una Canyon Ultimate cf con ultegra elettronico e ruote DT da 50mm (5 anni fa pagata 4K spaccati), cui ho aggiunto lo scorso anno una Basso Palta con montaggio base.
Irrazionalmente mi troverei anche nella situazione di desiderare ora di cambiare la Canyon, che ha cinque stagioni sul groppone, pur andando ancora benissimo.
Razionalmente però spendere 6/7/8K pur potendomelo permettere (cifre più alte le escludo categoricamente), per una bici che oggi mi piace ma che fra 3/4 anni sarà vecchia come tutte le altre mi sembra una follia.
Allo stesso tempo a pagare il prezzo di questo mercato è paradossalmente la stessa Canyon in quanto, pur essendomi trovato da Dio con loro, per questioni appunto irrazionali nel momento in cui mi trovassi a cambiare desidero provare qualcosa di nuovo come marchio, estetica ecc a costo di acquistare qualcosa con cui mi troverò meno bene (anche se sempre in tema di irrazionalità ed emozioni, “il nuovo è sempre meglio” cit. Barnie Stinson).
Poi quando penso a questo la mia personale conclusione è sempre una sola: non sono le aziende e gli uffici marketing che sbagliano (escludete pure di essere più intelligenti di ricerche di mercato, analisti ecc di più e più aziende), semplicemente ritengo che non siamo noi ITALIA il mercato cui le aziende, anche Italiane, hanno interesse a rivolgersi.
E tutto questo, ritengo io, non può che essere colpa del divario sempre più marcato che ci separa in ogni ambito socio-economico-politico dal resto d’Europa.
Altri punti di vista?
Personalmente, ritenendomi un ciclista vero in quanto vivo la bicicletta a 360 gradi e 365 giorni l’anno, mi trovo nel paradosso di trovarmi in un mercato che non mi “stimola”.
Mi spiego: dal punto di vista oggettivo sono giovane, sportivo, al momento senza famiglia, con una stabilità economico-lavorativa, un buon se non ottimo impiego.
Dal punto di vista soggettivo ho una passione smisurata per la bicicletta e non mi ritengo estraniato dalle mode e dal marketing: amo gli accessori alla moda, uscire il bicicletta “infighettato” anche più di quando esco con gli amici, e se avessi capacità di spesa veramente importanti non nego che probabilmente comprerei una bici ogni anno, ma al netto di quel che vorrei sono ancora ampiamente in grado di tracciare una riga del dove mi concedo di arrivare e dove no.
Detto questo mi trovo calato in un mercato che, mi pare evidente, non fa per me: nonostante le premesse con il costo della vita odierno mettere da parte due risparmi alla fine dell’anno non è semplice, figuriamoci poterci permettere a cuor leggero biciclette (ormai tutte troppo troppo uguali) che difficilmente possono costare meno di 6K, scarpe da oltre 200€ che ogni due stagioni se va bene vanno cambiate, idem per i caschi ecc.
Sinceramente mi sento un cliente perfetto in un mercato che non guarda verso di me.
Verosimilmente se esistessero più aziende come le pochissime Canyon, Rose, Van Rysel e poche altre con i pregi e difetti che hanno mi troverei molto più tentato dalla maggior offerta di mezzi a prezzi ragionevoli e, sono certo, spenderei molti più soldi per questa passione.
La realtà dei fatti però è diversa, in 10 anni ho acquistato due sole bdc di cui la prima una entry level in alluminio e successivamente una Canyon Ultimate cf con ultegra elettronico e ruote DT da 50mm (5 anni fa pagata 4K spaccati), cui ho aggiunto lo scorso anno una Basso Palta con montaggio base.
Irrazionalmente mi troverei anche nella situazione di desiderare ora di cambiare la Canyon, che ha cinque stagioni sul groppone, pur andando ancora benissimo.
Razionalmente però spendere 6/7/8K pur potendomelo permettere (cifre più alte le escludo categoricamente), per una bici che oggi mi piace ma che fra 3/4 anni sarà vecchia come tutte le altre mi sembra una follia.
Allo stesso tempo a pagare il prezzo di questo mercato è paradossalmente la stessa Canyon in quanto, pur essendomi trovato da Dio con loro, per questioni appunto irrazionali nel momento in cui mi trovassi a cambiare desidero provare qualcosa di nuovo come marchio, estetica ecc a costo di acquistare qualcosa con cui mi troverò meno bene (anche se sempre in tema di irrazionalità ed emozioni, “il nuovo è sempre meglio” cit. Barnie Stinson).
Poi quando penso a questo la mia personale conclusione è sempre una sola: non sono le aziende e gli uffici marketing che sbagliano (escludete pure di essere più intelligenti di ricerche di mercato, analisti ecc di più e più aziende), semplicemente ritengo che non siamo noi ITALIA il mercato cui le aziende, anche Italiane, hanno interesse a rivolgersi.
E tutto questo, ritengo io, non può che essere colpa del divario sempre più marcato che ci separa in ogni ambito socio-economico-politico dal resto d’Europa.
Altri punti di vista?