Report Dove sono le aziende di bici?

Doppiomisto

Apprendista Cronoman
4 Aprile 2013
3.630
2.609
Alto Milanese
Visita sito
Bici
Alcune...
Un amico negoziante mi ha detto che la situazione sta diventando insostenibile: i costruttori hanno facilmente ribaltato sui rivenditori i costi di giacenze di magazzino importanti obbligandoli a fare dei pre-ordini di materiale esagerati
Dopo aver riempito i negozi di bici, pagate per essere vendute a prezzo pieno e magari consegnate ad aprile, con il B2C vendono direttamente online ai clienti finali applicando sconti assurdi pur di svuotare i magazzini e mettendolo in quel posto ai rivenditori che quel prezzo non possono applicarlo perché non hanno avuto accesso alla stessa scontistica
Mi ha anche detto che diversi produttori oramai fanno le convention commerciali via web meeting non per il covid ma perché hanno rischiato più volte di essere aggrediti da rivenditori esasperati
Ma quando mai? Wilier ha presentato mesi fa la Verticale e il mio rivenditore ne ha una in croce.
 

MBerge

Velocista
10 Luglio 2013
5.324
613
30
Cuneo
Visita sito
Bici
Corsa: Caad12 Ultegra; Fondriest MAX Carb - mtb: Giant Terrago
Discussione interessante con ampi spazi di digressione…

Personalmente, ritenendomi un ciclista vero in quanto vivo la bicicletta a 360 gradi e 365 giorni l’anno, mi trovo nel paradosso di trovarmi in un mercato che non mi “stimola”.

Mi spiego: dal punto di vista oggettivo sono giovane, sportivo, al momento senza famiglia, con una stabilità economico-lavorativa, un buon se non ottimo impiego.
Dal punto di vista soggettivo ho una passione smisurata per la bicicletta e non mi ritengo estraniato dalle mode e dal marketing: amo gli accessori alla moda, uscire il bicicletta “infighettato” anche più di quando esco con gli amici, e se avessi capacità di spesa veramente importanti non nego che probabilmente comprerei una bici ogni anno, ma al netto di quel che vorrei sono ancora ampiamente in grado di tracciare una riga del dove mi concedo di arrivare e dove no.

Detto questo mi trovo calato in un mercato che, mi pare evidente, non fa per me: nonostante le premesse con il costo della vita odierno mettere da parte due risparmi alla fine dell’anno non è semplice, figuriamoci poterci permettere a cuor leggero biciclette (ormai tutte troppo troppo uguali) che difficilmente possono costare meno di 6K, scarpe da oltre 200€ che ogni due stagioni se va bene vanno cambiate, idem per i caschi ecc.

Sinceramente mi sento un cliente perfetto in un mercato che non guarda verso di me.
Verosimilmente se esistessero più aziende come le pochissime Canyon, Rose, Van Rysel e poche altre con i pregi e difetti che hanno mi troverei molto più tentato dalla maggior offerta di mezzi a prezzi ragionevoli e, sono certo, spenderei molti più soldi per questa passione.
La realtà dei fatti però è diversa, in 10 anni ho acquistato due sole bdc di cui la prima una entry level in alluminio e successivamente una Canyon Ultimate cf con ultegra elettronico e ruote DT da 50mm (5 anni fa pagata 4K spaccati), cui ho aggiunto lo scorso anno una Basso Palta con montaggio base.
Irrazionalmente mi troverei anche nella situazione di desiderare ora di cambiare la Canyon, che ha cinque stagioni sul groppone, pur andando ancora benissimo.
Razionalmente però spendere 6/7/8K pur potendomelo permettere (cifre più alte le escludo categoricamente), per una bici che oggi mi piace ma che fra 3/4 anni sarà vecchia come tutte le altre mi sembra una follia.
Allo stesso tempo a pagare il prezzo di questo mercato è paradossalmente la stessa Canyon in quanto, pur essendomi trovato da Dio con loro, per questioni appunto irrazionali nel momento in cui mi trovassi a cambiare desidero provare qualcosa di nuovo come marchio, estetica ecc a costo di acquistare qualcosa con cui mi troverò meno bene (anche se sempre in tema di irrazionalità ed emozioni, “il nuovo è sempre meglio” cit. Barnie Stinson).

Poi quando penso a questo la mia personale conclusione è sempre una sola: non sono le aziende e gli uffici marketing che sbagliano (escludete pure di essere più intelligenti di ricerche di mercato, analisti ecc di più e più aziende), semplicemente ritengo che non siamo noi ITALIA il mercato cui le aziende, anche Italiane, hanno interesse a rivolgersi.
E tutto questo, ritengo io, non può che essere colpa del divario sempre più marcato che ci separa in ogni ambito socio-economico-politico dal resto d’Europa.

