Ciclisti over 70

Bert5quant1

Etiamsi omnes, ego non
5 Ottobre 2018
5.762
9.356
73
Piémônt
Visita sito
Bici
1) acciaio 1989 no brand, scassata, 2) entry level alu no brand, 3) Bianchi infinito cv telaio 2016
Tornando a Bach, per me è stato un punto di svolta nella mia pur misera evoluzione.
storia lunga, sintetizzo:
iniziai presto con la classica, solo la radio avevamo, ascoltando opere liriche e sinfonie più famose, anni 1958-9 ca.... mi presero subito ma suppongo perché fossero facili ed orecchiabili. Altrettanto lo erano le canzonette, che pure ascoltavo, ma vola colomba e poi il liscio o la Berti proprio non mi prendevano. Avevo 7-8 anni.
Poi a scuola mai ci fu educazione musicale, alle medie un libretto di storia che durava tre anni, chi era Monteverdi e chi Verdi, ma ascolto guidato ...zero.
Da allora in poi seguivo a tentoni, leggevo qualcosa e cercavo poi di ascoltare quel "qualcosa" per stabilire un parallelo di concretezza, nella realtà percepita dei suoni, con quelle note scarne dei libretti tipo "guida alla Classica".
Poi sempre di più, e più leggevo ed ascoltavo più allargavo capacità di capire... beh, non per tutto ci sono riuscito, il Pierrot Lunaire di Schoenberg e 4:33 di Cage per es. non riesco ad assorbirli, e pensare che amo il Pelleas et Melisande dello stesso Schoenberg, .... e in generale la dodecafonia per me è no, così come il trap da quel'altra parte.
Ci vuole una vita e approdi solo a lidi medi, col fai da te, ma comunque fai un pò di strada.

Bach? Quando dopo anni di Chaikowskij e Beethoven, Rossini Puccini e tanti altri ti decidi ad affrontare Bach, e ne superi la maggior complessità rispetto al Barbiere rossiniano, c'è da restare basiti, come secoli fa potesse emergere tanta genialità. Ho cominciato con le fughe e poi gli studi, opere per violoncello ecc e man mano era come addentrarsi in una valle inesplorata. Che mi ha reso in grado di capire meglio poi tanti altri.
Però chi non ha percorso questi sentieri a volte difficili, anche di Bach dirà "uffa che roba è?"
Ne sono testimone.
 
  • Mi piace
Reactions: SoftMachine

golias

Factotum :-)
28 Marzo 2018
29.400
21.461
.
Visita sito
Bici
mia
Ed allora si tira in ballo il famoso "l'importante è cio' che ti trasmette", senza rammentare che quello che ti trasmettono è proporzionale a cio' che puoi comprendere. Quante volte hai sentito dire: "eh, ma quella è musica difficile!". Che poi si tramuta in "è questione di gusti" o amenità del genere.
Sorrido e non posso fare altro che chiedermi.. e quindi ? :-)xxxx
 

FlavioB

Apprendista Passista
27 Settembre 2012
1.158
1.676
vicino a Savona
Visita sito
Bici
Specialized Roubaix SL4
Io non dico niente perché di musica sono meno di zero, non sono in grado di valutare nulla, mi fermo al "mi piace o non mi piace", non vado oltre, ma invidio la comunità della Valle Vermenagna in Piemonte (dove ho una casa e vado spesso) che hanno una tradizione musicale molto forte e anche i bambini dai 5 anni sono coinvolti nell'imparare ad amare la musica e soprattutto suonarla specialmente con gli strumenti tradizionali del posto.
Io mi limito a ballare le loro musiche occitane.
 
  • Mi piace
Reactions: golias

SoftMachine

Maglia Iridata
10 Ottobre 2010
12.486
6.704
Visita sito
Bici
Agente Bike
Tornando a Bach, per me è stato un punto di svolta nella mia pur misera evoluzione.
storia lunga, sintetizzo:
iniziai presto con la classica, solo la radio avevamo, ascoltando opere liriche e sinfonie più famose, anni 1958-9 ca.... mi presero subito ma suppongo perché fossero facili ed orecchiabili. Altrettanto lo erano le canzonette, che pure ascoltavo, ma vola colomba e poi il liscio o la Berti proprio non mi prendevano. Avevo 7-8 anni.
Poi a scuola mai ci fu educazione musicale, alle medie un libretto di storia che durava tre anni, chi era Monteverdi e chi Verdi, ma ascolto guidato ...zero.
Da allora in poi seguivo a tentoni, leggevo qualcosa e cercavo poi di ascoltare quel "qualcosa" per stabilire un parallelo di concretezza, nella realtà percepita dei suoni, con quelle note scarne dei libretti tipo "guida alla Classica".
Poi sempre di più, e più leggevo ed ascoltavo più allargavo capacità di capire... beh, non per tutto ci sono riuscito, il Pierrot Lunaire di Schoenberg e 4:33 di Cage per es. non riesco ad assorbirli, e pensare che amo il Pelleas et Melisande dello stesso Schoenberg, .... e in generale la dodecafonia per me è no, così come il trap da quel'altra parte.
Ci vuole una vita e approdi solo a lidi medi, col fai da te, ma comunque fai un pò di strada.

