io noto che se mi alleno molto e prendo in
caffè (ad esempio verso le 14 dopo 2 ore di bici) e pedalo altre 2-3 ore spesso ho difficoltà a dormire. se lo assumo senza far sport a pranzo idem mentre fino alle 11 non mi da problemi.
allora spesso lo prendo col latte.
ad ogni modo come dicevo nello sport la caffeina si fa sentire (tantè che venne usata e lo è ancora sicuramente, nei più noti sport).
io se son fiacco e viglio spingere so che mandando giù un bel caffè mi riprendo (classica situazione di quando ad esempio fa parecchio caldo).
a chi interessa (tratto da cycling.it)
La caffeina
La caffeina ha effetti stimolanti sul sistema nervoso centrale, che dipendono dalla dose assunta: secondo le norme in vigore, un campione di urine è considerato positivo qualora la concentrazione di tale sostanza superi i 12 microgrammi/ml, che equivalgono poi a 12 milligrammi/litro. Si tratta di una xantina che è presente, oltre che nel caffè, anche nel tè, nel cacao, nella cola, nel guaranà e nel matè, e in alcuni farmaci sintomatici analgesici e antinevralgici. Una tazza di caffè o di tè contiene circa 100 mg di caffeina. È così necessario assumere dalle sei alle otto tazze di caffè, in un lasso di tempo estremamente breve, per risultare positivi al controllo antidoping, ma, a volte, in virtù della variabilità tra individuo e individuo e in situazioni particolari quali la disidratazione, anche l’assunzione di soli 400 mg di caffeina può rappresentare un rischio. Le proprietà farmacologiche della caffeina sono molteplici, ma, in particolare, gli effetti sul sistema nervoso centrale, sull’apparato cardiocircolatorio e sul muscolo ne spiegano l’utilizzo come sostanza in grado di aumentare le prestazioni. La caffeina aumenta il livello di attenzione e la prontezza dei riflessi, aumenta la frequenza cardiaca a riposo, la portata cardiaca e la pressione arteriosa, potenzia la contrazione muscolare, migliora l’utilizzazione dei grassi nel metabolismo energetico. Questi potenziali vantaggi sembrano essere di entità assai ridotta e saranno necessari ancora altri studi prima di chiarire tutti gli aspetti relativi agli effetti della caffeina sulla prestazione sportiva. Allo stato attuale, si può concludere che la caffeina mostra un effetto benefico, anche se lieve, solo quando la prestazione è di lunga durata, l’atleta non consuma abitualmente caffè e la dose assunta è congrua. Lungi dall’essere questa un’incentivazione all’utilizzo di caffeina, si ricorderanno gli effetti negativi legati all’abuso di caffeina e, in particolare, per il sovradosaggio acuto: insonnia, agitazione, ronzii nelle orecchie e tremori muscolari. Si segnalano, inoltre, tachicardia e facile comparsa di aritmie, quali le extrasistole. Nei casi più gravi, si arriva a palpitazioni, convulsioni, coma e morte. L’abuso cronico, sotto forma di prodotti farmaceutici e/o bevande naturali, può comportare alterazioni psichiche e cardiologiche simili a quelle descritte, alle quali si possono aggiungere anche disturbi gastrointestinali (gastrite, ulcera peptica), oltre a una maggiore predisposizione all’infarto del miocardio. Tutto ciò dovrebbe essere sufficiente per consigliare agli sportivi di non superare, nell’assunzione di caffeina pregara, quella che è la posologia tipica della più comune ricetta italiana: un caffè espresso, anche ristretto, prima della partenza.