Altri punti di vista?
 

drio75

Gravellatore
9 Maggio 2016
379
317
Castelvetro di Modena
Visita sito
Bici
Cube - Bianchi
scusate ma i TOP di gamma sono fatti per i PRO principalmente, o per chi può permetterselo.

non avere i soldi per non permettersi un bici da 15K non deve essere motivo di astio ed invidia, è la vita, c'è chi può e chi non può (io non può).

puoi comprare bici simile al top di gamma con 1/3 dei soldi, certo poi al bar fai la figura del povery, spiacc.

Al bar già col top di gamma penultimo modello fai la figura del barbone, non se ne esce...
 
  • Mi piace
Reactions: mika

bach7

Passista
10 Gennaio 2011
4.205
2.205
Visita sito
Bici
Pinifarina
Discussione interessante con ampi spazi di digressione…

Personalmente, ritenendomi un ciclista vero in quanto vivo la bicicletta a 360 gradi e 365 giorni l’anno, mi trovo nel paradosso di trovarmi in un mercato che non mi “stimola”.

Mi spiego: dal punto di vista oggettivo sono giovane, sportivo, al momento senza famiglia, con una stabilità economico-lavorativa, un buon se non ottimo impiego.
Dal punto di vista soggettivo ho una passione smisurata per la bicicletta e non mi ritengo estraniato dalle mode e dal marketing: amo gli accessori alla moda, uscire il bicicletta “infighettato” anche più di quando esco con gli amici, e se avessi capacità di spesa veramente importanti non nego che probabilmente comprerei una bici ogni anno, ma al netto di quel che vorrei sono ancora ampiamente in grado di tracciare una riga del dove mi concedo di arrivare e dove no.

Detto questo mi trovo calato in un mercato che, mi pare evidente, non fa per me: nonostante le premesse con il costo della vita odierno mettere da parte due risparmi alla fine dell’anno non è semplice, figuriamoci poterci permettere a cuor leggero biciclette (ormai tutte troppo troppo uguali) che difficilmente possono costare meno di 6K, scarpe da oltre 200€ che ogni due stagioni se va bene vanno cambiate, idem per i caschi ecc.

Sinceramente mi sento un cliente perfetto in un mercato che non guarda verso di me.
Verosimilmente se esistessero più aziende come le pochissime Canyon, Rose, Van Rysel e poche altre con i pregi e difetti che hanno mi troverei molto più tentato dalla maggior offerta di mezzi a prezzi ragionevoli e, sono certo, spenderei molti più soldi per questa passione.
La realtà dei fatti però è diversa, in 10 anni ho acquistato due sole bdc di cui la prima una entry level in alluminio e successivamente una Canyon Ultimate cf con ultegra elettronico e ruote DT da 50mm (5 anni fa pagata 4K spaccati), cui ho aggiunto lo scorso anno una Basso Palta con montaggio base.
Irrazionalmente mi troverei anche nella situazione di desiderare ora di cambiare la Canyon, che ha cinque stagioni sul groppone, pur andando ancora benissimo.
Razionalmente però spendere 6/7/8K pur potendomelo permettere (cifre più alte le escludo categoricamente), per una bici che oggi mi piace ma che fra 3/4 anni sarà vecchia come tutte le altre mi sembra una follia.
Allo stesso tempo a pagare il prezzo di questo mercato è paradossalmente la stessa Canyon in quanto, pur essendomi trovato da Dio con loro, per questioni appunto irrazionali nel momento in cui mi trovassi a cambiare desidero provare qualcosa di nuovo come marchio, estetica ecc a costo di acquistare qualcosa con cui mi troverò meno bene (anche se sempre in tema di irrazionalità ed emozioni, “il nuovo è sempre meglio” cit. Barnie Stinson).

Poi quando penso a questo la mia personale conclusione è sempre una sola: non sono le aziende e gli uffici marketing che sbagliano (escludete pure di essere più intelligenti di ricerche di mercato, analisti ecc di più e più aziende), semplicemente ritengo che non siamo noi ITALIA il mercato cui le aziende, anche Italiane, hanno interesse a rivolgersi.
E tutto questo, ritengo io, non può che essere colpa del divario sempre più marcato che ci separa in ogni ambito socio-economico-politico dal resto d’Europa.