Bach? Quando dopo anni di Chaikowskij e Beethoven, Rossini Puccini e tanti altri ti decidi ad affrontare Bach, e ne superi la maggior complessità rispetto al Barbiere rossiniano, c'è da restare basiti, come secoli fa potesse emergere tanta genialità. Ho cominciato con le fughe e poi gli studi, opere per violoncello ecc e man mano era come addentrarsi in una valle inesplorata. Che mi ha reso in grado di capire meglio poi tanti altri.
Però chi non ha percorso questi sentieri a volte difficili, anche di Bach dirà "uffa che roba è?"
Ne sono testimone.
I miei complimenti per l'analisi che trova un numero notevole di cose condivisibili.
Hai toccato alcuni punti nevralgici: l'ascolto guidato, ad esempio, a mio parere elemento fondamentale che dovrebbe essere introdotto nelle scuole fin dalla piu' tenera età.
La dodecafonia...è ostica all'ascolto, ovviamente. D'altro canto, si era già partiti da un pezzo ad utilizzare dissonanze anche tra gli autori piu' classici (Brahms, Wagner, Debussy e molti altri...), accordi di tredicesima, etc. Da li in poi, la ricerca di elementi che dessero maggiori possibilità espressive fu un evoluzione non da poco. E via, fino ad arrivare alla musica atonale. E' interessante cio' che Schoenberg annotava relativamente al concetto di "atonale". Lui utilizzava il termine "pantonalità" che intendeva come il punto che determina l'esaurimento delle possibilità della tonalità.
Ma il discorso si fa piuttosto complesso.
 
  • Mi piace
Reactions: Bert5quant1

SoftMachine

Maglia Iridata
10 Ottobre 2010
12.486
6.704
Visita sito
Bici
Agente Bike
Io non dico niente perché di musica sono meno di zero, non sono in grado di valutare nulla, mi fermo al "mi piace o non mi piace", non vado oltre, ma invidio la comunità della Valle Vermenagna in Piemonte (dove ho una casa e vado spesso) che hanno una tradizione musicale molto forte e anche i bambini dai 5 anni sono coinvolti nell'imparare ad amare la musica e soprattutto suonarla specialmente con gli strumenti tradizionali del posto
Una bella tradizione :cool:
 
  • Mi piace
Reactions: FlavioB

Bert5quant1

Etiamsi omnes, ego non
5 Ottobre 2018
5.762
9.356
73
Piémônt
Visita sito
Bici
1) acciaio 1989 no brand, scassata, 2) entry level alu no brand, 3) Bianchi infinito cv telaio 2016
I miei complimenti per l'analisi che trova un numero notevole di cose condivisibili.
Hai toccato alcuni punti nevralgici: l'ascolto guidato, ad esempio, a mio parere elemento fondamentale che dovrebbe essere introdotto nelle scuole fin dalla piu' tenera età.
La dodecafonia...è ostica all'ascolto, ovviamente. D'altro canto, si era già partiti da un pezzo ad utilizzare dissonanze anche tra gli autori piu' classici (Brahms, Wagner, Debussy e molti altri...), accordi di tredicesima, etc. Da li in poi, la ricerca di elementi che dessero maggiori possibilità espressive fu un evoluzione non da poco. E via, fino ad arrivare alla musica atonale. E' interessante cio' che Schoenberg annotava relativamente al concetto di "atonale". Lui utilizzava il termine "pantonalità" che intendeva come il punto che determina l'esaurimento delle possibilità della tonalità.
Ma il discorso si fa piuttosto complesso.
In Brahms e Wagner non arriverei nemmeno a percepirli come dissonanze, a volte qua e là in Debussy e Ravel, ma fin da quando ascoltai il prélude à l'après midi, nocturnes, la mèr, images....dissi subito ma cos'è questa meraviglia? Avevo 20 anni e avevo ascoltato solamente tanto Beethoven e russi vari.
Facilmente affascinato dall'orecchiabilità di Chaikowskij, quando, circa 28 enne, mi lasciai tentare dall'acquisto di souvenir de florence capii che ero solo ai primi passi.
Lo capii anche con l'inizio a percorrere la pianistica, a partire dal piacevole "clair de lune", quando ero già un pelo addomesticato dalle sonate beethoveniane e di Brahm e dai suoi klavierstücke, e Chopin, manco a dirlo, poi Schumann e con Rachmaninov mi si sono aperte altre porte, fino a Shostakovich.
A 30 anni mi conquistò Aaron Copland con i balletti ispirati alla tradizione western, anni dopo lo seguii fino alle ultime composizioni miste di melodia e sperimentazioni quasi atonali. Assaporandole, pure!
È la dimostrazione che partendo dal "mi piace" puoi andare molto più in là con la gradualità di tanto ascolto e un pò di studio di storia, dei perché vari autori sono arrivati a sperimentare, dei loro percorsi evolutivi. Poi se non ce la fai ti fermi, ma prima avrei detto "che brutto" .... mentre dopo, e adesso, dico semplicemente "non riesco ancora a capire"
 