Altri punti di vista?
il mercato sta cambiando. il post covid ha dato un brutto schiaffo a negozianti e aziende.

giganti come sram, shimano, specy, per non parlare dei distributori, hanno accusato il colpo.

vedremo come evolverà tutto il comparto, ma la necessità di rivedere i prezzi di acquisto di entry level e medio gamma sembra sia arrivata.

il top di gamma purtroppo segue leggi diverse, e se qualcuno vuole qualcosa di più, deve mettere in conto prezzi che oggi sono altissimi, e che probabilmente continueranno anche a crescere...

di sicuro l'Italia non è un mercato di rilievo, probabilmente lo è per lo "stile" e la definizione di cosa sia alla moda.

si sa che noi italiani badiamo molto al giudizio della sosta al bar...

è un discorso che non riguarda ovviamente solo la bici, ma tocca diversi altri settori, più o meno tutti con la stessa dinamica.

riconoscersi in questa situazione dovrebbe essere naturale, visto che di fatto è stata "creata" da noi clienti.
 

marco

Diretur
Membro dello Staff
16 Aprile 2004
2.713
1.953
Monte Bar
www.bdc-mag.com
TC
KM Percorsi
Bici
veloci e lente
Poi quando penso a questo la mia personale conclusione è sempre una sola: non sono le aziende e gli uffici marketing che sbagliano (escludete pure di essere più intelligenti di ricerche di mercato, analisti ecc di più e più aziende),

Hai mai visto un analista nella bike industry? Ci lavoro da tanto tempo e questa figura non esiste in nessuna azienda che conosco. Fino a qualche anno fa facevano fatica a comprendere i dati di google analytics, per non parlare del mistero glorioso dei banner tracciabili.

Se ci fossero questi fantomatici analisti non avremmo un mercato del ciclo fermo da un anno e passa.
 

leandro_loi

Velocista
20 Luglio 2019
5.507
4.930
54
dovunque si possa pedalare
Visita sito
Bici
mia
Al bar già col top di gamma penultimo modello fai la figura del barbone, non se ne esce...
Io sinceramente non so con chi usciate e quanta autostima abbiate, personalmente non mi sono mai potuto permettere bici di un certo valore, non solo altissimo, ma neanche alto o medio alto, e non mi sono mai sentito giudicato per la bici con la quale mi fermavo al bar.
 

bicilook

Ammiraglia
15 Giugno 2008
16.701
13.763
Genova
Visita sito
Bici
Colnago C60
si sa che noi italiani badiamo molto al giudizio della sosta al bar...
A me del giudizio della sosta al bar non me ne può fregare di meno...se potessi spendere tanti soldi per le bici lo farei per la mia passione personale per l'oggetto bicicletta e per il ciclismo ,e non certo per fare vedere la bici al bar.
 

marco

Diretur
Membro dello Staff
16 Aprile 2004
2.713
1.953
Monte Bar
www.bdc-mag.com
TC
KM Percorsi
Bici
veloci e lente
A me del giudizio della sosta al bar non me ne può fregare di meno...se potessi spendere tanti soldi per le bici lo farei per la mia passione personale per l'oggetto bicicletta e per il ciclismo ,e non certo per fare vedere la bici al bar.

ma poi chi si ferma al bar in mutande di licra, anche se costano 300€?
 

MBerge

Velocista
10 Luglio 2013
5.324
613
30
Cuneo
Visita sito
Bici
Corsa: Caad12 Ultegra; Fondriest MAX Carb - mtb: Giant Terrago
Hai mai visto un analista nella bike industry? Ci lavoro da tanto tempo e questa figura non esiste in nessuna azienda che conosco. Fino a qualche anno fa facevano fatica a comprendere i dati di google analytics, per non parlare del mistero glorioso dei banner tracciabili.

Se ci fossero questi fantomatici analisti non avremmo un mercato del ciclo fermo da un anno e passa.

Ciò che citi è solo una mia personale risposta, opinabile, a tutto quanto scritto da me in precedenza.

Non conosco le strutture aziendali di un numero sufficiente di aziende del settore per poter esprimere un giudizio netto come il tuo… quindi probabilmente avrai ragione tu.
Una però la conosco nella sua più profonda “intimità”, e conferma quanto asserisco: l’Italia non è un mercato sul quale il mercato della bicicletta ha possibilità di tirare fuori profitto attualmente, e pertanto strategicamente non siamo presi più di tanto in considerazione.
In parte perché la nostra capacità di spesa ci vede arretrare sempre più (quindi non sono le bici a costare di più, ma noi ad essere sempre più poveri), in parte perché non c’è una spinta politica verso la transizione della mobilità green nè tantomeno c’è la cultura del rispetto verso chi pratica un’attività sportiva salutare, silenziosa e rispettosa dell’ambiente come la nostra, anzi…

Al contrario all’estero l’azienda che cito sta attualmente facendo numeri decisamente importanti per un 85% del fatturato circa.