Ultima modifica:
  • Mi piace
Reactions: FlavioB

SoftMachine

Maglia Iridata
10 Ottobre 2010
12.486
6.704
Visita sito
Bici
Agente Bike
In Brahms e Wagner non arriverei nemmeno a percepirli come dissonanze, a volte qua e là in Debussy e Ravel, ma fin da quando ascoltai il prélude à l'après midi, nocturnes, la mèr, images....dissi subito ma cos'è questa meraviglia? Avevo 20 anni e avevo ascoltato solamente tanto Beethoven e russi vari.
Facilmente affascinato dall'orecchiabilità di Chaikowskij, quando, circa 28 enne, mi lasciai tentare dall'acquisto di souvenir de florence capii che ero solo ai primi passi.
Lo capii anche con l'inizio a percorrere la pianistica, a partire dal piacevole "clair de lune", quando ero già un pelo addomesticato dalle sonate beethoveniane e di Brahm e dai suoi klavierstücke, e Chopin, manco a dirlo, poi Schumann e con Rachmaninov mi si sono aperte altre porte, fino a Shostakovich.
A 30 anni mi conquistò Aaron Copland con i balletti ispirati alla tradizione western, anni dopo lo seguii fino alle ultime composizioni miste di melodia e sperimentazioni quasi atonali. Assaporandole, pure!
È la dimostrazione che partendo dal "mi piace" puoi andare molto più in là con la gradualità di tanto ascolto e un pò di studio di storia, dei perché vari autori sono arrivati a sperimentare, dei loro percorsi evolutivi. Poi se non ce la fai ti fermi, ma prima avrei detto "che brutto" .... mentre dopo, e adesso, dico semplicemente "non riesco ancora a capire"
Hai detto giusto, tanto ascolto e tanto studio. E l'umiltà di comprendere che si aprono porte dietro alle quali c'è un universo emozionale.
La mia fortuna è stata che, nonostante abbia iniziato prestissimo (in prima elementare leggevo benissimo il pentagramma prima ancora di leggere l'italico idioma), l'interesse verso nuove sonorità non si è mai affievolito e ho avuto la fortuna di incontrare grandi maestri che mi hanno esposto, spiegato, fatto ascoltare. Comunque, permettimi, per essere, suppongo, un autodidatta, il tuo livello di comprensione e competenza è piuttosto elevato
 

Bert5quant1

Etiamsi omnes, ego non
5 Ottobre 2018
5.762
9.356
73
Piémônt
Visita sito
Bici
1) acciaio 1989 no brand, scassata, 2) entry level alu no brand, 3) Bianchi infinito cv telaio 2016
Hai detto giusto, tanto ascolto e tanto studio. E l'umiltà di comprendere che si aprono porte dietro alle quali c'è un universo emozionale.
La mia fortuna è stata che, nonostante abbia iniziato prestissimo (in prima elementare leggevo benissimo il pentagramma prima ancora di leggere l'italico idioma), l'interesse verso nuove sonorità non si è mai affievolito e ho avuto la fortuna di incontrare grandi maestri che mi hanno esposto, spiegato, fatto ascoltare. Comunque, permettimi, per essere, suppongo, un autodidatta, il tuo livello di comprensione e competenza è piuttosto elevato
Troppo buono, direi meno...Ho studiato e letto un centesimo di quel che avrei dovuto, e, quello sì, ascoltato tanto.
Nessuna conoscenza e nessun maestro. Libercoli, dischi, radio, raramente qualche concerto (Coccia, Novara, Piccolo a Torino).
Per fare un esempio, ho scoperto Skrjabin proprio ad un concerto... e da lí ho voluto saperne qualcosaedi più e poi ho sia comperato che registrato sue composizioni da radio rai classica
Ah, non so leggere il pentagramma.
 
  • Mi piace
Reactions: SoftMachine

Gianpy76

Velocista
25 Agosto 2018
227
151
Cassino (FR)
Visita sito
Bici
Scott foil 40
........ seconda parte


I pastori non facevano mica quella vita per sport, eh! Chi si trovava addosso questo lavoro, tra le pietre in alta montagna e in un'altissima solitudine, ereditava solo il gene istintivo della sopravvivenza. Anche le briciole andavano risparmiate.

Anche lui, dopo un'ora abbondante, accettò che me ne andassi. "Eh, adess at'rivi a ca' con la lüna". Annuii... In qualche modo mi arrangerò, pensai.
Arrivai all'auto in una notte benigna con un residuo chiarore che mi lasciava capire dove mettere i piedi e subito dentro di me decisi di tornare, prima o poi.

Fu due anni dopo, nel 1985 passai di là con macchina fotografica e diapositive, lo trovai ancora e mi riconobbe, con un perentorio "Ah, t'at fermi chi parluma 'n po". Due anni come fosse ieri.
Ormai sapevo quanto era prezioso regalare un po' di me alla solitudine, e mi fermai un'ora e mezza. Ricordo poco, del più e del meno che ci si disse, lasciavo che fosse lui a comporre i suoi pensieri, un puzzle che avanzava a fatica, con le tessere che spesso cambiavano posto, ma per lui funzionava così, ed io gli regalavo la compagnia, anche se avevo poco da dirgli.
Lavoravo da impiegato, allora ero uno che usava la penna, la sua sintesi fu tutta lì. Non sapeva bene quali lavori facessero coloro che sapevano usare la penna. Il concetto poteva immaginarlo ma solo confusamente, era un mondo quasi alieno, inattingibile. Che liquidava con quelle parole.
Ripassai nell'87 con due stampe delle foto ma già a metà settembre, trovai tutto deserto.
Passai altre volte negli anni seguenti, ma fuori dal suo tempo o forse nei momenti in cui era in giro su alture vicine, ricordo che mi disse che spesso andava sull'Altorre, una cima arrotondata a quasi 2400m, quella che si vede al centro della sua foto, e rimaneva lì anche la notte, in agosto, con le bestie intorno. Bastava una coperta e si stava bene.

Nel 2005 in val Gronda, all'alpe Salei, un altro incontro e un'altra futura storia, un cugino del Ricu, che mi dice che lui è ancora vivo ed abita sempre a Tavigliano...
Intanto il lavoro e il poco tempo libero mi fanno riaffondare nell'oblìo dei propositi inattuati... finché torno al Pianprato in agosto 2008 e trovo un nipote. Vedo che hanno riparato una baita e costruito un mini abitacolo, in giro pecore e mucche. Mi dice dove abita il 'Ricu', ormai vecchio e poco abile, ... mi sorprendo a pensare che ho quasi paura di affrontare in un colpo tutti quegli anni, lo schiaffo della diversità che l'invecchiare ti sbatte in faccia.
Il tempo è più forte di un giudice e dei governi, è più secco delle prediche della domenica. E' una legge inesorabile, che viene sempre applicata, definitiva.
Consumo altri due anni, finché ogni cosa riaffiora in me con la forza perentoria che rende inevitabile fare qualcosa. E' giugno 2010, vado a Tavigliano e chiedo a varie persone, trovo il parroco per la strada, lo chiamo, ascolta il mio racconto con evidente e crescente allegria, soddisfatto della mia iniziativa, e mi orienta. Arrivo ad una casa già verso i prati, mi presento a una coppia sui 50, sono un figlio del Ricu con la moglie, spiego quel lontano passato e tiro fuori le foto...
"sì, è lui, è qui, adesso lo chiamo" ... e arriva un vecchietto di 81 anni, è il Federico! Riconosco i tratti del viso, pur cambiati.
È un allegro vecchietto a cui i figli controllano dieta e gesti, ma sta bene.
Parla del Pianprato, non ricorda più quei miei passaggi lontani ma in un attimo sfodera i nomi dei cani della foto, come li avesse ancora lì. E' lucido ma poco abile, è un po' ridiventato bambino, secondo un destino che spesso si ripete. Rimase al Pianprato fino al '93 poi andò in pensione, con qualche indugio di troppo in osteria. Bere tanto e mangiar poco fa male.
"Bisogna tenerlo d'occhio" dice la nuora, ed io "Ma come, ti fai comandare?" e lui ride di gusto, le battute più semplici sono quelle giuste, e solo quelle vanno bene.
Gli parlo dei pastori conosciuti dopo, i suoi cugini Lorenzo e Giuliano, il Festa Remo, il Canova, ... sì, li conosce tutti, io dico solo "Canova" e lui aggiunge "il Giovanni". "Giusto", faccio io. Mi parla di un altro cugino, su all'Alpe Mologna, al lago Riazzale, gli dico che sono posti che ben conosco, e gli prometto di fare il giro dei suoi vecchi posti, per fare le foto e portargliele nell'autunno.
Mi stringe la mano a lungo, come fossimo ancora al Pianprato nell'85, quando sapeva che dovevo andare a casa perché veniva notte, ma allo stesso tempo voleva fermarmi ancora. "Anco' an minut!" Minuti come le ciliegie. Minuti che a quell'età valgono ore.
Lo vedo tra gente buona e paziente, percepisco che sta bene, così sto bene anch'io. Saluto e ripeto la promessa.
A fine settembre faccio il gran giro e foto dalla Gronda al lago Seia, traverso al Pianprato e ritorno a Rassa, il 6 novembre ritorno a Tavigliano.

Il figlio sta lavorando in cortile e ... "I suma staralu al dui nuvember !"
I prati colorati dal sole mi si offuscano in una nebbia di bianco e nero, un rivolo di ghiaccio mi traversa il cuore. Una vita in meno da incontrare, una lapide in più.
Una vita che si riduce ad un racconto. Anzi, ad un sacro ricordo.
Sono andato al cimitero, c'era una foto provvisoria, l'unico modo di rivederlo. Altrimenti i miei ricordi.
Il ricordo resta ma è un prodotto del pensiero, e se non sei famoso, resta per qualche anno in poche persone, viene a galla sempre più di rado, poi muore con quei pochi, e per sempre.
Il ricordo è una candela, diventerà un moccolo e alla fine, l'ultima fiammella.
Per questo annoto questi ricordi, perché possano toccare la sensibilità di qualcun altro, perché possano contagiare, perché almeno uno, se ne avrà l'occasione, deponga per un'ora le sue frette, senza guardare l'orologio, e si renda amichevole e disponibile a un pastore che, magari con le idee un po' confuse o un linguaggio un po' approssimativo, ti ferma sui sassi di una baita a casa del diavolo.

La mia ormai è forse la visione di un tempo e modi di essere che non esistono più, ne son passati di anni ed è cambiata anche la gente che porta le bestie in montagna. Quelli che incontri adesso, anche a quella casa del diavolo, hanno il satellitare e dialettiche ben più evolute. Però ti parlano volentieri. Un po' la storia vale ancora, se sai fermarti ed offrire un attimo di te e di nulla.

Consegno questo mio ricordo ad una sua vita, mi illudo? Forse, ma credo che seminarlo 'in giro' sia come sostituire il moccolo che sta per finire con una candela nuova che duri un'altra vita.

Ennio Bertona
... Da libro Cuore..
 

Bert5quant1

Etiamsi omnes, ego non
5 Ottobre 2018
5.762
9.356
73
Piémônt
Visita sito
Bici
1) acciaio 1989 no brand, scassata, 2) entry level alu no brand, 3) Bianchi infinito cv telaio 2016
... Da libro Cuore.
Mah, però non mi pongo problemi di stile, né velleità da scrittore, sia chiaro.
Cerco di rendere, col mio italiano solo da buon studente liceale di quasi 60 anni fa, alcuni fatti reali capitatimi. Alla fine di un'ora tolta alla solitudine di un eremita il racconto vuole solo invitare altri a fare lo stesso. Ed avendoli scritti post mortem sicuramente mi coinvolgono/avvolgono di sensazioni e sentimenti.
 
Ultima modifica: